virginia raggi

LA GRANDE FUGA DAL CAMPIDOGLIO: VIRGINIA RAGGI SEMPRE PIU’ SOLA - LASCIA ANCHE IL GENERALE SILVIO MONTI MESSO A CAPO DEL DIPARTIMENTO AMBIENTE – “L'ADDIO IMPROVVISO? MOTIVI PERSONALI. NON VOGLIO FARE POLEMICHE” - NON È IL PRIMO DIRIGENTE DEL CAMPIDOGLIO A LASCIARE. ALLA DIREZIONE RIFIUTI, PER DIRE, È DOVUTA ARRIVARE…

Lorenzo De Cicco per “il Messaggero”

raggi rifiuti

 

In Campidoglio è rimasto un mese. Il generale di Brigata messo a capo del dipartimento Ambiente di Roma insomma l'ufficio che gestisce sia i rifiuti che il verde pubblico, due piaghe Capitali si è dimesso ieri pomeriggio. La «nuova epoca» che la sindaca Virginia Raggi aveva annunciato a maggio, con l'ingaggio di cinque alti ufficiali in prestito dal Ministero della Difesa, rischia di chiudersi subito e in malo modo.

Generale Silvio Monti

 

Il primo strappo si è visto ieri. A lasciare è stato Silvio Monti, generale messo a capo di uno dei dipartimenti strategici del Comune di Roma. Forse l'ufficio più delicato, in questa fase, perché amministra due settori precipitati negli ultimi anni in una crisi a spirale da cui è difficile uscir fuori: gli alberi che continuano a crollare a un ritmo che non si vedeva da tempo (+730% di crolli solo dal 2016 al 2018) e i rifiuti che traboccano dai cassonetti invadendo strade e marciapiedi.

 

gaffe sui rifiuti di virginia raggi 5

L'addio improvviso? «Motivi personali che non mi consentono di proseguire», ha scritto Monti nella lettera di dimissioni. «Non voglio fare polemiche», la risposta a chi l'ha contattato nelle ultime ore. Ma il militare, racconta chi ha raccolto i suoi sfoghi in questo mandato lampo a Palazzo Senatorio, avrebbe mostrato più di un dubbio sulla situazione trovata in Comune. Una cosa è certa: la sua poltrona è rimasta vuota.

 

gaffe sui rifiuti di virginia raggi 8

L'ennesima grana per l'amministrazione di Virginia Raggi, che da cinque mesi dall'8 febbraio scorso non ha un assessore all'Ambiente. La delega ai Rifiuti, ammettono con un filo d'imbarazzo perfino nell'entourage della sindaca, non la vuole prendere nessuno. Per quella al Verde, Raggi sta pensando di ripiegare su una fedelissima, ex candidata (non eletta) dei 5 Stelle, Laura Fiorini.

 

Raggi confidava di far gestire entrambi i settori a un generale di grande esperienza come Monti. Non mettendo in conto, evidentemente, che il militare non sarebbe più stato disponibile così presto. Non è il primo dirigente del Campidoglio a lasciare. Alla Direzione Rifiuti, per dire, è dovuta arrivare una manager esterna, Laura D'Aprile, tecnica del Ministero dell'Ambiente, perché nessuno tra i quasi 200 dirigenti comunali si era fatto avanti per svolgere l'incarico.

 

IL CONTINGENTE

raggi

Raggi puntava forte sui generali, sfruttando l'assist arrivato l'anno scorso dalla Difesa. La ministra grillina Elisabetta Trenta ha riformato gli elenchi dei militari in ausiliaria, quelli che, tra i 60 e i 65 anni, in alternativa al congedo possono iscriversi a una lista da cui pescano le amministrazioni di tutta Italia, per un massimo di cinque anni. Raggi, a corto di dirigenti, aveva subito pensato di servirsene. «Grazie alla sinergia sviluppata con il ministro - annunciava su Facebook a inizio maggio - abbiamo accolto cinque generali, provenienti dall'Esercito e dall'Aeronautica Militare, a guidare cinque Direzioni di Roma Capitale».

 

IL GENERALE GIOVANNI SAVARESE

Cinque uffici come la Protezione Civile, assegnata al generale di divisione Giovanni Savarese, le Risorse Umane dei vigili, affidate al generale di Corpo d'armata Paolo Gerometta, i Servizi Digitali, andati a Giovanni Calcara, la Scuola di Formazione comunale, guidata dal generale di Brigata Giuseppe Morabito, più appunto il dipartimento Tutela Ambientale, il più delicato di questa partita, assegnato a Monti.

 

Scelto prima per la Direzione del Verde (l'ordinanza è del 27 maggio) e poi dal 18 giugno ad interim per l'intero dipartimento, comprendendo anche i rifiuti quindi. «Professionalità di primissimo livello, con alle spalle una vita intera dedicata alle istituzioni», assicurava Raggi, con una solenne postilla: «È tempo di aprire una nuova epoca». Ma almeno per quanto riguarda verde e rifiuti, è finita subito.

raggiraggiraggi

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…