QUANTO MARCIO SUL CASO ENI-NIGERIA - VINCENZO ARMANNA INDOTTRINÒ UN TESTIMONE, L'IMPRENDITORE NIGERIANO MATTEW TONLAGHA, IL GIORNO PRIMA CHE IL PM LAURA PEDIO ANDASSE A INTERROGARLO IN NIGERIA - GLI SPIEGO' COSA RISPONDERE: "TUTTI DEVONO COMPRENDERE CHE GRANATA ERA IL VERO RIFERIMENTO DI AMARA, CHE HA CERCATO DI FARE PRESSIONE SU ME TRAMITE TE" - QUANDO LA CONDOTTA DI ARMANNA FU SMASCHERATA, GRAZIE ALL'ANALISI DELLA COPIA FORENSE DEL TELEFONO DI ARMANNA, LA PROVA NON FU DEPOSITATA NEL PROCESSO - E IL PM STORARI, CHE AVEVA SCOPERCHIATO IL VASO, SOLLECITO' I VERTICI DELLA PROCURA…
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
In gran segreto nel settembre 2018, senza che si sia sinora saputo, il procuratore aggiunto milanese Laura Pedio volò in Nigeria: e - in cerca di riscontri su quanto asserito dall' ex manager Eni Vincenzo Armanna (e confermato di sponda dall' ex avvocato esterno Eni Piero Amara) sul tentativo nel 2016 del numero tre Eni Claudio Granata di fargli ritrattare le accuse mosse nel 2014 a Eni e all'a.d. Claudio Descalzi nell' inchiesta Eni-Nigeria - interrogò l' imprenditore nigeriano Mattew Tonlagha: cioè il titolare della società Fenog (appaltatrice di Eni) di cui Armanna era consulente, e tramite i cui lavori sarebbe passato per Armanna il progetto Eni di comprarne il silenzio.
Ma la Procura affrontò quella trasferta senza immaginare che, il giorno prima dell'interrogatorio di Tonlagha, Armanna via chat lo avesse già indottrinato sulle domande che gli sarebbero state fatte dagli inquirenti e, soprattutto, sul cuore della risposta che gli raccomandava di dare: «Tutti devono comprendere che Granata era il vero riferimento di Amara», «che ha cercato di fare pressione su me» tramite te, «che tu non hai accettato», e che per questo Eni ha praticato ritorsioni sulla Fenog.
Ma ora dall' indagine della Procura di Brescia emerge che quando questa condotta di Armanna fu messa a fuoco tra fine 2020 e inizio 2021 dall' analisi della copia forense del telefono di Armanna operata dal pm Paolo Storari nella indagine preliminare (tuttora aperta) che aveva in co-delega con Pedio sul «complotto Eni», più volte Storari - ma sempre senza risposta - ne avrebbe sollecitato ai vertici della Procura il deposito nel processo Eni-Nigeria, visto che lì i pm De Pasquale e Spadaro avevano molto investito sull' attendibilità di Armanna anche a proposito dello specifico ruolo di Granata nel farlo ritrattare (ruolo sostenuto sempre pure dal «raddoppio» di Amara).
Giorni fa il procuratore Greco ha detto d' aver inviato a Brescia una nota di 11 pagine con cui il vice De Pasquale il 5 marzo 2021 (poco prima della sentenza del 17) gli aveva esposto le «valutazioni critiche» per le quali, con i colleghi Pedio e Spadaro, riteneva quel materiale (trasmesso da Storari ma definito «informale») non producibile in giudizio: un po' per diversità di lettura nel merito, e molto per asseriti profili di inutilizzabilità, essendo ancora in corso un accertamento irripetibile sul cellulare di Armanna.
piero amara la videoregistrazione dell'incontro armanna amara 3