milano marittima, il figlio di salvini sale nella moto d'acqua della polizia

“MIO FIGLIO SULLA MOTO D’ACQUA DELLA POLIZIA? MI PRENDO LA RESPONSABILITÀ” - SALVINI TORNA SULLA VICENDA CHE HA RIGUARDATO IL FIGLIO SEDICENNE: “IL GIORNALISTA È STATO ALLONTANATO IN MALO MODO? NON SO CHI SIANO QUEGLI UOMINI E NON SPETTA A ME DIRLO - A ME PARE CHE IL CRONISTA ABBIA ABBONDANTEMENTE FATTO QUELLO CHE VOLEVA” - “REPUBBLICA”: “LE DOMANDE A CUI DEVE RISPONDERE SALVINI, E A CUI NON RISPONDE, SONO…” - VIDEO

 

Da https://www.repubblica.it

 

MATTEO SALVINI CON IL FIGLIO

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini torna sulla vicenda che ha riguardato il figlio sedicenne, salito su una moto d'acqua della Polizia di Stato per divertimento a Milano Marittima, come documentato da un video di Repubblica, nonostante il tentativo degli uomini della sicurezza presenti sulla spiaggia di impedire le riprese al giornalista Valerio Lo Muzio.

 

In seguito a quell'episodio e e alle polemiche che ne sono scaturite, la polizia ha avviato accertamenti, raccogliendo la testimonianza dello stesso Lo Muzio. E il capo della polizia Franco Gabrielli ha detto che le verifiche sono in corso "per capire se è stato leso il diritto di cronaca".  A distanza, oggi, è arrivata la risposta del ministro Salvini: "Le riprese di un minore sono state fatte e diffuse. Mi chiedo perché si facciano e diffondano le immagini di un minore. Ho fatto il giornalista e conosco i diritti dei minori, la carta di Treviso e l'etica che dovrebbe accompagnare i giornalisti. Mi prendo io tutte le responsabilità. Il giornalista ha abbondantemente fatto quello che voleva".

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La vicenda di cronaca raccontata da Repubblica però non riguarda il figlio, che aveva l'unica colpa di essere in vacanza insieme al padre, ma il comportamento tenuto dallo stesso ministro Salvini - e gli eventuali abusi - nel non impedire che i poliziotti organizzassero il giro in moto d'acqua. Inoltre, Salvini si è rifiutato di dire a Lo Muzio chi fossero le persone che lo hanno affrontato (senza identificarsi) e minacciato.

 

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Salvini dice che "il giornalista ha abbondantemente fatto quello che voleva". In realtà, come documenta il video, Lo Muzio è stato allontanato in malo modo da alcuni agenti (o uomini della scorta) la cui identità Salvini non rivela ("Non lo so e non spetta a me dirlo", risponde a chi gli chiede i nomi). Il giornalista ha anche riferito che quegli uomini - non si sa nemmeno se siano poliziotti, perché non si sono identificati come tali -  dopo averlo identificato gli hanno detto una frase minacciosa: "Ora sappiamo dove abiti". Lo stesso Salvini durante la conferenza stampa ha insultato il cronista: "Vada a filmare i bambini visto che le piace".

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Le domande a cui deve rispondere Salvini, e a cui non risponde, sono: chi ha autorizzato l'uso di mezzi pubblici per fini privati? Chi sono gli agenti che hanno minacciato il giornalista? Che procedimento sta adottando la questura competente nei confronti dei poliziotti alla guida della moto d'acqua?

 

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Salvini cita la Carta di Treviso. La Carta di Treviso è un codice deontologico, redatto dalla Fnsi, dall'Ordine dei Giornalisti e da Telefono Azzurro per garantire l'anonimato dei minori sull'onda, nei primi anni Novanta, del caso Serena Cruz. Va precisato che quel codice fu fatto allora per evitare che bambini contesi che avevano subito traumi dovuti a violenze familiari o separazioni subissero un ulteriore danno psicologico dovuto alla notorietà che nasceva attorno a quelle storie che sovente balzavano agli onori delle cronache.

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Il caso del figlio di Salvini non ha nulla a che fare con la Carta di Treviso: era in spiaggia in vacanza, è salito sulla moto d'acqua per divertirsi, la sua immagine è stata tutelata (le foto e i video non lo hanno reso riconoscibile).

 

Salvini è ministro dell'Interno, vicepremier e leader della Lega, un personaggio pubblico a tutti gli effetti. A Milano Marittima era imprescindibile dalla sua personalità pubblica la presenza del figlio, e dunque il principio dell'essenzialità dell'informazione è stato rispettato e salvaguardato.

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