PUCCINI PUCCIAVA IL BISCOTTO - PER GUADAGNARE UN PO’ DI SOLDI, IL COMPOSITORE SUONAVA L’ORGANO NEI BORDELLI (FORSE ANCHE IL PIFFERO) - INIZIÒ UNA RELAZIONE CON ELVIRA BONTURI, MOGLIE DI UN DROGHIERE DI LUCCA, CHE PER LUI LASCIÒ MARITO E FIGLI - PUCCINI LA SPOSERÀ (SI SCRIVEVANO CHIAMANDOSI “TOPISIA” E “TOPISIO”) , LA TRADIRÀ, TENTERÀ DI LASCIARLA SENZA MAI RIUSCIRCI PERCHE’ SI ERA INVAGHITO DELLA GIOVANE CORINNA
Giuseppina Manin per il “Corriere della Sera”
Alla mattina suonava l' organo in chiesa, alla sera il pianoforte nei bordelli e nelle osterie di Lucca. C' era bisogno di denaro in casa Puccini e il giovane Giacomo pur di raggranellare qualche soldino per la madre vedova con sette bocche da sfamare e intascarne qualcuno per sé, non andava per il sottile. Il suo talento alla tastiera, ereditato da una famiglia di cinque generazioni di organisti, lo esercitava nel sacro come nel profano. Talora mischiando i generi, eseguendo durante la messa arrangiamenti di arie pochissimo mistiche come Questa o quella per me pari sono dal Rigoletto , o altre da Traviata e Trovatore .
ELVIRA BONTURI AMANTE E POI MOGLIE DI GIACOMO PUCCINI
«Ai tempi si usava, chi non poteva andarle a sentire a teatro le ascoltava in chiesa» avvisa Francesco Filidei, compositore di punta della scena internazionale, consulente musicale dei Teatri di Reggio Emilia. Dove il 25 novembre al Valli verranno presentati in prima mondiale tre inediti per organo scritti da un Puccini sedicenne. Considerati perduti, ritrovati di recente nell' archivio di Torre del Lago, i tre brani, un' Elevazione , un Offertorio e una Pastorella gravida , saranno affidati a Liuwe Tamminga, organista titolare di San Petronio a Bologna, che li eseguirà con altre rarità pucciniane.
Rimasto orfano a 5 anni del padre Michele, organista della cattedrale di Lucca, per il piccolo Giacomo seguirne le orme è naturale. A 10 anni inizia a suonare nella chiesa delle benedettine, a 14 è titolare dell' organo della chiesa di San Girolamo. «Tra le partiture ritrovate ce n' è una scritta a 12 anni, con una calligrafia ordinata molto diversa da quella quasi illeggibile del Puccini adulto» svela Gabriella Biagi Ravenni, presidente del Centro Studi Pucciniamo che ha condotto le ricerche con Virgilio Bernardoni.
Una dozzina di manoscritti che vanno ad aggiungersi ai 49 riaffiorati negli ultimi anni. «E quando Puccini si trasferisce a Milano - ricorda Biagi Ravenni - prende lezioni d' organo al Conservatorio. Tre anni di studi e di vita scapestrata. Giacomo tiene i conti su un quaderno e sulla copertina scrive La mia Bohème . Non pensava ancora idea dell' opera, ma già conosceva bene l' argomento».
La prima opera di Puccini è però Le Villi . Scritta a 25 anni, ignorata al concorso Sonzogno dove a vincere furono Gugliemo Zuelli e Luigi Mapelli. «Bocciatura che ha sollevato tante ipotesi - interviene Filidei -. Dalla pessima calligrafia di Puccini che avrebbe reso poco leggibile il testo, a manovre di Ricordi... Più semplicemente, credo che Zuelli e Mapelli funzionassero meglio per i canoni estetici dell' epoca».
Puccini ci rimase male. Ma poi si rifece con il gran successo dell' opera. Nel frattempo aveva iniziato la relazione con Elvira Bonturi, moglie di un droghiere di Lucca, che per lui lasciò marito e figli.
Puccini la sposerà, la tradirà, tenterà di lasciarla senza mai riuscirci. «Oltre alle partiture organistiche, sono state trovate 800 lettere scritte da lui tra il 1897 e il 1901 - racconta Biagi Ravenna -. Ma solo 10 sono indirizzate a Elvira. Davvero poche, indicative di una crisi dato che Puccini nel frattempo si era innamorato della giovane Corinna. "Topisio" e "Topisia" i nomignoli con cui si firmavano, spariscono». La posta con Elvira si dirada, non parla più d' amore.