roma - degrado nei tunnel

ROMA E’ FINITA IN UN TUNNEL - RIFIUTI, SBANDATI E DEGRADO: IL BUCO NERO DEI TUNNEL DELLA CAPITALE - COSA ACCADREBBE SE SCOPPIASSE UN INCENDIO IN UNO DI QUESTI SOTTOVIA, PERCORSI OGNI GIORNO DA MIGLIAIA DI AUTO, MENTRE LE VIE DI FUGA SONO OSTRUITE DA TENDOPOLI E MONTAGNE DI IMMONDIZIA?

Laura Bogliolo per “il Messaggero”

 

ROMA - DEGRADO NEI TUNNEL

Prima arriva il cono d'ombra, poi l'eclissi totale che oscura ogni possibilità di rinascita. Sembra quasi la storia di certi angoli della Capitale ignorati, divorati dall'anarchia del degrado che si rafforza e diventa sempre più democratico tanto da colpire le periferie, ma anche arterie del traffico in pieno Centro. Si passeggia su via Veneto, si volta l'angolo su corso d'Italia e si viene tramortiti dal degrado: l'accesso al sottovia Ignazio Guidi è una baraccopoli e guai ad avvicinarsi.

 

Due giovani dall'aria minacciosa fanno segno di andare via. Degrado e uscite di sicurezza vietate accomunano questo stradone sotterraneo a un altro, ancora più centrale perché costeggia praticamente San Pietro. Nel sottovia lungotevere in Sassia, direzione via Gregorio VII, stessa sorte per le vie di fuga: preda di sbandati, sono discariche sotterranee.

 

Affacciarsi da via di Porta Cavalleggeri sull'uscita di emergenza vuol dire restare traumatizzati: gradini pieni di rifiuti e bottiglie di birra e in fondo il corpo di un uomo che dorme. Come a Bucarest, si vive sotto terra anche a Roma. Usciti dalle profondità, solo dopo aver preso una boccata d'aria proviamo a riavvolgere il nastro e a riflettere: cosa accadrebbe se scoppiasse un incendio nei due sottovia percorsi ogni giorno da migliaia di auto mentre le vie di fuga sono ostruite da tendopoli e montagne di immondizia?

 

A RISCHIO CHIUSURA

ROMA - DEGRADO NEI TUNNEL

Sembra che tra i corridoi del Campidoglio non ci sia la consapevolezza di quei luoghi, dei rischi che si corrono a lasciarli in preda a sbandati senza scrupoli. La fotografia dello scempio, invece - e non si tratta solo di decoro - è stampata chiaramente nell'esposto firmato da Roberta Angelilli dell'esecutivo nazionale di FdI e da Stefano Erbaggi dell'esecutivo di Roma. E finisce sui tavoli della Procura: l'esposto è indirizzato a Virginia Raggi, prefettura e vigili del fuoco.

 

«A parte il malfunzionamento degli impianti di ventilazione e l'assenza di estintori, la situazione più problematica riguarda l'impraticabilità delle uscite di sicurezza», denuncia Angelilli. L'esposto potrebbe portare alla chiusura dei due sottovia per motivi di sicurezza. Nel documento si legge: «In base alla vigente legislazione il dpr 151 del 2011 sono previste infatti severe misure di sicurezza per le gallerie stradali superiori ai 500 metri di lunghezza». Della sicurezza dei sottovia «è responsabile uno specifico ufficio del Comune di Roma, Dipartimento SIMU - Ufficio manutenzione ponti e gallerie», dichiarano Angelilli, Erbaggi e Alessandra Consorti, dirigente FdI Roma. Insomma, cosa si aspetta a intervenire?

 

I PERICOLI

ROMA - DEGRADO NEI TUNNEL

«Grave pericolosità dei sottovia - si legge nell'esposto - vengono disattese le più basilari norme della logistica antincendio». Nel sottovia lungotevere in Sassia in direzione di via Gregorio VII «delle 3 uscite di sicurezza, una non è accessibile, una non è fruibile visto che le scale di sicurezza (completamente al buio) sono coperti da cumuli di rifiuti alti anche 3 metri; l'ultima uscita è fruibile, ma completamente al buio e in condizioni igienico-sanitarie terribili».

 

Nel sottovia Ignazio Guidi viene denunciato che «in entrambe le direzioni le 10 uscite di sicurezza sono ricovero di vagabondi, parzialmente ostruite». Ne sa qualcosa Paolo Peroso, presidente del comitato Amici di Porta Pia: «Le uscite di sicurezza sono occupate da persone violente e senza scrupoli ed è vietato avvicinarsi. Sono stato minacciato più volte, e quando si ubriacano lanciano bottiglie nel sottovia con le auto in corsa».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...