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MASCHERINA TI CONOSCO! LA REGIONE LAZIO PAGA MA IL CARICO NON C’E’: 10 MILIONI DI MASCHERINE SPARITE - L'AFFIDAMENTO A METÀ MARZO A UNA DITTA ITALO-CINESE DI PRODUZIONE LAMPADINE PER UN TOTALE DI 35 MILIONI DI EURO DI IMPEGNO DI SPESA. MA OGGI NON È ARRIVATO NULLA – FRATELLI D’ITALIA PARLA DI “PRESUNTA TRUFFA”. LA REPLICA DELLA REGIONE...

Francesco Pacifico per “il Messaggero”

 

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C'è una terza tranche delle mascherine a rischio consegna, che la Regione ha già pagato per metà, ma che potrebbe non ricevere mai. Come raccontato dal Messaggero, la Protezione civile del Lazio - nella frenesia di trovare i dispositivi di protezione individuale durante l'emergenza Covid-19 - il 16 marzo scorso aveva ordinato a una ditta romana 5 milioni di pezzi tra FFP2, di FFP3 e dispositivi a tre strati, con due contratti in affidamento diretto per oltre 22 milioni di euro. In più aveva già versato come caparra la metà di questa cifra. Mascherine che dovevano essere recapitate il 30 marzo e che invece non sono state neppure importate dalla Cina.

 

LA DIATRIBA

Con il risultato che l'ente si appresta nelle prossime ore a mettere in moto l'avvocatura regionale per presentare regolari denunce penali e civili, se non si vedrà restituito l'anticipo. Ma adesso, a spaventare le autorità regionali, è il terzo ordine fatto alla stessa ditta romana, il cui termine di consegna scadeva lunedì sei aprile.

 

mascherine 3m 1

Il 20 marzo scorso, infatti, la Protezione Civile fa un ulteriore ordine alla stessa azienda romana di quasi 14 milioni di euro per ulteriori 3 milioni di mascherine FFP2 e FFP3, che come detto andavano recapitate entro lunedì e delle quali si sono perse le tracce.

 

Il contratto concede al fornitore una proroga nella consegna di cinque giorni (pagando per ognuno di essi una penale di 10mila euro). Dopodiché scatta la rescissione del contratto, la richiesta di vedersi accreditato l'anticipo e un primo riconoscimento di danni. Passata questa data, si arriva alle vie legali.

 

Per avere lumi su questa fornitura, la Protezione civile del Lazio hanno contattato la ditta, che vede tra i soci anche un soggetto cinese e che fino all'inizio della crisi coronavirus, vendeva lampade a Led. L'azienda avrebbe garantito sulla consegna e avrebbe dato rassicurazioni anche sul versamento degli anticipi, ma in Regione Lazio sono molto scettici.

CORONAVIRUS MASCHERINA

 

LE REAZIONI

Fatto sta che la questione è diventato un caso politico. Chiara Colosimo, consigliera regionale di Fratelli d'Italia, ha presentato lunedì un'interrogazione alla giunta e parla di presunta truffa ai danni dell`agenzia regionale della Protezione civile». Per poi aggiungere che «nello stabile indicato dall'azienda, in zona Trieste, non ci sono suoi uffici, ma abbiamo trovato soltanto un gruppo di professionisti che non sa nulla né di mascherine né di lampade a Led».

 

NICOLA ZINGARETTI DOPO IL CONTAGIO DA CORONAVIRUS

Dalla Regione replicano: «Non ci troviamo di fronte ad alcuna truffa». Secondo gli uffici di via Cristoforo Colombo, infatti, la Protezione civile, prima di fare l'ordine, ha «effettuato tutte le verifiche del caso. L'azienda, che non è sparita, al momento non è stata in grado di adempiere a due delle tre forniture richieste e per questo è stata avanzata l'immediata richiesta formale di restituzione dell'anticipo».

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