brodo di polpo

MA QUALE PIZZA E SFOGLIATELLE: A NAPOLI IL RE DELLO STREET FOOD È IL BRODO DI POLPO! - "O' BRORE E PURPO" È UNO DEI CIBI DI STRADA PIÙ POPOLARI DEL CAPOLUOGO CAMPANO - IL PIATTO È DA TEMPO UN CAPOSALDO DELLE FAMIGLIE MA LA "RIVOLUZIONE" È ARRIVATA NEL DOPOGUERRA, QUANDO LE STRADE SI RIEMPIRONO DI CARRETTI CHE VENDEVANO IL "TE' DI NAPOLI" - IL PIATTO, OLTRE A SFAMARE I PESCATORI NELLE FREDDE GIORNATE, È CONSIDERATO UN TOCCASANA CAPACE DI...

Estratto dell'articolo di Giancarlo Saran per “La Verità”

 

brodo di polpo 6

Ci sono tradizioni talmente radicate nelle storie dei popoli che contribuiscono a irrobustire una identità senza tempo e, se si va di panza e sostanza, Napoli non la batte nessuno […] Città di mare e, quindi, sul podio d’onore, si parte a manetta con il polpo, considerato lo street food più povero della città dei Borbone, ma in grado di soddisfare appieno ogni esigenza. Testimone nel 1943, in pieno disastro bellico, Raffaele «Papucc o’ marenaro», che ne rivoluzionò il modo di proporlo girando tra i quartieri con un carretto e offrendolo bello caldo in un bicchiere.

 

brodo di polpo 2

Proposto non solo per saziare la fame atavica ma anche quale miglior metodo per curare il raffreddore. Lo si beveva, quindi, comodamente in piedi, magari irrobustito da qualche goccia di limone. In tempi più normali era patrimonio delle madri di famiglia che, con focolaretto e piccola pignatta fuori dalla porta di casa, lo offrivano a turisti e residenti come ben descritto da Matilde Serao ne Il ventre di Napoli. I polpoprofessionisti, invece, disponevano di un capace pentolone da venti litri. I tentacoli dei polpi, cioè le ranfetelle, erano legati con lo spago a un tappo di sughero, giusto per ripescarli al volo quando richiesti.

 

IL TÈ DI NAPOLI

Tagliati a rondelle e voilà nella tazzona brodosa. Era considerato il tè dei napoletani, grazie anche a «’o russo», ovvero un olio rosso, molto piccante, che i pescivendoli locali producevano in proprio e che entrava in sinergia con il gusto lungo del pepe[…]

 

venditrice di brodo di polpo a napoli

Un grande classico sono le purpetielle alla luciana, dove si inserisce una doppia chiave di lettura, tipica della sagacità partenopea. Luciane erano le mogli dei pescatori di Santa Lucia, il quartiere per eccellenza dei pescatori. Erano loro a preparare i polipetti da servire poi in vari modi. Quanto alle purpetielle, giusto per non smentire il divertente antropomorfismo culinario degli indigeni, hanno una doppia chiave di lettura, come da copione. Per purpetielle, nel pescatoriamente corretto, si intendevano i folpetti piccoli, quindi quelli più golosi da papparsi in un sol boccone. Ma anche le giovincelle di bell’aspetto. Lasciamo al lettore la conseguente chiave di interpretazione.

 

[…] Tutto è partito dalle purpetielle alla luciana, ovvero un goloso guazzetto «pulposo» con aglio, olio, pomodoro, pepe e prezzemolo. Voliamo altrove a ritmo di freselle, ovvero delle ciambelline di grano duro inventate da Raffaele Di Paolo, un fornaio del quartiere Sant’Antonio Abate, agli inizi dell’Ottocento. La storia vale la sosta di lettura.

 

purpetielle alla luciana

A Porta Capuana vi era la tradizione della Festa della Maruzza, una zuppa di frutti di mare all’olio forte. Ma bisognava stare sul pezzo, ovvero poterla inzuppare con qualcosa che non si sfaldasse al primo morso, «così da poter gustare la salsa piccantissima senza sfaldarsi». Ed ecco che a Raffaele arriva l’intuizione giusta. Una doppia cottura. La prima per tagliare la pagnotta a rondelle e la seconda con passata in forno per togliere umidità e renderla resistente e, quindi, a prova di morso goloso. Fu un successone. Ora la freselleria Di Paolo è giunta orgogliosa alla settima generazione, ma con un lutto tra le mura.

 

pullanchella 2

È sempre stato orgoglio di famiglia «lo criscito», ovvero il lievito madre. «Considerato un membro della famiglia. Protetto nel suo secchio e lavorato ogni giorno per dare vita a migliaia di freselle». Ebbene, durante i bombardamenti alleati, i Di Paolo dovettero lasciare in fretta e furia il loro laboratorio, abbandonando il nonno lievitato, di circa duecento anni. Gli diedero il gusto onore alla memoria con la nuova generazione, ora arrivata a settant’anni. […] Alla fine dell’impasto della storica fresella si aggiunge il pane grattugiato residuo delle freselle avanzate dai giorni precedenti. Continuando a deambulare curiosi e golosi per i vicoli non perdetevi le pullanchelle, ma anche qui occhio alla doppia chiave di lettura.

pullanchella 1

 

Le spicaiole, o pullanchelle, erano le pannocchie bollite per strada, da sgranocchiare in libertà tra un colpo d’occhio e l’altro a chi le vendeva che, per ovvia traslazione partenopea, erano le stesse venditrici. Tra le più famose, Catarina «’a liscia», che furoreggiava laicamente tra il popolo devoto offrendo le sue pullanchelle (cioè le pannocchie) durante la processione del Carmine, a metà luglio. […]

 

L’OSTRICARO

Da qui la marketing strategy delle belle giovani venditrici che giocavano sull’equivoco posto che, per pullanchella, oltre alla pannocchia d’ordinanza, si può anche intendere una giovane pollastrella. Ma in questo caso senza bargigli. Tanto per viaggiare d’innocenti similitudini gastrogoliardiche, è immancabile l’ostricaro fisico. Una vera istituzione lungo via Mergellina. […]

 

brodo di polpo 5

Cannolicchi, con limone. Vongole con vermicelli o in zuppetta. Cozze, impepate o al grattè, passate al forno con pangrattato, aglio e formaggio. Uno di questi, Peppino Capezzuto, era stato prescelto quale fornitore della Real Casa da Ferdinando II. Un giorno il nostro Peppino, di fronte all’espressione estasiata del suo mentore, si fa coraggio e balbetta: «Maestà, mi dà anc’amme un titolo onorifico?». Il Borbone di turno se la gioca con abilità. Posto che non poteva rendere barone questo volonteroso figlio di Santa Lucia, lo promuove equiparandolo al meglio della borghesia del tempo. I medici, detti allora «dottor fisico».

 

brodo di polpo 4

Loro curavano il corpo, lui, più specificamente, la panza, quindi «ostricaro fisico». La chiusura del cerchio. Beppino nostro corse orgoglioso dai suoi e, da allora, del titolo di «ostricaro fisico», poterono fregiarsi i migliori tra i suoi colleghi. Non c’è che dire. I Borbone furono una monarchia a dimensione umana, tesa a valorizzare il meglio del loro popolo, tanto che «ostricaro fisico» sarà l’insegna alle spalle di Sofia Loren in Pane, amore e fantasia di Dino Risi.

brodo di polpo 3

 

brodo di polpo 1

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…