NON DITE A BERGOGLIO CHE, PER RATZINGER, LA CHIESA SI SALVA CON UN "RESTAURATORE LIBERANTE" - NELLA LETTERA ALLA CHIESA POLACCA PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI WOJTYLA, RATZINGER RICORDA COME L’ARRIVO DI GIOVANNI PAOLO II MISE FINE A UNA “SITUAZIONE DRAMMATICA” NELLA CHIESA, NATA A SEGUITO DEL CONCILIO VATICANO: “LA CHIESA ERA COME L’URSS AL MOMENTO DEL CROLLO. C’ERA LA SENSAZIONE CHE NULLA FOSSE PIÙ CERTO. IL NUOVO PAPA FU UN RESTAURATORE LIBERANTE...”
PAPA WOJTYLA - BERGOGLIO - RATZINGER
(askanews) - "Quando il cardinale Wojtyla fu eletto successore di San Pietro il 16 ottobre 1978, la Chiesa era in una situazione drammatica. Le deliberazioni del Concilio erano state presentate al pubblico come una disputa sulla stessa Fede, che sembrava privare il Concilio della sua sicurezza infallibile e incrollabile": lo scrive il Papa emerito Benedetto XVI in una lettera alla chiesa polacca, pubblicata dall'episcopato del paese in inglese e polacco, in vista del centesimo anniversario della nascita di Giovanni Paolo II, Pontefice che fu eletto nel 1978 in pieno dopo-Concilio (1962-1965).
"Un parroco bavarese, ad esempio, commentò la situazione dicendo: 'Alla fine, siamo caduti nella fede sbagliata'", scrive Joseph Ratzinger. "La sensazione che nulla fosse più certo, che tutto fosse messo in discussione, fu accresciuta ancora di più dal metodo di attuazione della riforma liturgica e alla fine sembrò quasi che la liturgia potesse essere creata da sé.
Paolo VI mise fine al Concilio con energia e determinazione, ma dopo la sua conclusione, affrontò problemi sempre più pressanti che alla fine misero in dubbio l'esistenza della Chiesa stessa. A quel tempo, i sociologi confrontarono la situazione della Chiesa con la situazione dell'Unione Sovietica sotto il dominio di Gorbaciov, durante il quale la potente struttura dello Stato sovietico crollò durante il processo della sua riforma".
KAROL WOJTYLA E JORGE MARIO BERGOGLIO
"Una sfida quasi impossibile attendeva" il nuovo Papa, scrive Joseph Ratzinger, secondo il quale "tuttavia, fin dal primo momento, Giovanni Paolo II ispirò nuovo entusiasmo per Cristo e per la sua Chiesa. Le sue parole dell'omelia di inaugurazione del pontificato: 'Non abbiate paura, aprite, aprite le porte a Cristo'. Questo appello e il tono avrebbero caratterizzato il suo intero pontificato e lo avrebbe fatto un restauratore liberante della Chiesa. Ciò era condizionato dal fatto che il nuovo Papa veniva da un paese dove la recezione del Concilio era stata positiva: quello di rinnovamento gioioso di tutto anziché un atteggiamento di dubbio e incertezza".