la funivia e una foto di luigi nerini stresa mottarone

IL RE DEGLI IMPIANTI DEVE DARE QUALCHE RISPOSTA - LUIGI NERINI HA IN MANO IL 100% DELLA SOCIETÀ CHE GESTISCE LA FUNIVIA DEL MOTTARONE: UN IMPERO CON FATTURATI STABILI INTORNO A 1,7-1,8 MILIONI E UN COMPENSO DI 96 MILA EURO FINO AL 2028 - AVEVA RAPPORTI MOLTO STRETTI CON LA MULTINAZIONALE CHE DOVEVA OCCUPARSI DELLA MANUTENZIONE E NONOSTANTE IL "GRAVE DEGRADO DELL'IMPIANTO" SI ERA AGGIUDICATO ALTRE DUE VOLTE LA CONCESSIONE - A STRESA È FINITO SPESSO NEL MIRINO PERCHÉ "HA TUTTO LUI, NON C'È SPAZIO PER NESSUN ALTRO..."

1 - NERINI IL GESTORE DELL'IMPIANTO E LE RELAZIONI CON I CONTROLLORI

Mario Gerevini per il "Corriere della Sera"

 

il gestore luigi gigi nerini

La società che ha in gestione la funivia del Mottarone si chiama Ferrovie del Mottarone ed è al 100% di proprietà di Luigi (Gigi) Nerini, 56 anni, un imprenditore locale, di Baveno, paese sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.

 

Ma a quanto risulta al Corriere quattro anni fa c'era un rapporto strettissimo con l'altoatesina Leitner dalla quale Nerini acquistò l'80% delle Funivie di Mottarone, poi fusa in Ferrovie. La relazione era tale per cui il gruppo di Vipiteno aveva in pegno il 100% della società di Nerini. Cioè, in sostanza, l'aveva finanziato.

 

soccorsi alla funivia stresa mottarone

Il retroscena è tutt'altro che secondario perché la Leitner della famiglia Seeber (una multinazionale attiva negli impianti a fune da 1 miliardo di ricavi) è quella che ha la responsabilità della manutenzione.

 

Di fatto tra Nerini e Leitner c'è stata una relazione che è andata ben oltre a quella tra il committente della manutenzione e il fornitore. «I controlli giornalieri e settimanali previsti dal regolamento d'esercizio e dal manuale di uso e manutenzione sono in carico al gestore», ha sostenuto ieri la Leitner.

 

carro funebre funivia stresa mottarone

«La società Ferrovie del Mottarone - ha dichiarato il legale della società, Pasquale Pantano - ha stipulato nel 2016 un contratto di manutenzione ordinaria e straordinaria con la Leitner per un canone annuale di 150mila euro circa. A quanto abbiamo ricostruito, tra il 2014 e il 2016 si fece una ristrutturazione, da allora la Leitner si è occupata della manutenzione». Ma i rapporti, come abbiamo visto, erano ben più stretti.

 

FUNIVIA stresa mottarone

I bilanci degli ultimi anni delle Ferrovie del Mottarone, che controlla la funivia, hanno segnato risultati molto soddisfacenti con fatturati stabili intorno a 1,7-1,8 milioni (l'ultimo noto è quello del 2019) e utili in crescita da 200 mila fino a 440 mila euro. I debiti sono pari a 2,6 milioni e quindi, almeno fino a ieri, del tutto compatibili con un'azienda che realizza un utile pari a oltre il 20% del fatturato.

 

funivia stresa mottarone 7

Nerini prende un compenso di 96 mila euro dalla sua società e ha in concessione la funivia dal Comune di Stresa fino al 2028. Il Comune, che eroga un contributo annuo intorno ai 130 mila euro, ha incamerato due fideiussioni dall'imprenditore per poco più di 100 mila euro.

 

Il numero dei dipendenti cambia ogni mese e si va da un massimo di 18 tra maggio e agosto al minimo di 8 a novembre, seguendo il flusso dei turisti che pagano 20 euro il biglietto di andata e ritorno.

 

funivia stresa mottarone 9

I passaggi sono circa 100 mila l'anno, compresi i residenti a Stresa che hanno tariffa agevolata. Nerini, diploma di liceo scientifico, è titolare anche di un'agenzia viaggi a Verbania. «Ho preso spunto - raccontava presentando il suo libro sulla "Ferrovia elettrica Stresa-Mottarone" - dal centenario del primo viaggio effettuato dal "Trenino" l'11 luglio 1911, della Società Ferrovie del Mottarone, che oggi rappresento, per prendere coraggio al fine di scrivere la storia e le origini della mia famiglia, a partire dalla seconda metà dell'800».

 

incidente funivia stresa mottarone

All'inizio, dunque, era una ferrovia a cremagliera che poi nel '63 fu chiusa e sostituita dal servizio autobus della Autoservizi Nerini; la funivia fu inaugurata il primo agosto 1970.

