benito mussolini sandro pertini

QUANDO PERTINI E MUSSOLINI SI INCROCIARONO SULLE SCALE DELL'ARCIVESCOVADO DI MILANO – ERA IL 25 APRILE DEL 1945: IL DUCE ERA ORMAI AGLI SGOCCIOLI DELLA SUA PARABOLA POLITICA E UMANA. IL FUTURO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RACCONTAVA CHE APPARIVA “MOLTO EMACIATO, PALLIDO, IRRICONOSCIBILE, NON ERA PIÙ IL BALDANZOSO DELLE FOTOGRAFIE. MA COME SI ARRIVÒ A QUELL’INCONTRO?

Estratto dell’articolo di Antonio Carioti per www.corriere.it

 

BENITO MUSSOLINI

Era il 25 aprile 1945. Due protagonisti della storia d’Italia, irriducibili nemici, s’incrociarono sulle scale dell’arcivescovado di Milano. Quello che scendeva era Benito Mussolini, giunto ormai agli sgoccioli della sua parabola politica e umana. Saliva le scale invece Sandro Pertini, il dirigente socialista che nel 1978 sarebbe stato eletto presidente della Repubblica italiana: avrebbe riferito successivamente che il Duce in quel momento appariva «molto emaciato, pallido, irriconoscibile, non era più il baldanzoso delle fotografie». Mancava poco alla fine del dittatore che aveva oppresso l’Italia per vent’anni. Ma come si era arrivati a quel fuggevole incontro?

 

sandro pertini foto di massimo capodanno

[…]  Una settimana prima il Duce aveva abbandonato Villa Feltrinelli di Gargnano (Brescia), sua residenza nel periodo della Repubblica sociale italiana (Rsi), per trasferirsi presso la prefettura di Milano. Era un uomo allo stremo. […]

 

Nel pomeriggio del 25 aprile, mentre i partigiani prendevano possesso della città dopo aver proclamato lo sciopero generale, una delegazione fascista, guidata da Mussolini, ne incontrò una del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (Clnai) presso l’arcivescovado di Milano.

 

sandro pertini comizio nella milano appena liberata

[…] Apparve presto chiaro che non esistevano margini per un vero negoziato, in quanto la richiesta ultimativa del Clnai era la resa incondizionata. Per giunta nel corso della discussione affiorò la notizia che i tedeschi avevano a loro volta avviato dei contatti sotterranei con i partigiani, senza consultare le autorità della Rsi […]. «Ci hanno sempre trattati come servi e alla fine ci hanno traditi!», esclamò Mussolini, adirato contro i nazisti. Quindi lasciò l’incontro, dicendo che sarebbe tornato entro un’ora con una risposta. Fu allora, uscendo per le scale, che si trovò di fronte Pertini, giunto in ritardo alla riunione.

 

BENITO MUSSOLINI

[…] Intorno alle otto di sera del 25 aprile, Mussolini partì per Como con il suo seguito, comprendente l’amante Clara Petacci e una scorta delle SS al comando del sottotenente Fritz Birzer. All’uscita dalla prefettura gli venne scattata l’ultima foto da vivo.

 

Nella città lariana la notte tra il 25 e il 26 aprile fu all’insegna della più assoluta incertezza. [...] Al mattino Mussolini partì per Menaggio, sulla sponda occidentale del lago di Como, dove tenne una riunione con i gerarchi al seguito. Poi si recò in una caserma della milizia confinaria, un ex albergo in località Grandola. Forse voleva provare a passare la frontiera elvetica, ma la zona era presidiata dai partigiani. Del resto sua moglie Rachele era stata respinta, con i figli Romano e Anna Maria, al confine di Chiasso. Quindi il dittatore tornò a Menaggio.

 

adolf hitler e benito mussolini in italia nel maggio 1938

Il 27 aprile il Duce si aggregò a un’autocolonna della contraerea tedesca diretta verso nord. Tra le località di Musso e Dongo il corteo venne bloccato dai partigiani della 52ª brigata Garibaldi. Dopo una breve sparatoria i resistenti, al comando di Pier Bellini delle Stelle, si accordarono con i nazisti: li avrebbero lasciati passare, in cambio della consegna di tutti i fascisti che erano insieme a loro. Nella piazza di Dongo il convoglio venne ispezionato. Mussolini si era nascosto su un camion, con indosso un cappotto e un elmetto tedeschi, ma venne scoperto dal garibaldino Giuseppe Negri e arrestato insieme agli altri italiani.

 

BENITO MUSSOLINI CLARETTA PETACCI

L’armistizio firmato dall’Italia del 1943 prevedeva che il dittatore fosse consegnato agli Alleati, ma i partigiani erano di diverso avviso: un decreto del Clnai aveva stabilito per i capi principali della Rsi la pena di morte. Quando ricevette la notizia dell’arresto del Duce alla sera del 27 aprile, il comitato insurrezionale di Milano, composto da Pertini, Leo Valiani (azionista), Emilio Sereni e Luigi Longo (comunisti), incaricò Walter Audisio e Aldo Lampredi, partigiani del Pci, di andare a prelevare Mussolini e giustiziarlo.

 

Il Duce trascorse l’ultima notte della sua vita insieme a Clara Petacci, a cui era stato concesso di seguirlo. […] Sull’esecuzione di Mussolini sono circolate molte versioni differenti, ma la più accreditata riferisce che il dittatore e l’amante furono uccisi a colpi di mitra in località Giulino di Mezzegra, a fianco del cancello di Villa Belmonte, alle 16.10 del 28 aprile 1945.

benito mussolini con il borsalinoSANDRO PERTINI sandro pertini in val gardenabenito mussolini claretta petacci appesi a piazzale loretosandro pertiniBenito Mussolini Claretta Petaccibenito mussolini nei campi benito mussolini a torso nudoBENITO MUSSOLINI E LA REPUBBLICA DI SALObenito mussolini nei campiBENITO MUSSOLINI E LA REPUBBLICA DI SALO

Ultimi Dagoreport

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…