mifsud

ROTOLANDO VERSO MIFSUD- LA VERSIONE DI MOSCA SUL RUSSIAGATE CON YURI SAYAMOV, EX COLLABORATORE DEL PROFESSORE SVANITO NEL NULLA: "TEMO PER LA SUA SICUREZZA. UNA SPIA? IMPROBABILE. LUI TRAMITE CON IL CREMLINO? IRREALISTICO. E’ UNA BATTAGLIA TUTTA INTERNA AGLI USA FRA REPUBBLICANI E DEMOCRATS. PER COPRIRLA ANCORA UNA VOLTA GLI AMERICANI HANNO GIOCATO LA “CARTA RUSSA” - LINK CAMPUS? ERO PRESENTE ALL'ACCORDO FIRMATO A MOSCA, C'ERANO..."

Francesco Bechis per formiche.net

mifsud

 

Non so se è il caso, non sono di grande aiuto”. Un fremito di esitazione spezza la voce di Yuri Sayamov. Il professore ottantenne della prestigiosa Università Statale di Mosca Lomonosov è uno stimato accademico di relazioni internazionali, ha diretto per anni il Dipartimento Unesco per gli studi sui problemi globali. Ma è anche, suo malgrado, un nome ricorrente nelle inchieste giornalistiche sul ramo italiano del “Russiagate”. Perché?

 

Ha conosciuto e collaborato in diverse occasioni con Joseph Mifsud, il professore maltese che ha lavorato per la London Academy of Diplomacy e la Link Campus University di Roma e oggi è considerato l’uomo chiave che si cela dietro lo scandalo russo delle presidenziali americane.

 

Joseph Mifsud, Stephan Roh, and a former Russian government official, Alexey Klishin, sat at a conference at the Link University campus in Rome

Da due anni è scomparso nel nulla. Lo cerca il Dipartimento di Giustizia americano, che tramite il procuratore generale William Barr ha chiesto ben due volte ad agosto ai vertici dei Servizi italiani dove si trovi “il professore”. “Temo per la sua sicurezza” confida Sayamov, che sul maltese spende ottime parole e non crede allo scandalo che lo vede coinvolto. Questa conversazione con Formiche.net è la prima intervista che concede da quando il suo nome è stato accostato al docente-fantasma svanito nel nulla. Ecco la sua versione dei fatti.

 

Professore, lei ha conosciuto in più occasioni Joseph Mifsud. Cosa pensa delle accuse sul suo conto?

Sono sorpreso dalle versioni che vedo circolare sulle sue attività. L’ho conosciuto per la prima volta nella veste di direttore della London Academy of Diplomacy, un istituto ben inserito nella diplomazia inglese. Sono stato invitato a parlare a un convegno, abbiamo discusso di relazioni internazionali, di diplomazia contemporanea, di protocollo. Ero assieme a una delegazione dell’Università statale di Mosca.

 

Quale fu la sua prima impressione?

Mifsud con Olga Roh

Quella di un classico docente di relazioni internazionali. Mente aperta e sempre piena di nuove idee. Non mi ha mai dato l’impressione di poter essere coinvolto in uno scandalo internazionale.

 

L’ex direttore dell’Fbi James Comey lo ha definito un “agente russo”. Nel rapporto di Robert Mueller viene indicato come una spia.

Improbabile. Certo, nessuno si può giudicare dalle apparenze. Ma ho conosciuto dozzine di professori e deputati vicini al mondo della sicurezza nella mia carriera, Mifsud non aveva proprio l’aspetto della spia. Aveva invece quello di un rispettato accademico, invitato a parlare a panel di altissimo livello.

 

Secondo George Papadopoulos, ex consigliere della campagna elettorale di Trump, Mifsud vantava di avere contatti con ufficiali del governo russo di alto livello.

Mifsud aveva scarse possibilità di mettersi in contatto con membri dell’establishment politico russo, credere che potesse fare da tramite con il Cremlino è davvero irrealistico. A Mosca credo sia stato un paio di volte, veniva invitato in tanti Paesi. Ha partecipato due volte al Valdai, il grande forum economico globale ospitato dalla Russia.

Ottobre 2016, Mosca. Una delegazione della Link Campus firma un’intesa con la sua università. Al tavolo ci sono Scotti, Frattini e Mifsud. Giusto?

