
QUANTE SONO LE PERSONE CHE HANNO AIUTATO MARK SAMSON A DEPISTARE LE INDAGINI SULL'OMICIDIO DI ILARIA SULA? - OLTRE ALLA MAMMA DEL 23ENNE FILIPPINO, CHE HA CONFESSATO DI AVER PULITO IL SANGUE DELLA RAGAZZA NELLA STANZA DOVE È AVVENUTO L'ASSASSINIO, ALTRI DUE AMICI DI MARK (UN 22ENNE FILIPPINO E UN 23ENNE MAGREBINO) SONO SOSPETTATI DI AVERLO COPERTO - NEI GIORNI SUCCESSIVI ALLA MORTE DI ILARIA, IL RAGAZZO È ANDATO PIÙ VOLTE A TROVARE I DUE, HA PRANZATO CON UN'AMICA DELLA VITTIMA, HA ORGANIZZATO UN VIAGGIO A BOLOGNA E UNA FESTA A SORPRESA A UN AMICO - LA RABBIA DELLA FAMIGLIA DI ILARIA SULA: "NOSTRA FIGLIA BUTTATA VIA COME FOSSE UN PAIO DI SCARPE, NON ERA UN OGGETTO. SAMSON DEVE MARCIRE IN CARCERE"
FEMMINICIDIO ROMA: DIFESA SAMSON, MARK PIANGE E SI DISPERA
(LaPresse) - "Mark Samson è disperato e piange ogni sera perché è pentito per l'omicidio". Così all’agenzia LaPresse, all’uscita dal carcere di Regina Coeli, l’avvocato Fabrizio Gallo che difende Mark Samson, il 23enne arrestato con l'accusa di aver ucciso a coltellate la ex fidanzata Ilaria Sula.
ILARIA, È CACCIA AI COMPLICI INTERROGATI DUE AMICI DI MARK
Estratto dell'articolo di Andrea Ossino, Luca Monaco per “la Repubblica”
Mark Samson ha ucciso Ilaria Sula. La madre lo ha aiutato a pulire il sangue e, due amici, si sospetta, potrebbero averlo aiutato a depistare le indagini sul femminicidio. È una rete, quella che potrebbe aver coperto il ventitreenne. I magistrati lo scrivono chiaramente: esistono «forti dubbi e perplessità circa il fatto che egli abbia potuto agire da solo».
Perché ci sono elementi che non tornano, orari che non combaciano, spostamenti anomali. Non era facile, per un ragazzo di 23 anni, mantenere un «atteggiamento freddo e lucido», nascondere il corpo della studentessa in un trolley, gettarlo in un dirupo alle porte di Roma. Quindi tornare indietro, «dirigendosi verso casa dell’amica di Ilaria», andare con lei a «mangiare una piadina», organizzando una gita a Bologna e una festa a sorpresa per un amico.
Il sospetto è che il ragazzo sia stato consigliato, quantomeno coperto. Il cellulare di Ilaria Sula, rimasto per giorni nelle mani del suo assassino, traccia percorsi. Rivela spostamenti frequenti dalla casa di Mark fino a un appartamento in zona San Giovanni, dove abitano due amici con cui lo studente è stato fermato più volte dalla polizia, anche la notte prima dell’arresto.
Il primo ha 22 anni, il secondo 23. Sono entrambi nati in Italia da genitori di origini filippina e magrebina. «Uscivano insieme, nella stessa comitiva — spiega la mamma di uno dei due — è venuta a bussare la polizia, mio figlio ha raccontato quello che sapeva. Lasciatelo in pace, deve lavorare».
È ancora lungo il lavoro degli investigatori coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Perché, come dice il gip, «la dinamica dell’occultamento del cadavere della povera Ilaria non risulta del tutto chiara, anche per il ruolo assunto dai genitori o da terze persone».
I dubbi sulla versione di Mark sono nati quando, dopo aver confessato il delitto e aver ammesso di aver usato il cellulare di Ilaria per depistare le indagini, «si è rifiutato di rispondere sulla paternità del messaggio pubblicato dal profilo di Ilaria su Instagram il 31 marzo 2025 (“Sto bene. Grazie a tutti”)».
Aveva ammesso ogni cosa: perché non rispondere a questa domanda?
