gian carlo fusco

GIAN CARLO FUSCO, L’ALTRO FLAJANO CHE RACCONTAVA L’ITALIA DI OGGI GIÀ NEL 1960: “I PRIMI TRAVESTITI, ESIBITI NEI NIGHT COME PUNTE DI DIAMANTE DI ELUSIONE MORALE; LE FIGLIE DEGLI AVVOCATI INCORAGGIATE DALLA FAMIGLIA A DIVENTARE CANTANTI SANREMESI; I TELEQUIZ DI MIKE BONGIORNO – “SE L’ANTIFASCISTA METTE VOGLIA DI VOTARE L’MSI”: “I GIOVANI CHE ALLO SCOPPIO DELLA GUERRA SCALCIAVANO ANCORA NELLE VISCERE MATERNE NON CREDONO AI RACCONTI DEGLI ANZIANI E A FURIA DI ASCOLTARLI SI SONO CONVINTI DEL CONTRARIO E S’ISCRIVONO AL MSI”

1 – COSÌ FUSCO DESCRISSE L’ITALIA (DI OGGI) NEGLI ANNI SESSANTA

Estratto dell’articolo di Paolo Bianchi per “il Giornale”

 

gian carlo fusco 1

Rispetto ad altri critici del costume a lui contemporanei, come Ennio Flaiano nella letteratura e nel giornalismo, Marcello Marchesi nella scrittura anche pubblicitaria e pop, Dino Risi, Mario Monicelli, Ettore Scola nel cinema, Age & Scarpelli nella sceneggiatura, Gian Carlo Fusco appare oggi, e diciamo pure ingiustamente, più defilato.

 

Eppure è stato un intellettuale fra i più affascinanti del Novecento italiano. Un vero e proprio personaggio, artista anche nella vita. Un libro ci dà una mano a incontrarlo, e chi non l’avesse mai conosciuto lo può addirittura riconoscere, come se già l’avesse letto in passato, tanto egli ha influenzato molte altre personalità più famose.

 

Il volume, intitolato come una rubrica che Fusco tenne sul mensile Successo tra il 1959 e il 1963, s’intitola Arpa e cannone (Aragno, collana Ante litteram diretta da Luigi Mascheroni, pagg. 286, euro 30) ed è curato da Dario Biagi […]

 

Ci sono i primi travestiti, esibiti nei night club come punte di diamante di elusione morale, di trasgressione parigina; le figlie bambine degli avvocati che urlacchiano in salotto incoraggiate dalla famiglia adorante a diventare cantanti sanremesi. Mike Bongiorno e il medioevo dei telequiz. Lapidi commemorative in onore di domatori di tigri.

gian carlo fusco 3

 

È già la società falsificata dello spettacolo, insomma. Che Fusco conosceva bene, lavorando anche come sceneggiatore di cinema, autore teatrale e radiofonico, attore. Un mondo di nuovi idoli, costruzioni di sogni collettivi, come la Anita Ekberg della Dolce vita, che si presenta a una serata di presentazione alla Terrazza Martini di Milano, sfolgorante e plastica come la polena di una nave vichinga, ma i cui tratti del volto a poco a poco si trasfigurano nella maschera di un gerarca nazista.

 

[…]

 

Civetteria, vanità, narcisismo. Tratti comuni nella popolazione, ma soprattutto in quella borghese. Esemplare il pezzo «Cento pittrici», che descrive una mostra tutta al femminile, con le protagoniste avide di elogi e gli uomini trincerati dietro il loro maschilismo.

gian carlo fusco 2

La satira si abbatte soprattutto sui borghesi, sui neoricchi, sui miliardari cafoni, sugli arrampicatori sociali, sui privilegiati arroganti.

