le mascherine pannolino

QUELLE MASCHERINE-PANNOLINO ERANO PROPRIO UN'IDEA DI MERDA - LA PROCURA DI MILANO HA INVIATO GLI ATTI ALLA CORTE DEI CONTI PER UNO SPRECO DI 8 MILIONI DI SOLDI PUBBLICI BUTTATI NEL CESSO DALLA REGIONE LOMBARDIA: IL PIRELLONE COMPRÒ 9 MILIONI DI PEZZI DI MASCHERINE CHE NESSUNO NEGLI OSPEDALI SOPPORTAVA, TANTO CHE FINIRONO IN MAGAZZINO INUTILIZZATE…

Luigi Ferrarella per www.corriere.it

 

matteo salvini con la mascherine pannolino

Quelle mascherine facevano schifo, 9 dei 18 milioni di pezzi ordinati dalla Regione Lombardia a una ex ditta di pannolini sono rimasti inutilizzati in magazzino perché nessuno negli ospedali le sopportava, e così 8 milioni e passa di euro dei contribuenti sono stati buttati al vento: ora, «per questo fallimentare risultato dell’investimento di denaro pubblico», la Procura della Repubblica di Milano dispone «la trasmissione degli atti alla Procura regionale presso la Corte dei Conti per l’eventuale danno erariale».

 

mascherine pannolino 6

Perché di più i pm non possono fare, visto che la superficialità dei (non) controlli della Regione (e in parte del Politecnico) non consente penalmente di contestare alcun reato, né di truffa né di frode in pubbliche forniture.

 

mascherine pannolino 5

La partita di 18 milioni di mascherine, al prezzo di 45 centesimi l’una per totale di 8,1 milioni più Iva, fu commissionata il 26 marzo 2020 — riassume adesso la richiesta di archiviazione del pm Mauro Clerici — dalla centrale acquisti regionale Aria spa (allora guidata da Filippo Bongiovanni) alla società Fippi spa di Rho «in seguito alle indicazioni impartite da Regione Lombardia».

 

mascherine pannolino

Tutto fu meno che un successo, visto che Gianluca Chiodini, uno dei vertici della direzione generale Welfare, il 7 maggio 2020 contava che metà delle mascherine giacessero mestamente nel deposito di stoccaggio in Fiera.

 

E del resto le mascherine Fippi non risultano essere mai state distribuite nei reparti ospedalieri, ad eccezione di una piccola quantità arrivata al Niguarda e a Busto Arsizio, perché personale sanitario e pazienti le hanno sempre rifiutate trovandole insopportabili.

 

mascherine pannolino 3

Il punto è infatti che la normativa, tanto più quella costellata di deroghe emergenziali Covid, pretendeva requisiti sulla capacità di filtraggio delle mascherine, ma nulla prescriveva sulla portabilità della mascherina e quindi sulla sua completa idoneità a essere utilizzata.

 

E nel caso delle mascherine Fippi i consulenti tecnici del pm ora evidenziano che «il disegno a bandana, e la mancanza di un supporto sagomabile ad appoggiare il naso, inficiavano la tenuta superiore dell’aria e rendevano pressoché impossibile l’utilizzo per chi portava gli occhiali».

 

mascherine pannolino 4

Un problema non evidenziato però non solo dalla Regione, ma neppure dal gruppo Polymask costituito — secondo quanto riferito dal professor Giuseppe Sala — dal Politecnico di Milano nel «Dipartimento di Scienze e Tecnologie aereospaziali» per aiutare la Regione a individuare aziende idonee e disposte a riconvertire la propria produzione: cinque i test di affidabilità eseguiti, ma la Guardia di Finanza osserva come «non risulti l’effettuazione di prove formali di ergonomicità e/o funzionalità del prodotto realizzato da Fippi, il quale mostrava invece ictu oculi le criticità evidenziate dagli operatori sanitari», i quali non a caso non utilizzarono le mascherine nel 72% dei casi.

 

mascherine pannolino 2

Nel contesto emergenziale, scrive dunque il pm, «la scelta della giunta lombarda di incaricare Aria spa di acquistare i dispositivi sanitari tramite affidamento diretto ha inciso senz’altro sul rigore nei controlli nelle diverse fasi dell’operazione.

 

Ne è derivata una gestione assai criticabile della vicenda, con la spendita di denaro pubblico di fatto all’evidenza male utilizzato: le mascherine acquistate giacciono inutilizzate nei magazzini e l’investimento di 8,1 milioni di euro (più Iva) non ha contribuito neppure in minima parte al contrasto dell’emergenza pandemica».

 

attilio fontana con le mascherine pannolino

Tuttavia penalmente non c’è reato. Infatti le mascherine, autorizzate dall’Istituto Superiore di Sanità, secondo le consulenze tecniche «non presentavano criticità sotto il profilo del filtraggio tali da favorire il diffondersi del contagio, ma gravi carenze di ergonomia e vestibilità, perché divenivano non sopportabili anche dopo brevi periodi di tempo»: solo che, riguardo questo aspetto, non si può dire che la Fippi abbia ingannato la Regione, visto che il modello era proposto con trasparenza e «gli organi deputati all’acquisto non hanno rilevato le incongruenze».

 

mascherine pannolino 1

E nemmeno ci sono gli estremi per una turbativa d’asta, perché — anche se secondo la Guardia di Finanza milanese ci sarebbero «chiare evidenze di un accordo già stretto tra il rappresentante della task-force regionale Raffaele Cattaneo e la Fippi spa il giorno prima della pubblicazione sul sito della Regione dell’avviso rivolto all’imprese» — complessivamente per la Procura «non si ha evidenza di alcun accordo collusivo intercorso tra la Regione e la Fippi».

Ultimi Dagoreport

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – IL PARADOSSO DEL PD: DIRIGENZA ED ELETTORI SONO INCAZZATI PER LA LINEA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA MA SOLO ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA MUGUGNARE I RIFORMISTI CHE NON HANNO ALTRI LEADER – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA. RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL PUTINIANO SALVINI…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…