PUTIN MANDA SEGNALI DI FUMO A TRUMP (E NEL DUBBIO CONTINUA A BOMBARDARE) – “MAD VLAD” ANNUNCIA ROBOANTE: “VOGLIAMO CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA, NON SOLO CONGELARLA”. E APRE AI NEGOZIATI NELLA SLOVACCHIA GOVERNATA DAL SUO ALLEATO ROBERT FICO – SONO SOLO CHIACCHERE E SPECCHIETTI PER GLI ALLOCCONI: POCO DOPO HA INFATTI SOSTENUTO CHE “LA RUSSIA ASSOLVERÀ A TUTTI GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE MILITARE SPECIALE NEL 2025” (SE LA GUERRA FINIRÀ, SARÀ SOLO PER LA RESA DI KIEV)
1. PUTIN: «VOGLIAMO CHIUDERE LA GUERRA, NON SOLO CONGELARLA. I NEGOZIATI IN SLOVACCHIA? PERCHÉ NO»
Estratto dell'articolo di Stefania Carboni per www.open.online
Vladimir Putin vuole chiudere la guerra, non congelarla. Lo ha detto il presidente russo stesso citato dalla Tass, in merito a una domanda dei giornalisti sui piani di Donald Trump per congelare il conflitto con Kiev.
«Cerchiamo anche di porre fine al conflitto», ha precisato il leader del Cremlino aggiungendo una novità. Il premier slovacco Robert Fico durante la sua visita in Russia ha espresso la sua disponibilità a fornire il suo paese come base per i negoziati tra Mosca e Kiev.
robert fico vladimir putin a mosca
Fico, secondo Putin, «ha detto che loro sarebbero felici di fornire la base per i negoziati. Non siamo contrari. Se si arriva a questo, perché no? Dal nostro punto di vista la Slovacchia assume una posizione così neutrale. Per noi questa è un’opzione accettabile».
[…] Nel mentre pesa negli equilibri con gli Usa l’attacco sferrato in Ucraina nelle prime ore della mattina di Natale: oltre 170 fra missili e droni, un morto e danni all’infrastruttura elettrica. Per il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si è trattato di un atto «oltraggioso». E ha chiesto di accelerare la consegna delle armi da Washington a Kiev.
Putin però rivela che proprio l’attuale presidente americano, nel 2021, prima quindi dell’invasione «offrì di rinviare l’adesione di Kiev alla Nato». Non solo, Putin aggiunge che ha intenzione di portare «a termine tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ovvero «il successo sulla linea del fronte». «Rispondiamo sempre in modo speculare. Loro usano certe armi contro di noi, noi usiamo le stesse».
2. Provocazioni e paletti in attesa di Trump: lo zar testa l’Occidente
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
«Con la vostra bocca si beva il miele». Alla domanda sulla possibilità che il conflitto ucraino finisca entro l’anno prossimo, Vladimir Putin ha risposto con un famoso modo di dire russo che è anche un augurio, l’equivalente più elegante del nostro «magari». Fosse davvero così insomma. Ma sperare, o anche soltanto dire di farlo, non basta. Servirebbero atti concreti, almeno uno.
La dichiarazione con la quale afferma di voler porre termine alla guerra, senza accontentarsi di un cessate il fuoco, non lo è. E l’individuazione di una possibile sede per un eventuale negoziato somiglia più a una provocazione, che a una apertura.
[…] Pochi giorni fa, nella consueta maratona mediatica di dicembre durante la quale risponde alle domande dei suoi connazionali, e anche a quelle di qualche giornalista occidentale, Putin ha messo bene in chiaro quali sono i prerequisiti necessari all’avvio di una eventuale trattativa di pace. Il primo, da lui considerato imprescindibile, riguarda la riconquista, o la restituzione, dei territori occupati dalle truppe ucraine nella regione di Kursk.
telefonata tra donald trump vladimir putin - vignetta by osho
[…] Tanto più che ieri, conversando con i giornalisti russi, ha anche detto che nel 2025 «la Russia assolverà a tutti gli obiettivi che si è posta con l’Operazione militare speciale, e andremo avanti in conformità con i nostri piani». Per tacere di quel «Dio è con noi» dai connotati sinistri, anche a livello storico.
La linea imposta dal Cremlino a questa fase di attesa sembra essere la vaghezza.
Liberi tutti, di interpretare e di fare deduzioni. Persino i media ufficiali russi mostrano di non avere ancora ricevuto le direttive del Cremlino, alle quali si attengono sempre con un certo scrupolo.
A proposito di queste ultime dichiarazioni, il Moskovskij Komsomolets titola sul fatto che Putin non si è detto sicuro che l’Operazione militare speciale possa finire nel 2025, mentre la Komsomolskaya Pravda si spinge ancora più in là, sostenendo che quando il presidente ha sentito quali sarebbero le proposte di pace che vengono discusse dalla stampa occidentale, «si è imbronciato», perché «un congelamento sulla linea del fronte e una garanzia di rinuncia dell’Ucraina alla Nato per 10-20 anni non servono alla Russia».
Ma invece, il quotidiano Kommersant ha visto nelle stesse parole la volontà di terminare il conflitto con l’Ucraina e lo stesso ha fatto Izvestia, precisando però che la Russia vuole «finire» il conflitto in Ucraina senza accontentarsi di un congelamento, una chiave di lettura ben poco rassicurante.
robert fico vladimir putin a mosca
Tutto e il suo contrario, concentrati in poche frasi, aspettando di capire cosa davvero proporrà Donald Trump una volta ritornato alla Casa Bianca […]. […] Anche perché l’unico elemento fisso in un paesaggio solo in apparenza mutevole, sono le bombe che continuano a piovere sull’Ucraina.
vladimir putinxi jinping vladimir putin vladimir putin negli anni 80