autobus atac roma albero

“PRIMA DI FARCI FINIRE CONTRO L’ALBERO SI È ADDORMENTATO” - IL MISTERO DELL’AUTISTA DELL’AUTOBUS DI ROMA CHE SI È SCHIANTATO CONTRO UN PINO: C’È CHI DICE CHE STESSE GUIDANDO SENZA MANI E CHE FOSSE AL TELEFONO, MA LUI SMENTISCE - LE VERSIONI DEI TESTIMONI SONO DISCORDANTI, MENTRE SI ASPETTA L’ISPEZIONE DEI SUOI TELEFONI – VIDEO

 

 

Michela Allegri e Camilla Mozzetti per “il Messaggero”

 

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Poco prima di quel boato tremendo, stava armeggiando con il cellulare, tenendolo con entrambe le mani: per qualche secondo, Misael Vecchiato aveva lasciato il volante del bus 301, diretto in centro. Poi, un grido e, alla fine, lo schianto contro un albero in via Cassia, con un autobus stracolmo di passeggeri.

 

O almeno, è la ricostruzione dell'incidente avvenuto due mattine fa - i feriti sono una sessantina, nove sono in condizioni serie, ma non in pericolo di vita - fatta da un testimone ascoltato dagli inquirenti, che ieri hanno iscritto sul registro degli indagati il conducente Atac, 40 anni, con l'accusa di lesioni colpose aggravate. Circostanze e dichiarazioni sempre smentite dall'autista, ma che ora dovranno essere verificate dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e dal pm Gennaro Varone.

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I TELEFONI

Ma le indagini si concentrano anche su un altro dettaglio. «Controllino pure tutto, l'ultima chiamata l'ho fatta a mia moglie un'ora prima», avrebbe infatti detto l'autista. Mentre suo padre ha dichiarato che Misael gli aveva detto di essere rimasto con un solo telefonino: quello personale, visto che quello aziendale lo aveva perso, o gli era stato rubato, «ha anche fatto denuncia ai carabinieri».

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Ma i telefoni sequestrati all'indagato sono due: li hanno trovati a bordo del bus gli agenti della polizia locale, gruppo Cassia, che stanno conducendo le indagini e che ieri hanno depositato in Procura una prima informativa sulla vicenda, quella che ha poi portato a formalizzare l'iscrizione sul registro degli indagati. Ora, quei telefoni dovranno essere ispezionati. Non solo controllando chat e tabulati telefonici, ma anche verificando gli ultimi accessi ad applicazioni e social network.

 

IL COLPO DI SONNO

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Ma c'è anche un'altra possibilità: Vecchiato potrebbe avere avuto un colpo di sonno, un improvviso blackout, come lui stesso ha raccontato a un amico subito dopo l'incidente e come dichiarato da un testimone: «Prima di farci finire tutti contro l'albero si è addormentato. L'ho visto reclinare la testa di lato e chiudere gli occhi.  È per questo che il bus ha sbandato contro il pino», ha raccontato il passeggero del 301. Un passaggio che lo stesso autista potrà chiarire davanti agli inquirenti quando verrà ascoltato in qualità di indagato: l'interrogatorio è previsto nei prossimi giorni, visto che per il momento Vecchiato è ricoverato in ospedale.

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LA PERIZIA

Ma c'è pure un terzo fronte di indagine: gli inquirenti hanno disposto una perizia sul mezzo, per verificare l'esistenza di eventuali guasti, o di anomalie di manutenzione. Un accertamento necessario, soprattutto dopo i risultati choc emersi da altre inchieste sulla municipalizzata dei trasporti: dagli interventi fantasma per aggiustare le scale mobili nelle stazioni delle metro A e B, fino ai pezzi di ricambio vecchi e usurati utilizzati per riparare i vecchi autobus che, poi, hanno preso fuoco.

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