Sì, è venuto a Mosca assieme a Vincenzo Scotti e Franco Frattini. Volevamo da tempo siglare un accordo fra Lomonosov e Link Campus per risolvere la questione del doppio diploma e permettere ai rispettivi studenti di laurearsi in entrambe le università. L’accordo ha dato i suoi frutti, credo che anche gli studenti della Link siano aumentati da allora.

 

Lo ha più rivisto da allora?

Sì, l’ho rivisto l’ultima volta nel 2017 alla Link Campus. Ero stato invitato a tenere un corso di quattordici ore per un master. Un tour de force sabato e domenica, ho scambiato due parole con Mifsud per cinque minuti. Poi non l’ho più visto né sentito.

Da allora è scomparso. C’è solo una foto pubblicata da Il Foglio che lo ritrae a Zurigo, il 21 maggio 2018. Poi più nulla.

Temo per lui. Comprendo perfettamente perché voglia nascondersi.

 

Ovvero?

Le accuse sul suo conto sono molto gravi, ci potrebbe essere qualcuno là fuori che vuole fargli del male. Spesso le persone vengono accusate anche se non hanno fatto nulla di male, e credo questo sia il suo caso. Gli auguro il meglio e spero non gli succeda nulla.

Perché se è innocente lo cercano i servizi di mezzo Occidente?

mifsud frattini ayad

Mifsud ha incontrato centinaia di diplomatici e accademici per motivi professionali, partecipato ad altrettanti convegni in giro per il mondo. La mia impressione è che questo l’abbia esposto a dei rischi.

Durante le vostre conversazioni Mifsud ha mai detto la sua sulle elezioni presidenziali del 2016?

Questo dibattito è surreale. Abbiamo parlato spesso di politica estera, non ricordo lui abbia mai assunto una netta presa di posizione. Ci sono migliaia di americani che non sanno minimamente di essere repubblicani o democratici e vivono felici uguale.

 

Resta un fatto: il nome di Mifsud è finito più volte fra le carte dell’inchiesta sul Russiagate. Lei crede sia solo un complotto come sostiene Trump o le interferenze russe sono vere?

joseph mifsud vincenzo scotti

Io sono convinto che si tratti di una battaglia tutta interna fra repubblicani e democratici. Per coprirla ancora una volta gli americani hanno giocato la “carta russa”.

Ancora una volta?

È una strategia molto vecchia. In un trattato poco conosciuto al grande pubblico, “Rivelazioni sulla storia diplomatica del XVIII secolo”, Karl Marx spiegava che una grande Russia avrebbe fatto paura all’Occidente e che l’establishment occidentale in risposta avrebbe giocato la “carta russa”.

 

Il rapporto Mueller fa nomi e cognomi degli agenti russi coinvolti. Non è abbastanza?

Come ho detto, tutto nasce da problemi interni ai due partiti. Gli americani giocano la “carta russa”, quella della corruzione, della disinformazione per scaricare sugli altri le loro responsabilità. Che sia democratico o repubblicano, la Russia sa che un presidente degli Stati Uniti viene eletto dal suo popolo e vuole collaborarci, non certo interferire nelle elezioni.

 

joseph mifsud vincenzo scotti

Papadopoulos ha un’altra versione che sembra convincere l’amministrazione Usa. Secondo lui sono stati i servizi occidentali a innescare lo scandalo del Russiagate per mettere in difficoltà Trump.

So poco e niente su questo personaggio, prima dell’inchiesta non avevo mai sentito il suo nome e preferisco non sbilanciarmi. Diciamo che ci sono persone brave a presentare in modo onesto la loro professione e altre meno.

Un millantatore?

JOSEPH MIFSUD

Ripeto, non conosco bene il caso. Conosco però l’ex avvocato di Mifsud, Stephan Roh, che sulla vicenda ha scritto un libro con Thierry Pastor (The Faking of Russia-gate. The Papadoupulos case, Ils publishing, ndr). Lì spiega le tante contraddizioni di questa versione.

vincenzo scotti frattini mifsudfranco frattini con joseph mifsud

 

SIMONA MANGIANTEJOSEPH MIFSUD 1JOSEPH MIFSUD BORIS JOHNSONgeorge papadopoulos simona mangianteMIFSUD MANGIANTE BARRJOSEPH MIFSUD E Ivan Timofeev

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO