federica mogherini hassan rohani

COME AVRÀ REAGITO ALLA MORTE DI SOLEIMANI FEDERICA MOGHERINI, CHE SI PRESENTÒ VELATA A TEHERAN E FECE DI TUTTO NEL 2014 PER CHIUDERE L’INTESA NUCLEARE CON GLI IRANIANI? E MATTEO RENZI, CHE FECE COPRIRE LE STATUE NUDE DEI MUSEI CAPITOLINI PER NON DISTURBARE ROHANI? – TUTTI I FILO-IRANIANI SPIAZZATI DAL BLITZ DI TRUMP

 

Alessandro Rico per “la Verità”

 

qassem soleimani 1

Oltre a Qassem Soleimani, capo dei corpi speciali iraniani, Donald Trump sembra aver bombardato anche i sostenitori nostrani del regime degli ayatollah. Quelli che, confidando nell' evanescente diplomazia europea, pensavano di poter costruire un sistema di alleanze alternativo a quello suggerito da Washington dopo l' arrivo del tycoon alla Casa Bianca.

 

Il fronte di Bruxelles, però, è stato sparigliato dalla Germania, che ha assolto The Donald. Massimo D' Alema, la sua «missione Ue per fermare l' escalation», invocata sulle colonne di Repubblica, potrà giusto sognarla di notte.

 

mogherini e rohanimogherini al parlamento iraniano

Capofila dell' utopia euroiraniana era l' ex Alto rappresentante per la Politica estera dell' Unione, ossia la Federica Mogherini che, nell' agosto 2017, si presentò velata a Teheran, alla cerimonia d' insediamento del presidente Hassan Rouhani. La stessa che nel 2014 celebrava l' intesa sul nucleare negoziata dall' amministrazione Obama, annunciando «una nuova stagione di dialogo» con l' Iran su «energia, trasporti, diritti umani, ambiente e traffico di droga».

RENZI FRANCESCHINI E LE STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI

 

rohani mogherini

Non a caso, il suo principale sponsor politico, Matteo Renzi, nel gennaio 2016 fece coprire le statue nude dei Musei Capitolini per «islamizzare» la passerella dello stesso Rouhani, volato in visita a Roma. Il leader sciita ne fu entusiasta («Italiani molto ospitali», commentò), mentre l' allora ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, fu costretto a definire «incomprensibile» la scelta di censurare le sculture.

STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI

 

RENZI E ROHANI

A quel tempo, il titolare del dicastero degli Esteri un certo Paolo Gentiloni, quello che venerdì, nella sua nuova veste di commissario Ue per l' Economia, twittava la propria apprensione per i «rischi di escalation e destabilizzazione» del Medio Oriente. Rischi che evidentemente egli non intravedeva, quando (novembre 2014) su Repubblica definiva l' abbattimento del raìs libico, Muhammar Gheddafi, «una causa sacrosanta».

 

AL SERRAJ ERDOGAN

D' altronde, tutta la sinistra s' indignava con Silvio Berlusconi, perché il Cav riceveva in pompa magna il dittatore nordafricano. La stessa sinistra favorevole allo scellerato intervento militare in Libia, che innescò la più grave crisi umanitaria e migratoria del decennio. Salvo poi ricredersi, puntando però sul cavallo sbagliato: Fajez Al Serraj messo alle strette dal rivale Kalifah Haftar e ormai più vicino a Recep Tayyip Erdogan che a Luigi Di Maio, l' attuale, attuale inquilino della Farnesina.

 

le immagini del raid contro qassem soleimani 3

Forse la guerra libica e le lodate primavere arabe, caldeggiate da Barack Obama, non generavano rischi di escalation e destabilizzazione? E forse Hillary Clinton, la candidata che i dem italiani sognavano alla Casa Bianca nel 2016, non era quella che si vantava di essere pronta ad «annientare totalmente l' Iran»? Si vede che la bomba di sinistra è magica: non distrugge, anzi porta la pace.

 

l'auto distrutta di Soleimani

Nella galleria di chi appare più spiazzato dal durissimo blitz di Trump, non si può non includere un' altra femminista velata: nel 2015, alle Nazioni Unite, Laura Boldrini tenne un cordialissimo bilaterale con lo speaker del Parlamento iraniano, Ali Larijani. Un incontro in cui fu ribadita la volontà di cooperare su turismo ed energia, senza fare cenno al rispetto dei diritti umani di donne e omosessuali, che a sentire la Boldrini, persino in Occidente sono costantemente sotto segregazione.

 

manifestazioni a teheran

Copione simile con l' ex governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in missione istituzionale a Teheran nel gennaio 2016. Ovviamente, con un velo che ne occultava la chioma scura: «Preferisco coprirmi e aprire dialoghi», si giustificò lei.

 

serracchiani

L' intesa sul nucleare, come nel caso della Corea del Nord, era solamente la maniera in cui Obama fingeva di non accorgersi delle operazioni iraniane di arricchimento dell' uranio: a fine dicembre, Teheran si vantava di averne decuplicato la produzione. A sostenere l' accordo, nondimeno, c' era anche l' ex ministro degli Esteri radicale, Emma Bonino. La quale almeno invocava controlli autentici da parte degli osservatori internazionali, in luogo della fede incondizionata nelle buone intenzioni degli ayatollah.

Tra gli amici del regime, sicuramente delusi dal raid di Trump, figura, manco a dirlo, la gerarchia cattolica progressista. Comprensibile che, nelle ore successive al blitz, il nunzio apostolico a Teheran, Leo Boccardi, avesse sintetizzato così i sentimenti dell' opinione pubblica iraniana: «Incredulità, dolore e rabbia.

ali khamenei visita la famiglia di qassem soleimani 2

 

qassem soleimani

Credo che la tensione sia arrivata a un livello che non si era mai visto e questo preoccupa e complica ancora di più la situazione». Sacrosante le preghiere per la pace del Papa, ma meno comprensibile la mezza santificazione di Soleimani redatta sulle pagine del quotidiano dei vescovi. Avvenire, ieri, attribuiva al generale nientemeno che la vittoria sullo Stato islamico, celebrandolo come uno «stratega», una sorta di condottiero povero per i poveri: «Lo si vedeva spesso insieme ai soldati, con gli stivali sporchi di fango, oppure seduto per terra a bere tè, a mangiare, a pregare». Mica come quel diavolaccio di Trump.

corteo funebre per qassem soleimani 7gli iracheni festeggiano per l'uccisione di soleimaniPAOLA FERRARI E IL RAID CONTRO QASSEM SOLEIMANIqassem soleimani 2ali khamenei bacia qassem soleimaniali khamenei visita la famiglia di qassem soleimani 1corteo funebre per qassem soleimanicorteo funebre per qassem soleimani 8gli iracheni festeggiano per l'uccisione di soleimani 1una delle auto del convoglio di qassem soleimani 1proteste in iran contro l'uccisione di soleimaniabu mahdi al muhandisALI KHAMENEI IN VISITA ALLA FAMIGLIA DI QASSEM SOLEIMANISoleimani corteo funebre per qassem soleimani 4bandiere di usa e israele bruciate in pakistanhezbollah in piazza dopo la morte di soleimaniali khamenei in visita alla famiglia di qassem soleimaniiraniani in piazza a teheran dopo la morte di soleimani 1militari americani a baghdad militari americani a baghdad 1iraniani in piazza a teheran dopo la morte di soleimaniali khamenei visita la famiglia di qassem soleimanicorteo funebre per qassem soleimani 3corteo funebre per qassem soleimani 5corteo funebre per qassem soleimani 6corteo funebre per qassem soleimani 1

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…