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“QUELL'UOMO DEVE ESSERE PRESO SUBITO PERCHÉ È UN MOSTRO” – IL RACCONTO DI LIVIA CASCARANO, LA DONNA CHE, NEL CENTRO DI ROMA, È STATA PUNTA CON UNA SIRINGA DA UN RAGAZZO CHE POI È SCAPPATO – “ABBASSANDOMI MI SI È SCOPERTA LA SCHIENA. HO SENTITO UN PIZZICO E HO VISTO IL RAGAZZO ANDARE VIA. SONO RIMASTA PIETRIFICATA DALLA PAURA. HO VISTO CON LA CODA DELL'OCCHIO CHE METTEVA QUALCOSA IN TASCA” – ORA LA DONNA DOVRÀ FARE DEGLI ACCERTAMENTI PER L’HIV E L’EPATITE…

1. ANSIA PER LA DONNA PUNTA CON LA SIRINGA "L'AGO USATO POTEVA ESSERE INFETTO"

Estratto dell’articolo di Romina Marceca per “la Repubblica”

 

LIVIA CASCARANO

La speranza è che quella lieve ferita sulla schiena non sia infetta e, soprattutto, che chi l'ha provocata venga presto identificato. È caccia al ragazzo che avrebbe punto con una siringa una donna di 40 anni vicino via del Corso. Ci sono una decina di telecamere sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori.

 

Il caso al centro di Roma ha fatto scoppiare l'allarme needle spiking, un fenomeno che in Europa conta centinaia di casi e che consiste nell'iniettare gocce di Gbl nelle vittime nei locali della movida per poi stuprarle. Sta di fatto che la vittima romana, Livia Cascarano, attrice di cinema e teatro, si è dovuta rivolgere all'ospedale per cercare di comprendere se e cosa le è stato iniettato o se si è trattato soltanto di un ago che le è stato strisciato addosso. […]

 

LA PUNTURA DI LIVIA CASCARANO

La donna ha sentito una puntura alla schiena e si è subito girata. E a quel punto è salita in sella alla sua bicicletta e l'ha seguito realizzando il video che è ora in mano agli inquirenti. Quando quell'uomo si e accorto del video si è dileguato nelle traverse del centro.

 

I militari adesso indagheranno per verificare se si tratta di un caso di needle spiking. Di fatto, nella capitale, non ci sono state altre segnalazioni. Sotto sequestro sono finite anche una decina di sistemi di videosorveglianza tra via del Corso e piazza del Popolo. I carabinieri stanno verificando cosa sia successo prima e dopo l'aggressione denunciata per identificare quel ragazzo che avrebbe messo in tasca una siringa.

 

Livia Cascarano, mamma di due bimbe, è stata visitata all'ospedale Spallanzani un'ora dopo il ferimento. Spiegano dall'ospedale: «La paziente aveva una papula sulla schiena. Non c'era sangue e non è stato individuato un foro ma c'era una lesione non continua». I medici hanno consigliato alla paziente di tornare in ambulatorio per sottoporsi agli accertamenti per l'Hiv e l'epatite. […]

 

2. LIVIA CASCARANO "NON ESCO PIÙ QUEL MOSTRO PUÒ COLPIRE ANCORA"

Romina Marceca per “la Repubblica”

 

RAGAZZO CHE HA PUNTO LIVIA CASCARANO

Non riesce a uscire di casa più da sola. In 48 ore la paura è cresciuta nonostante le rassicurazioni di carabinieri e familiari. «Quell'uomo deve essere subito preso perché potrebbe fare del male anche ai bambini. È un mostro», è il pensiero costante di Livia Cascarano mentre passeggia al centro di Roma.

 

Signora Cascarano ma nessuno ha visto quell'uomo mentre la pungeva?

«No, ma io sono sicura che sia stato lui. Ero in via Brunetti e non c'era nessuno. Stavo incatenando la mia bicicletta, dovevo sbrigare alcune commissioni per Natale. Indossavo un bomber e abbassandomi si è scoperta la schiena. Ho sentito quella puntura e ho detto "Ahi". Mi sono girata e ho visto quel ragazzo andare via».

 

needle spiking 9

Non ha tentato di fermarlo o di chiedergli cosa fosse successo?

«No, sono rimasta pietrificata dalla paura. Ho visto con la coda dell'occhio che metteva qualcosa in tasca. Ho pensato in pochi secondi che dovevo fare qualcosa e ho iniziato a seguirlo con la bici». […]

 

Perché non l'ha fermato?

«Perché in via del Corso e in centro passano sempre le volanti e pensavo che seguendolo avrei fatto da gancio a polizia o carabinieri. Volevo sapere cosa mi avesse fatto quel mostro. Ma lui si è accorto che lo riprendevo e si è dileguato tra le strade del centro».

 

Conosce il fenomeno del needle spiking?

RAGAZZO CHE HA PUNTO LIVIA CASCARANO

«Non lo conoscevo fino a due giorni fa e spero tanto di non far parte di questo filone maledetto. In famiglia mi hanno spiegato di cosa si tratta e mi mette paura pensare che la gente possa essere in pericolo. Per questo vorrei lanciare un appello ai commercianti della zona perché conservino le immagini delle loro telecamere di sicurezza.

Magari da quei frame si può risalire a cosa ha fatto quell'uomo».

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