chico forti

RIPORTIAMO A CASA CHICO FORTI – IL PRODUTTORE ITALIANO, CONDANNATO ALL’ERGASTOLO IN FLORIDA PER L’OMICIDIO DELL’AUSTRALIANO DALE PIKE, È ANCORA NEGLI STATI UNITI: DI MAIO AVEVA ANNUNCIATO IL RIENTRO NEL 2020, MA DOPO TRE ANNI, CHICO È IN CARCERE DOPO UN PROCESSO PIENO DI FALLE – A IMPEDIRE IL RIENTRO È L’ENNESIMO CAVILLO LEGALE: LA FLORIDA NON RITIENE SIA NECESSARIA UNA REVISIONE DEL PROCESSO E, PER IL RIENTRO, È NECESSARIO ADEGUARE IL…

Estratto dell'articolo di Luigi Manconi per "la Repubblica"

 

CHICO FORTI

Che fine ha fatto Chico Forti? Nessuna fine, si potrebbe dire, dal momento che si trova sempre là, in una cella del Dade Correctional Institution di Florida City, il carcere di massima sicurezza nei pressi di Miami. Esattamente dove si trovava il 23 dicembre del 2020, quando il ministro degli Esteri dell’epoca, Luigi Di Maio, comunicava: «Chico Forti tornerà in Italia».

Da allora sono trascorsi 863 giorni, più di 20.648 ore. […]

 

chico forti negli usa

Enrico Forti, detto Chico, nasce a Trento nel 1959. Nella sua vita è stato campione di windsurf, ha lavorato come videomaker e come produttore televisivo. Con la somma vinta in un programma di Canale 5, condotto da Mike Bongiorno, può trasferirsi negli Stati Uniti e intraprendere una nuova attività. Lì si sposa e diventa padre di tre figli. Nel 1998 viene arrestato per l’omicidio dell’australiano Dale Pike.

 

chico forti in carcere in america

L’impianto accusatorio si rivela da subito assai fragile. Oltre che l’inconsistenza del movente costituito dall’imputazione di una presunta truffa (poi archiviata), si noti che ad accusarlo c’è un’affermazione dello stesso Forti, successivamente ritrattata, rilasciata nel corso di un lunghissimo interrogatorio condotto in assenza di avvocato difensore.

chico forti

D’altra parte, emerge una contraddizione acutissima rispetto all’intero schema logico e giudiziario. Se Forti non è stato l’esecutore materiale dell’omicidio, come ha riconosciuto il procuratore dell’accusa, davvero non si intende perché si sia cercato di collegarlo in tutti i modi al luogo del delitto.

 

E non è l’unica incongruenza.

chico forti e dale pike

Restano una condanna all’ergastolo senza condizionale e una serie di violazioni delle garanzie dell’imputato: dalla mancata lettura dei suoi diritti (come quello a non rilasciare dichiarazioni autoincriminanti) da parte dei poliziotti, fino al comportamento gravemente negligente del primo legale e alla omessa comunicazione alle autorità consolari italiane di ciò di cui si stava accusando Forti, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Vienna.

chico forti

 

[…] Tuttavia, secondo l’ordinamento giuridico della Florida, non ci sarebbero le condizioni per ottenere una revisione del processo. Di conseguenza, l’unica e sola via d’uscita è quella del ricorso alla Convenzione di Strasburgo del 1983. In base a essa, una persona condannata in uno Stato diverso da quello di appartenenza può ottenere di scontare la pena nel proprio Paese.

 

C’è tuttavia un elemento critico: come si è detto, la pena inflitta dal Tribunale statunitense è quella dell’ergastolo senza condizionale, misura non contemplata dai nostri codici. Qualora venisse trasferito in Italia, quindi, Forti non potrebbe scontare la pena comminatagli, in quanto abilitato a usufruire della libertà condizionale e di altri benefici. Da qui, la necessità di adeguare quella sanzione al sistema penitenziario italiano. Il che esige una complicata mediazione con le autorità giudiziarie della Florida e un compromesso che possa soddisfare queste ultime.

 

chico forti 1

[…] la “pratica Chico Forti” sarebbe ancora pendente: dal momento che il Governatore non avrebbe ancora concesso un’autorizzazione definitiva al trasferimento del detenuto, ma solo un’autorizzazione condizionata a non meglio precisate garanzie. In questi anni, va detto, i governi italiani succedutisi non hanno ignorato la vicenda.

chico forti 3luigi di maio su chico fortiCHICO FORTIchico forti 4gianni e chico forti 3gianni e chico forti 2CHICO FORTI

[…]

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