UNA SALOME DA CRONACA NERA - MICHIELETTO PRESENTA LA PRIMA PRODUZIONE ALLA SCALA DOPO IL LOCKDOWN: L’OPERA DI STRAUSS ANDRÀ IN SCENA ALLE 20 STASERA SU RAI 5, CON RICCARDO CHAILLY SUL PODIO. MATTIOLI: “VI CONSIGLIO CALDAMENTE DI NON PERDERE QUESTO SPETTACOLO. PERCHÉ È BELLISSIMO, E VA BENE: MA È ANCHE UN RARO CASO IN CUI REGIA E DIREZIONE, TEATRO E MUSICA, VANNO NELLA STESSA DIREZIONE, RACCONTANO LA STESSA STORIA…”
Alberto Mattioli per “La Stampa”
Nell'evo del Covid, l'opera è un Monopoli dove si ripassa continuamente dal via. Prendete la nuova Salome della Scala: provata e riprovata, arrivata quasi al debutto, fermata dalla pestilenza, riprogrammata con Zubin Mehta sul podio al posto di Riccardo Chailly, poi di nuovo con Chailly arrivato last minute come sostituto del suo sostituto ammalatosi nel frattempo. E finalmente questo Strauss approda stasera su Rai5, registrato ieri a porte chiuse tranne che per pochi membri della kasta giornalistica, che almeno stavolta ha una funzione: quella di consigliarvi caldamente di non perdere questo spettacolo.
Perché è bellissimo, e va bene: ma è anche un raro caso in cui regia e direzione, teatro e musica, vanno nella stessa direzione, raccontano la stessa storia. Per Damiano Michieletto, Salome è un'altra Elektra, carnefice perché vittima di un patrigno che le ha ucciso il padre vero e, chissà, ha pure abusato di lei. Un ritratto di famiglia in un inferno, che sono poi le scene vuote di orpelli ma cariche di emozione di Paolo Fantin.
Quello che stupisce è il virtuosismo con il quale Michieletto si accosta al libretto trasformando in immagini contemporanee i reperti archeologici di un gusto che oggi può sembrarci soprattutto cattivo. Prima che parta la solita caccia a quelle streghe dei registi «provocatori», segnalo che è tutto già nel libretto: la luna nera, le ali della morte e così via (è citato perfino il quadro celebre di Moreau nell'ostensione finale della testa del Battista).
Ma tutto diventa nostro, attuale, emozionante. Brava la protagonista Elena Stikhina, da inserire nel catalogo delle Salome liriche, voce non straripante ma interprete intelligente, altre prime parti così così, orchestra meravigliosa e grandissima direzione di Riccardo Chailly. Intanto dal punto di vista tecnico, perché con gli strumentisti in platea e i cantanti sul palco bisogna anticipare gli attacchi e dosare le sonorità di un'orchestra notoriamente non piccola.
E poi da quello artistico, con una partitura radiografata senza mai cadere nel calligrafico, una grande flessibilità ritmica, e una straordinaria ricchezza di colori orchestrali. Ci si commuove quando gli archi diventano trasparenti, anzi diafani, meglio: disincarnati, per accompagnare il canto disperato di questa Salome bambina, innocente e criminale insieme. -
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