 

Il 3 aprile 2015 - secondo quanto ha scritto Il Giornale - il consigliere regionale del Piemonte Maurizio Marrone aveva presentato un'interpellanza alla giunta per chiedere conto dello stato di manutenzione del collegamento via cavo tra Stresa e le alture.

 

mottarone trenino stresa

E Marrone ricorda che per quasi trent'anni, dall'inaugurazione nel 1970 al 1997, le due tratte «vengono gestite dalla società Ferrovie del Mottarone srl», fino a quando «a seguito di grave degrado dell'impianto» vengono tolte alla società e affidate un'azienda di servizi incaricata del risanamento.

 

Ma «la stessa società che aveva portato la funivia a degrado», cioè la Ferrovie del Mottarone, nel 2001 si aggiudica nuovamente la concessione e nel 2014 se la riaggiudica, dopo che la gara era andata deserta.

 

2 - IL RE DEGLI IMPIANTI FINISCE NEL MIRINO

Lodovico Poletto per "La Stampa"

 

INCIDENTE FUNIVIA STRESA MOTTARONE

Il patron della funivia non s'è più visto al bar Idrovolante dalla domenica della sciagura. Dicono che ieri sia andato e venuto da Milano al Lago Maggiore, dallo studio dell'avvocato a casa. Dove vive asserragliato con la famiglia e suo padre, l'uomo che ha inventato tutto questo impero di trasporti su e giù dal Mottarone.

 

Funivia stresa mottarone 6

«Provato da questa storia, umanamente sconvolto: su di sé sente tutto il peso di ciò che è accaduto» sussurra il suo legale, Pasquale Pantano. Quel che è certo, però, è che Nerini figlio oggi gestisce davvero un impero. E la funivia è sì la sua «creatura più importante», ma non è l'unica.

 

Perché lassù in cima alla montagna che guarda i laghi e la Pianura Padana c'è pure una seggiovia. E l'azionista di riferimento è sempre lui, Luigi Nerini. E poi c'è un impianto dicono «tra i più grandi d'Europa» di slittino su rotaie, e ancora una volta c'entrerebbe la famiglia Nerini.

 

incidente funivia stresa mottarone

Ecco spiegato perché sulle sponde del lago, a Stresa, trovi chi li ama oppure li critica senza troppa pietà: «Ha tutto lui, non c'è spazio per nessun altro».

 

Ora, la sua storia parte da lontano. Da quando cioè il capostipite - il papà di Luigi - era il patron del trenino, una cremagliera che scalava i 1.200 metri di salita al Monte. E finiva lassù dove adesso ci sono ancora la stazione d'arrivo e il ricovero del treno. Vecchi muri che vengono giù.

 

incidente funivia stresa mottarone 5

Ecco, o lo ami o lo critichi Luigi Nerini, e fai come fa un ex consigliere di opposizione di Stresa, Piero Vallenzasca, che in modo neanche troppo velato gli ha fatto la guerra. Tutto s'è acuito dopo che l'impianto era stato fermato per manutenzione. Erano gli anni a cavallo tra il 2014 e il 2017. E la Regione aveva tirato fuori un po' di soldi per sistemarla: un'impresa partecipata anche dal Comune. Poi venne bandita la gara.

 

incidente funivia stresa mottarone 2

«E chi l'ha vinta? Nerini ovviamente. E sa che utile fa con questa funivia? Centinaia di migliaia di euro l'anno», dice Vallenzasca. Che però ce l'ha a morte con altro. E cioè con i cento e rotti mila euro che il Comune di Stresa dà - o darebbe - alla società che opera sulla funivia. «E prima o poi io mando tutto alla Corte dei Conti: voglio vederci chiaro in questa storia», continua.

 

il trenino di stresa mottarone

I soldi, però, fanno parte di un pacchetto di accordi che vennero sottoscritti prima che il bando per la gestione fosse riassegnato al vecchio proprietario, che fu anche il partecipante unico a quella gara.

 

La questione era stata affrontata - in qualche modo - anche nei palazzi della Regione, a Torino. Maurizio Marrone (Fdi), allora consigliere, l'aveva tirata fuori non come attacco al gestore, ma raccogliendo, dice adesso, «le istanze della gente del territorio». Che già allora mugugnava su questo e su quello. Anche sui licenziamenti del personale. E sui tagli al momento delle riassunzioni, quando la funivia riprese a girare.

 

canio di milia

Erano gli anni in cui il sindaco di Stresa, la perla del lago Maggiore, era ancora Canio Di Milla. Uno ancora inseguito dalle polemiche per un eliporto realizzato in villa sulla collina, da una magnate bielorussa, uno che - raccontano - ha ancora 28 cause in corso. Nonostante non sia più sindaco da anni.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…