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RIGOPIANO, DI CHI E’ LA COLPA? NEI PROSSIMI GIORNI SARANNO ASCOLTATI IN PROCURA IL SINDACO DI FARINDOLA, DIRIGENTI DEL COMUNE E FUNZIONARI REGIONALI - IL RISULTATO DELLE AUTOPSIE: QUASI TUTTE LE VITTIME DELLA VALANGA SONO MORTE SUL COLPO, DUE PER IL FREDDO

Virginia Piccolillo per il Corriere della Sera

 

RIGOPIANO SOCCORSIRIGOPIANO SOCCORSI

Il giro degli interrogatori si fa sempre più vorticoso per individuare omissioni e responsabilità nelle 29 morti di Rigopiano. E dopo una prima tornata di audizioni - lunedì del sindaco di Farindola e di alcuni dirigenti del Comune, e, ieri, di alcuni funzionari regionali - si prevede per alcuni un secondo giro in procura.

 

Anche alla luce della testimonianza, toccante, ieri di Francesca Bronzi, che sotto le macerie dell' Hotel crollato ha perso il fidanzato, Stefano Feniello. Ma intanto una certezza è giunta dalla conclusione delle autopsie. Quasi tutti sarebbero morti sul colpo.

Rigopiano Rigopiano

 

Chi ha avuto come causa del decesso anche l' assideramento, secondo i primi rilievi autoptici, non è sopravvissuto molto a lungo alla valanga. Gabriele D' Angelo e Alessandro Giancaterino, cameriere e maître dell' hotel, invece, sarebbero morti esclusivamente per assideramento.

 

Come ha riferito il medico legale di parte Domenico Angelucci di Chieti, che ha assistito all' autopsia di Gabriele. Forse, però, servirà più tempo per concludere gli accertamenti, giacché i corpi, anche secondo quanto hanno riferito i soccorritori, sono stati trovati quasi tutti con danni evidenti, colpiti, trascinati dalla valanga e dai detriti in modo violento «con una forza inaudita».

 

FAYE DAME RIGOPIANOFAYE DAME RIGOPIANO

La ventinovesima salma, quella del senegalese Faye Dame, è l' unica che attende l' estremo saluto. Ancora all' obitorio di Pescara, aspetta di essere trasferita nel paese africano, secondo le volontà della famiglia. Ma tutte attendono giustizia. Gli amministratori locali hanno ripetuto anche davanti ai carabinieri forestali quello che vanno ripetendo da giorni.

 

E che ieri, nel giorno in cui l'attenzione era rivolta ai funzionari regionali, il presidente della giunta regionale, Luciano D'Alfonso, ha spiegato al capo dello Stato. A Sergio Mattarella, ha detto D'Alfonso uscendo, «ho rappresentato la concatenazione e l'eccezionalità epocale degli eventi che hanno colpito l'Abruzzo nel mese di gennaio: il maltempo e i suoi deleteri effetti collaterali sulla rete elettrica e sulla viabilità, il terremoto e il timore per le possibili conseguenze sulle grandi dighe, le tragedie di Rigopiano e di Campo Felice». E «ho chiesto di porre una speciale attenzione sugli strumenti normativi che saranno varati dal governo per consentire all' Abruzzo di rialzarsi e ripartire».

 

 

RIGOPIANO RIGOPIANO

 

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