roua nabi

"PUTTANA, TI AMMAZZO. NON SEI CAPACE A FARE NIENTE" - LE MINACCE DEL 48ENNE TUNISINO ABDELKADER BEN ALAYA ALLA MOGLIE ROUA NABI, 34 ANNI, CHE HA UCCISO A COLTELLATE DAVANTI AI FIGLI DI 12 E 13 ANNI - LA VITTIMA NEI MESI SCORSI LO AVEVA DENUNCIATO PER MALTRATTAMENTI: ALL'UOMO ERA STATO ORDINATO IL DIVIETO DI AVVICINAMENTO A 500 METRI, CON L'USO DEL BRACCIALETTO ELETTRONICO, MA IL DISPOSITIVO NON HA FUNZIONATO. PERCHÉ?

Estratto dell'articolo di Gianni Giacomino Elisa Sola per "La Stampa"

 

Nabi Roua

«Puttana. Non sei capace a fare niente. Non sai nemmeno tenere la casa in ordine. Ti ammazzo. Ti spacco la faccia». Ventinove giugno, primo piano di un palazzo di periferia di Torino. Abdelkader Ben Alaya, muratore 48enne di origine tunisina, tappa la bocca della moglie Roua Nabi, 34 anni. Le torce il capo e le dice una frase che lei, in lacrime, riporta ai poliziotti che sono accorsi per tentare di salvarla: «Faccio venire in Italia mio fratello così ti uccide».

 

Non è morta il 29 giugno, Roua, che subiva minacce e maltrattamenti da quattro anni e che aveva chiamato le forze dell'ordine, temendo per la vita sua e dei suoi due figli, già il 23 novembre 2023. È morta poche ore fa. Una sola coltellata tra il cuore e un polmone. Davanti ai due ragazzini di 12 e 13 anni. Nella notte tra lunedì e martedì. Nella stessa casa dove il suo assassino le aveva giurato di ammazzarla. In un luogo in cui lui, arrestato a luglio e scarcerato dopo 12 giorni, non sarebbe potuto stare.

 

AGGRESSIONE CON IL COLTELLO

Così aveva deciso il tribunale del Riesame, che dopo l'arresto per maltrattamenti del 29 giugno, il 16 luglio, attenuando la misura di custodia cautelare, aveva ordinato per l'indagato il divieto di avvicinamento a 500 metri, con l'uso del braccialetto elettronico. Ma il dispositivo, martedì intorno a mezzanotte, non ha funzionato. E forse non era attivo nemmeno nei giorni precedenti. Il motivo è ignoto.

 

Stanno cercando una risposta gli inquirenti della Procura di Torino. Ben Alaya è alcolizzato e dipendente dalle droghe pesanti. E violento. «Mi picchia da quattro anni», aveva detto Roua. La pm Giorgia D'Errico dopo l'arresto del 29 giugno aveva ritenuto l'uomo pericoloso. E aveva chiesto per lui il carcere.

 

violenza domestica 6

Il 2 luglio il gip aveva ordinato i domiciliari con l'uso del braccialetto elettronico. E il 12 luglio, non appena il dispositivo era stato trovato, l'uomo che minacciava di uccidere Roua era uscito di prigione. Poi, su richiesta dell'avvocato difensore Fabio Lombardo, il Riesame aveva attenuato ulteriormente la misura.

 

Stabilendo che per l'indagato fosse sufficiente il divieto di avvicinamento a 500 metri dalla donna. Avrebbe pesato sulla decisione il fatto che l'indagato avesse un'occupazione, che non avesse riportato condanne definitive, e una frase che era stata verbalizzata nella denuncia per maltrattamenti di Roua del 29 giugno: «Non teme per la sua incolumità», avevano scritto di lei.

violenza domestica 5

 

Eppure Roua, in quella denuncia, la prima che faceva dopo anni di sevizie, aveva detto: «Ha iniziato a picchiarmi quando vivevamo in Tunisia. Lo ha sempre fatto. Anche in Italia. Beve e si droga. Il motivo per cui mi colpisce è che non vuole che io lavori. Non mi dà denaro. In primavera ho deciso che non ce la facevo più». A maggio Roua è andata in Tunisia per prepararsi una via di fuga.

 

violenza domestica 3

Ha chiesto aiuto ai familiari. Ma quando è tornata a Torino, per prendere i figli e scappare, lui l'ha convinta o costretta a restare a Torino. E sono ricominciate le botte. E le minacce di morte. L'aggressione del 29 giugno è nata perché Ben Alaya ha strappato il permesso di soggiorno della donna. Non voleva che si salvasse. «Mi ha lanciato addosso piatti e sedie. E mi ha torto il collo tappandomi la bocca». [...]

 

violenza domestica 2

«Mi ha picchiata dopo avermi coperto la bocca. Mi picchia sempre. Mi strappa i capelli. Mi toglie i soldi che ho», ha detto lei in lacrime agli agenti del commissariato Dora Vanchiglia, che hanno scritto sul verbale: «Per terra ci sono diversi oggetti rotti. La donna è in evidente stato di agitazione. L'uomo è seduto sul letto e sorride in un apparente stato di tranquillità». [...]

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…