Inoltre la mappatura degli spostamenti dell’auto di Mark mentre trasporta il corpo verso il burrone, e quelli del cellulare di Ilaria, che il ragazzo ha detto di aver tenuto con sè, non combaciano nei tempi. Qualcun altro ha custodito lo smartphone? Mark ha ripulito la scena del delitto in poco tempo, ma ha impiegato otto ore per percorrere 50 chilometri, fino a Capranica Prenestina dove si è disfatto del corpo. […]
“NOSTRA FIGLIA BUTTATA VIA COME FOSSE UN OGGETTO QUELLA NON È UNA MADRE”
Estratto dell'articolo di Alessia Candito per “la Repubblica”
"Nostra figlia non era un paio di scarpe, non era un oggetto, non doveva essere buttata via così. Era una persona. E adesso non c’è più". Sono schiacciati dal dolore, frastornati da eventi che mai avrebbero immaginato, Flamur e Gezime Sula, i genitori di Ilaria, la ragazzina di 22 anni che l’ex fidanzato Mark Samson ha ammazzato, chiuso in una valigia e abbandonato in un dirupo. [...]
Con loro, nello studio dell’avvocato Giuseppe Sforza che li assiste, c’è il figlio minore, Leon, che ha perso «una sorella, un’amica, una complice, un tutto. Quando facevo qualcosa di sbagliato, era lei che mi rimproverava». Lui, Mark Samson l’ha conosciuto. «L’avevo visto una volta. Sembrava un tipo tranquillo, ma a mia sorella chiedevo sempre se stesse bene. Lei mi diceva di sì e io mi fidavo».
A lui no, non vuole chiedere i motivi di quel brutale omicidio, «non avrebbe senso. Ma vorrei tanto sapere quali sono state le ultime parole di mia sorella», sussurra. Sono i genitori a schiarirsi la voce e a raccontare la loro Ilaria. [...]
Quando ha deciso di studiare fuori, eravate preoccupati?
«Era una ragazza con la testa sulle spalle. Le sarebbe piaciuto studiare a Bologna, ma trovare un appartamento è stato impossibile. Perugia non le piaceva, allora siamo andati insieme a Roma. Abbiamo girato tutta la città, la sera siamo andati insieme a piazza Navona, a piazza di Spagna. A fine giornata ha detto “Roma va bene”».
Si sarebbe laureata a breve. Che progetti aveva per dopo?
«La laurea era prevista per ottobre. Già pensava alla festa, al vestito. Era così contenta. Ci aveva avvertiti: “Dovrò invitare tante persone”. E noi le dicevamo, “non ti preoccupare, facciamo tutto quello che vuoi”. Dopo voleva continuare a studiare, fare un master. Sognava in grande la nostra Ilaria». [...]
Tornava spesso a casa?
«Ogni volta possibile. Anche quel fine settimana la aspettavamo. L’ultima volta ci siamo sentiti martedì, Ilaria doveva studiare per un esame, per questo ci aveva chiesto di lasciarla in pace per un paio di giorni in modo da potersi concentrare. Generalmente arrivava dopo pranzo, ma voleva fare la manicure qui e aveva chiesto di prenotarle un appuntamento. Di pomeriggio non c’era posto, quindi aveva deciso di anticipare la partenza a venerdì sera».
Dal treno però non è mai scesa.
«Suo fratello è andato a prenderla alla stazione, il treno è arrivato e è ripartito e Ilaria non c’era».
Avevate provato a contattarla?
«Le avevamo già mandato un messaggio per sapere se avesse preso il treno, ma risultava non consegnato. Ci siamo preoccupati, poi abbiamo pensato che si fosse addormentata e l’avesse perso, anche se non era da lei, era una persona molto precisa. Abbiamo provato a chiamarla, ma il telefono risultava spento. Lì abbiamo capito che era successo qualcosa».
Sapevate della relazione con Mark Samson?
«Sì, ma non la consideravamo una cosa seria. Ci aveva parlato di lui. Ilaria non ci nascondeva nulla».
La madre ha confessato di averlo aiutato a cancellare le tracce. Da genitori cosa ne pensate?
«Come si fa a fare una cosa del genere? Avrebbe dovuto chiamare i soccorsi, l’ambulanza, la polizia. Non aiutarlo a pulire tutto, coprirlo. Quella non è una madre».
Cosa vi aspettate dalla giustizia italiana?
«Lui deve marcire in carcere per tutta la vita. Quello che le ha fatto, non si fa neanche agli animali. Nostra figlia non era un oggetto e l’ha buttata via come se lo fosse». [...]
dove e stato ritrovato il corpo di ilaria sula
ILARIA SULA CON I SUOI GENITORI
ILARIA SULA CON I SUOI GENITORI
MARK SAMSON