rider aggredito

RICORDATE IL RIDER SFREGIATO PER AVER DIFESO UNA RAGAZZA A VERONA? HA DOVUTO METTERE 60 PUNTI DI SUTURA PER CHIUDERE IL TAGLIO CHE ANDAVA DAL NASO ALL'OCCHIO SINISTRO, MA "L'ULTIMO INTERVENTO DI RICOSTRUZIONE FACCIALE E' RIUSCITO MOLTO BENE. IL PERDONO? QUANDO QUALCUNO MI CHIEDERA' SCUSA. LO RIFAREI? SENZA DUBBIO" - L'ANNO SCORSO, DOPO AVER CONSEGNATO ALCUNE PIZZE, AVEVA NOTATO UNA SUA COETANEA IMPORTUNATA DA DUE 16ENNI - SI ERA AVVICINATO PER SAPERE COSA SUCCEDEVA QUANDO UNO DEI DUE...

Andrea Pasqualetto per il corriere.it

 

Michele Dal Forno

Un anno fa, lo sfregio e il buio. Dopo aver consegnato le pizze Michele aveva voluto difendere una ragazza in difficoltà importunata da due 16enni rimediando una terribile coltellata al volto. Erano stati sessanta punti di sutura necessari a chiudere un taglio che andava dal naso all’occhio sinistro. Un anno dopo, rieccolo felice: «L’ultimo intervento di ricostruzione facciale è riuscito molto bene. Quando ho tolto il cerotto e mi sono guardato allo specchio ho detto sì, questo sono io. È stato stupendo».

 

Dietro si è lasciato mesi d’inferno, nei quali ha però trovato il conforto di un’inattesa solidarietà e vicinanza. Molto affetto e anche qualcosa di concreto: 4.700 donazioni che gli hanno consentito di raccogliere quasi 100 mila euro. Ventidue anni, veronese, Michele Dal Forno è così tornato a sorridere.

 

IL RIDER MICHELE DAL FORNO SFREGIATO

Un anno fa lei faceva il rider e doveva diplomarsi. Ora?

«Ora mi sono diplomato in meccanica meccatronica, mi sono iscritto a ingegneria e lavoro sempre nella stessa pizzeria. Ho fatto però un salto di qualità: non faccio più consegne a domicilio, sono passato dietro il bancone e mi occupo anche della cassa. Sono in apprendistato».

 

Ha più rivisto la ragazza che difese?

«Certo, viene spesso nel mio quartiere e ci si incontra. Lei e i suoi genitori sono stati molto carini con me, non smettono di ringraziarmi».

 

Che rapporto ha con lei?

IL RIDER AGGREDITO

«La conoscevo già. Adesso siamo solo un po’ più amici, abbiamo vissuto un brutto fatto, che un po’ ci lega ma sempre nel silenzio. Cioè preferiamo non parlarne perché è pesante per entrambi. Il ragazzo che mi ha aggredito non l’abbiamo mai neppure citato. È difficile».

 

Ha mai parlato con l’aggressore?

«No».

 

Non l’ha neppure rivisto?

«Una volta, in tribunale».

 

Perdonato?

«Deve ancora chiedermi scusa. Quando lo farà forse lo perdonerò».

 

È uscito dal carcere...

«Dal minorile e da quel che so ora è in una comunità per la messa alla prova».

 

RIDER AGGREDITO A VERONA

Nulla da dire?

«Non mi sembra giusto che sia uscito, visto che non ha ancora dimostrato di essersi pentito».

 

Il momento più brutto di quest’anno?

«Quando mi sono tolto il cerotto per la prima volta e mi sono visto allo specchio. È stato molto brutto. I miglioramenti sono stati lenti, ho dovuto fare diversi interventi».

 

Cosa ricorda di quel giorno?

«Avevo appena fatto la consegna con lo scooter, sono uscito dalla casa, ho visto questi due ragazzi che stavano sbraitando contro di lei e le ho chiesto se andava tutto bene. Era impaurita. Poi mi sono rivolto a loro: “Cosa succede?”. Si sono avvicinati, uno ha preso il coltello e mi ha tirato un colpo che mi ha tagliato anche un pezzo di naso».

 

IL RIDER AGGREDITO A VERONA

C’è stata molta solidarietà, se l’aspettava?

«Assolutamente no. Non pensavo che le persone fossero così sensibili al mio dramma. È stata una bellissima sorpresa. La gente mi è stata vicino, c’è stato molto altruismo e anche un aiuto materiale. Per non parlare della mia ragazza, dei miei genitori, del mio titolare. Un grande calore. Pure l’Inail mi ha riconosciuto l’incidente sul lavoro».

 

È stato altruista anche lei.

«Così dicono. Ho pure ricevuto delle medaglie per il senso civico da Verona, Venezia e Firenze».

 

RIDER AGGREDITO A VERONA 2

La raccolta fondi è arrivata a quasi centomila euro.

«L’ha attivata il titolare della pizzeria dove lavoro. Risultato incredibile, con quelli mi sto pagando le spese mediche, quelle legali e anche l’università».

 

Cosa sogna?

«Di trovarmi un lavoro più strutturato per avere una casa dove andare a convivere con Anna, la mia fidanzata, che lavora in un bed & breakfast. Pensi che ci siamo messi insieme quando io avevo 14 anni e lei 13 e ci siamo conosciuti in prima media. Vorrei anche dare un contributo per migliorare il mio quartiere, la mia circoscrizione. E poi sogno che l’Hellas Verona vinca un campionato, sono un grande tifoso».

 

Lo rifarebbe?

«Senza dubbi».

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