REGOLAMENTO BESTIALE – A MILANO IL COMUNE VOTA OBBLIGHI DEMENTI PER CHI POSSIEDE ANIMALI: TRA LE PRESCRIZIONI PIÙ PARADOSSALI C’È QUELLA DI METTERE I PESCI IN VASCHE “SFEROIDALI” E L’OBBLIGO DI ASSICURARE AL PROPRIO UCCELLO LA PRESENZA DI UNO O PIÙ COMPAGNI – E ANCORA SI DEVE DISCUTERE LA PROPOSTA DI INTRODUZIONE DEL DIVIETO DI FUMO IN PRESENZA DI CANI E GATTI…
Marta Bravi per “il Giornale”
Norme ridicole, obblighi kafkiani e regole folli ecco il bestiario che i consiglieri comunali di opposizione stanno cercando di «normalizzare» a colpi di buon senso ed emendamenti in consiglio comunale.
Tra le prescrizioni più paradossali del «Regolamento per il benessere e la tutela degli animali domestici» varato il 3 agosto dalla giunta guidata dal sindaco di centrosinistra Beppe Sala spiccano «l' obbligo, sancito dall' articolo 10, di assicurare agli uccelli da affezione in cattività la presenza di uno o più compagni, salvo i casi di accertata incompatibilità» o al contrario il divieto di «tenere animali in acquari sferoidali» (pena una multa da 100 a 450 euro)».
Gli acquari devono avere una lunghezza pari ad almeno «10 volte la misura della specie più lunga ospitata», mentre ai rettili nei terrari va garantita «al minimo una superficie di 100 centimetri quadrati per ogni centimetro di lunghezza dell' animale». Ma chi controlla?
La discussione sulla liceità della norma ha tenuto banco per almeno mezz' ora in consiglio comunale ieri pomeriggio: fatta salva l' inviolabilità del domicilio, secondo il parere della segreteria generale, starà al vigile dotato di mandato di perquisizione, o inviato a controllare i lavori all' interno di un' abitazione o accertare l' istanza di residenza controllare le forme e o le dimensioni di eventuali acquari o terrari.
Siete padroni di razze canine considerate «pericolose»?
Allora dovrete conseguire un patentino dopo aver frequentato un corso di 3 giorni, obbligatorio anche per imparare a portare a spasso il cane. Come la mettiamo con razze come il pitbull? Non è riconosciuta in Italia...Così se il Comune stila la «black list» per certe razze, vieta allo stesso tempo l' utilizzo del collare a strozzo per i cani perché doloroso e nocivo per la salute dell' animale.
Merito della tenacia di Forza Italia, con Gianluca Comazzi se il divieto ora prevede delle deroghe dando la possibilità ai cittadini di scegliere se utilizzarlo o meno per l' incolumità e la pubblica sicurezza. Tradotto: in certi casi deve esserci un modo per il padrone per contenere il proprio animale.
Altra norma dal sapore kafkiano è quella che prevede per anziani che vengono ricoverati per lungo tempo o soli, o persone poco abbienti o in difficoltà la possibilità di affidare il proprio animale di compagnia al canile o al gattile comunale, non potendo più occuparsene, previo pagamento della «diaria» per l' animale. Una tassa pari a 3/6 euro al giorno, o una somma tra i 200 e i 500 euro per la cessione dell' animale.
Così tra le richieste di modifica del regolamento l' introduzione dell' obbligo per i mendicanti di iscrivere i propri compagni di strada in un registro, pena la multa o il sequestro dell' animale. Obiettivo: limitare lo sfruttamento dei cani per l' accattonaggio.
Ancora da discutere la proposta di introduzione del divieto di fumo, dopo quello annunciato dal sindaco Beppe Sala alle fermate dei mezzi, nelle aree cani per «tutelare i bronchi degli animali dai danni del fumo passivo e per una questione di decoro e di igiene: i cani e i proprietari vanno rispettati e oggi non è affatto così. Basta mozziconi, che rischiano di essere ingeriti dai cani con enormi rischi per la loro incolumità».
«Più che una discussione sul regolamento, oggi la sinistra ha messo in scena un capolavoro da teatro dell' assurdo.
Qualcuno dovrebbe spiegare al Pd che i cittadini non necessitano di essere rieducati con obblighi, divieti e inutili bizantinismi. Chi possiede un animale - commenta Comazzi - sa bene come prendersene cura».