sabrina bosser e luca marangon alex

"ALEX È STATO UCCISO CON QUALCOSA TIPO UNA MAZZA DA BASEBALL, NON CERTO PER ANNEGAMENTO" - LA RABBIA DEI GENITORI DI ALEX MARANGON, IL 25ENNE MORTO LO SCORSO LUGLIO DOPO UN RITO SCIAMANICO A BASE DI AYAHUASCA NELL'ABBAZIA DI VIDOR: "CI SENTIAMO PRESI IN GIRO, FINORA NON ABBIAMO MAI PARLATO CON GLI INVESTIGATORI, NÉ COL PROCURATORE. L'ABBAZIA NON È STATA SIGILLATA, NON È STATA CHIAMATA LA SCIENTIFICA PER RACCOGLIERE ED ESAMINARE EVENTUALI PROVE" - "ALEX CI RACCONTAVA TUTTO E SAPEVAMO DELL'AYAHUASCA E DELLE PUNTURE DI VELENO DI KAMBO. C'È GENTE NON SI FA AVANTI E NON PARLA PER PAURA DI COMPROMETTERSI A CAUSA DI..."

Estratto da www.ilrestodelcarlino.it

 

alex marangon

“Ci sentiamo presi in giro, vogliamo sapere a che punto sono le indagini”. A sette mesi dal ritrovamento del corpo di Alex Marangon - il 25enne morto dopo un rito sciamanico a base di ayahuasca nell'abbazia di Vidor (Treviso) – i genitori del barista di Marcon (Venezia) rompono il silenzio con una lunga intervista su Antenna Tre.

 

Il fascicolo della procura trevigiana è ancora aperto, l’ipotesi dei pm è di omicidio volontario a carico di ignoti. “Finora non abbiamo mai parlato con gli investigatori, né col procuratore di Treviso. Perché tutti questi esami, come il tossicologico che tarda da mesi, solo per Alex e non per tutti gli altri che hanno partecipato allo stesso rito? Nemmeno un test è stato richiesto per loro'”, si domandano Sabrina e Luca Marangon. […]

I GENITORI DI ALEX MARANGON

 

I PUNTI OSCURI DELLE INDAGINI

[…] “L'abbazia non è stata sigillata, non è stata chiamata la scientifica per raccogliere ed esaminare eventuali prove, non sono state trattenute le persone, quelle poche che quella mattina erano forse ancora recuperabili perché erano scappati tutti. I carabinieri ci hanno risposto: 'sono tutti maggiorenni' e basta”. […]

 

QUATTRO ORE DI BUCO: "UNA MESSINSCENA"

abbazia di santa bona a vidor

''Una bella messinscena, come hanno fatto due giorni dopo facendoci ritrovare il materassino di Alex con tutto buttato sopra alla rinfusa: non era da lui. Pensavano che noi genitori non sapessimo nulla. Invece Alex, anche tramite sua sorella Giada, ci raccontava tutto e sapevamo dell'ayahuasca e delle punture di veleno di kambo in programma quel weekend con i colombiani che, non a caso, costava 400 euro”, raccontano.

 

andrea gorgi zuin

Poi mostrano una foto scattata poco prima dell'inizio del rito, dove si vedono disposte in cerchio dentro la chiesa i 20 materassini dei partecipanti con accanto i secchi per vomitare e le bottigliette di ayahuasca: al centro c'è l'organizzatore, il musicista Andrea Zuin. “Tutto materiale che avrebbe potuto essere sequestrato per essere poi analizzato”, […]

 

"solo un gruppetto di 4 o 5 persone è uscito dalla chiesa per cercare Alex, tutti gli altri sono rimasti dentro. Lui aveva notato che mancava Alex e gli altri quattro ed era uscito per chiedere cosa fosse successo, ma Zuin gli ordinò 'vai dentro' e lui invece di insistere gli obbedì''.

 

alex marangon

IL PADRE: “UCCISO CON UNA MAZZA DA BASEBALL”

Stefano Marcon è sicuro che Alex sia stato ucciso nell'abbazia - “Probabilmente con qualcosa tipo una mazza da baseball, non certo per annegamento” - e che il corpo sia stato fatto ritrovare sull'isolotto del Piave quattro giorni dopo con l'intento di depistare le indagini e distogliere l'attenzione dalla 'setta dell'abbazia di Vidor'.

 

ALEX MARANGON E LA MADRE Sabrina Bosser

“Dove quella sera c'era gente importante e di una certa posizione - dice il padre - tanto che Alex era uno dei più giovani. Nella chat di Telegram che usavano per gli appuntamenti c'erano ben 160 iscritti, ma è stata prontamente cancellata e ora è irrecuperabile”. Non solo. “Sappiamo che c'è gente che quella sera c'era e che sa come sono andate davvero le cose, ma che non si fa avanti e non parla per paura di compromettersi a causa dell'ayahuasca, delle sostanze allucinogene e forse anche della cocaina che qualcuno potrebbe aver dato a forza a mio figlio quella sera”, conclude la madre Stefania.

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