scuola normale pisa

“QUALE ECCELLENZA C'È TRA QUESTE MACERIE?” – IL J’ACCUSE DI TRE STUDENTESSE DELLA NORMALE DI PISA DURANTE LA CONSEGNA DEI DIPLOMI: “NOI CREDIAMO CHE LA SCUOLA NON SIA SENZA COLPE. HA PROMOSSO QUELLA RETORICA DELL’ECCELLENZA E DELLA MERITOCRAZIA CHE LEGITTIMA IL TAGLIO DELLE RISORSE. LE DISUGUAGLIANZE SONO STRIDENTI: DIVARIO DI GENERE, TERRITORIALE NORD E SUD E TRA I POLI DI ECCELLENZA ULTRA-FINANZIATI E LA GRAN PARTE DEGLI ATENEI.  CHE VALORE HA LA RETORICA DELL'ECCELLENZA SE FUORI DA QUESTA CATTEDRALE NEL DESERTO CI ASPETTA LA DESOLAZIONE CHE ABBIAMO DESCRITTO?” - VIDEO

 

 

 

Noemi Penna per “La Stampa”

 

scuola normale di pisa

Togliersi qualche sassolino dalla scarpa sull'università. Quando, se non durante il discorso per la consegna dei diplomi, in diretta YouTube? E' quello che ha scelto di fare un gruppo di studenti della Normale di Pisa, proprio perché «la Scuola ha significato così tanto per noi, vorremmo provare a spiegare come mai quando guardiamo noi stessi o ci guardiamo intorno ci è difficile vivere questo momento di celebrazione senza condividere con voi alcune preoccupazioni».

 

discorso delle studentesse della normale contro il 'sistema'

A parlare è Virginia Magnaghi, in rappresentanza di un Collettivo formato da una dozzina di allievi del Corso di Lettere. Un J' accuse «appassionato e puntuale», come lo ha definito sulle pagine de La Stampa lo stesso professor Salvatore Settis, che è stato direttore della Normale dal 1999 al 2010, sulla trasformazione aziendalistica dell'Università che «mortifica la ricerca scientifica, propugna la valutazione quantitativa dei risultati a scapito della qualità, ostacola le carriere dei docenti e incrementa il precariato».

discorso delle studentesse della normale contro il 'sistema'

 

«Dopo un confronto durato mesi, se non anni, vorremmo provare oggi a riassumere le contraddizioni che sentiamo quando pensiamo a dove siamo a come stiamo ora», afferma il gruppo, che proprio non si aspettava tutto questo clamore da quando il video della consegna dei diplomi è diventato virale sui social, anche se l'intenzione era esattamente questa: «Non vogliamo solo puntare il dito ma aprire un dialogo, quello era l'unico momento di visibilità che potevamo avere. In realtà non abbiamo detto niente di nuovo, questi sono temi che continuano a passare in sordina, non solo alla Normale di Pisa.  Sia ben chiaro, il nostro è un discorso indirizzato a tutto il sistema universitario».

Scuola Normale Pisa

 

Il Collettivo non ha un nome, la dottoressa Magnaghi ne è diventata l'indiretta portavoce, essendo stata la prima a prendere la parola durante la consegna dei diplomi. I neolaureati lo definiscono «l'apice di un confronto che avevamo da tempo, che per cinque anni ci ha accompagnato mentre studiavamo e avevamo a che fare con un mondo universitario elitario che non ci piace, che vorremmo cambiare».

 

Sì, perché i ragazzi che ci sono dietro al discorso sono in gran parte dottorandi, in Italia e all'estero, e proprio nel mondo universitario vedono il loro futuro. «Crediamo che sia necessario descrivere il contesto lavorativo, sociale e culturale in cui gran parte di noi è ormai inserita.

SCUOLA NORMALE DI PISA

 

Contesto che negli ultimi 13 anni è stato investito da cambiamenti profondi. Ci riferiamo al processo di trasformazione dell'Università in senso neoliberale, un'università-azienda in cui l'indirizzo della ricerca scientifica segue la logica del profitto in cui la divisione del lavoro scientifico è orientata a una produzione standardizzata, misurata in termini puramente quantitativi.

 

Un'università in cui lo sfruttamento della forza lavoro si esprime attraverso la precarizzazione sistemica e crescente, in cui le disuguaglianze sono inasprite da un sistema concorrenziale che premia i più forti e punisce i più deboli aumentando divari sociali e territoriali.

 

Le disuguaglianze sono stridenti: divario di genere, divario territoriale Nord e Sud e tra i poli di eccellenza ultra-finanziati e la gran parte degli atenei. Quale eccellenza c'è tra queste macerie? Che valore ha la retorica dell'eccellenza se fuori da questa cattedrale nel deserto ci aspetta la desolazione che abbiamo descritto?».

 

luigi ambrosio

Parole forti, a cui è inevitabilmente seguita la replica dell'ateneo, a firma del direttore Luigi Ambrosio. «A livello normativo la legge italiana non consente a una istituzione accademica nei bandi di concorso di fare differenziazioni in base al genere di appartenenza. In altri paesi è possibile destinare una quota parte dei posti a categorie in quel determinato momento ritenute svantaggiate, a livello sociale, economico, di genere».

 

Ma la Normale ha in qualche modo contattato il Collettivo? «Al momento no, ma forse è ancora presto - commentano i neolaureati -. Ci auguriamo di aprire un dibattito a livello nazionale, forti di tutto il supporto che stiamo ricevendo da tanti studenti e accademici. E' ormai chiaro che si tratta di un problema sistemico, dettato innanzitutto dal taglio silenzioso dei fondi all'istruzione e alla ricerca. Farne un discorso di genere è assolutamente riduttivo, anche se su questo tema c'è molto da lavorare».

scuola normale di pisa

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