 

Molto di rado Fusco sbeffeggia il proletariato, anzi ne certifica la fatica di vivere, e così facendo mostra una compassione profonda: i poveri che vanno ai Mercati generali per aggiudicarsi a miglior prezzo la verdura guasta. Una donna reduce dalla morte di un figlio al quale non aveva fatto in tempo a soddisfare un modesto desiderio. Ex fascisti traditi dalle promesse di un regime buffonesco e dalle sue tragiche conseguenze. […]

 

2 - SE L’ANTIFASCISTA METTE VOGLIA DI VOTARE MSI

Dal volume “Arpa e cannone” (Aragno) traiamo l’articolo di Gian Carlo Fusco “Gioventù senza zanzare”, uscito sulla rivista “Successo” nel maggio 1961

 

gian carlo fusco 6

Montanelli è preoccupato. L’Italia d’oggi non piace ai giovani. Molti di essi, che alla fine della guerra frequentavano dignitosamente l’asilo, stanno ripiegando sul passato regime.

S’iscrivono all’M.S.I. Risalgono idealmente l’erta degli anni. Scavano fra le macerie morali e materiali dell’altroieri, per raccogliere e spolverare le vecchie immagini neglette, le parole d’ordine derise, il corporativismo e la romanità.

 

Il tono beffardo e irriverente degli anziani antifascisti, quando discorrono del “ventennio”, urta e ferisce questi giovani che la democrazia, per quanto si metta in décolleté, non riesce a sedurre. Per fortuna, nel ripostiglio più geloso delle loro camerette, conservano le vecchie fotografie scampate ai falò del luglio ’43 e dell’aprile ’45. Le contemplano assorti. Dimenticano la pena di essere giovani in questo 1961, così piatto e incolore, tuffandosi con l’immaginazione nelle adunate oceaniche, nelle masse galvanizzate, nelle esultanze solari dell’era littoria.

gian carlo fusco 7

 

Solo la speranza che qualcosa di quegli anni ritorni, li aiuta a sopportare gli squallori della democrazia e l’ottusità ridanciana degli anziani antifascisti. Rinunciano alle nazionali, al cinema con la ragazza, alla partita domenicale, per corroborare, nel loro piccolo, le casse missine. È duro, aver vent’anni con vent’anni di ritardo! A che servono questi vent’anni, quando non c’è più un casco coloniale da mettersi, qualche zanzara albanese per prendersi un po’ di malaria, un’occasione di congelamento? È spaventosa, a vent’anni, l’idea d’invecchiare così, sani, con tutte e due le gambe, tutt’e due le mani, il naso, gli occhi, tutto!

 

No, i giovani che allo scoppio della guerra scalciavano ancora nelle viscere materne, non credono ai racconti grossolani e buffoneschi degli anziani antifascisti, secondo i quali il regime non fu che una lugubre farsa. Anzi, a furia di ascoltarli, si sono convinti del contrario. E per dimostrarlo, s’iscrivono all’M.S.I.

 

gian carlo fusco 5

Tutto ciò preoccupa Montanelli, il quale, sotto la sua buccia strafottente, è più sensibile di quanto s’immagini. Con qualche apprensione da chioccia politica. Tanto che, giorni or sono, dalle colonne del suo giornale, si è rivolto ai suoi amici e coetanei antifascisti più o meno così: «Se le nostre sghignazzate urtano la suscettibilità di questi ragazzi assetati di obbiettività, smettiamola una buona volta di mettere alla berlina il passato regime. Sorridiamone, al più, e con la massima discrezione. Forse è l’unico modo per tamponare l’emorragia dei giovani verso l’estrema destra».

 

Siccome fra gli antifascisti di mezza età amici di Montanelli ci sono anch’io, ho il diritto d’interloquire. Dicendo che non solo continuerò a sghignazzare liberamente del fascismo (le cui vittime soltanto, comprese quelle che ci credettero, ispirano rispettosa tristezza), ma anche di questi giovanotti che nel 1961, anziché sognare la Loren, sognano Mussolini e s’iscrivono all’M.S.I.

 

gian carlo fusco 4

Che c’è da preoccuparsi? I più intelligenti, prima o poi, torneranno in qua. I fessi resteranno là. Finché, al primo 25 luglio che capita, non li ritroveremo più né là, né qua, né sotto, né sopra. O che un teli rammenti, Indro, i loro babbi?

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…