sam brinton joe biden

UNA DRAG QUEEN ATOMICA E PURE CLEPTOMANE – SAM BRINTON, VICESEGRETARIO "FLUIDO" DELL’ENERGIA NUCLEARE DELL’AMMINISTRAZIONE BIDEN È STATO BECCATO PER LA SECONDA VOLTA A FREGARSI UNA VALIGIA (DI MARCA) DAL CARRELLO DEI BAGAGLI ALL’AEROPORTO – BRINTON, QUANDO È STATO PRESO CON LE MANI NELLA MARMELLATA, HA PROVATO A GIUSTIFICARSI DICENDO CHE NON L’AVEVA FATTO APPOSTA MA LE VIDEOCAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA LO INCHIODANO MENTRE…

 

Giorgio Gandola per “la Verità” 

 

sam brinton 11

Difficile mimetizzarsi nella folla con tacco a spillo, rossetto e pelata Kojak, ma Sam Brinton non è riuscito a trattenersi e ha portato a casa la seconda denuncia in due settimane per furto aggravato. Questa volta con richiesta di arresto. Dopo avere rubato una valigia all'aeroporto di Minneapolis, il vicesegretario genderfluid per l'Energia nucleare dell'amministrazione americana ha replicato a Las Vegas; la polizia non ha creduto all'alibi dello scambio fortuito (utilizzato anche nei B movie dai tempi di Buster Keaton) e ha spiccato il mandato dopo aver accertato la sua identità attraverso le telecamere dello scalo.

 

sam brinton 9

All'attivista dei diritti Lgbtq+ che si definisce «non binario» e posta su Instagram le sue passeggiare in décolletés e calze a rete alla Casa Bianca, piace il sesso estremo ma anche i set Vuitton degli altri. Ha un debole per borse e bauletti (valore medio dai 2.000 ai 5.000 dollari), ma a stare a sentire i denuncianti non disdegna neppure il contenuto. All'aeroporto Saint Paul di Minneapolis, il travestito più famoso del mondo aveva trafugato il bagaglio di una passeggera.

 

Rintracciato dalle guardie dopo la denuncia, si era difeso scusandosi per lo scambio «dovuto a stress e stanchezza», ma il circuito interno di sorveglianza lo aveva ripreso accanto al tapis roulant mentre toglieva la targhetta che identifica il proprietario.

 

sam brinton 10

La faccenda sarebbe già imbarazzante così se non fosse per il secondo furto all'aeroporto di Las Vegas, cronologicamente avvenuto prima ma scoperto venerdì, al termine di un lavoro certosino di immagini incrociate. In entrambi i colpi - come specificano i media americani - il funzionario bideniano più di moda nella comunità transgender indossava una maglietta bianca con il simbolo del nucleare raffigurato nei colori arcobaleno. Ora Brinton è inseguito da un mandato di cattura (rischia da uno a cinque anni di carcere più 10.000 dollari di multa) e dalle maledizioni di chi lo ha scelto per rappresentare gli Stati Uniti in un dipartimento delicato e strategico come quello dell'Energia.

 

Dopo la prima denuncia era stato messo in ferie coatte, dopo la seconda quel circo Medrano che è l'entourage di Joe Biden - troppo impegnato a indicare vie d'uscita al presidente per occuparsi del resto - è stato costretto a emettere un comunicato nel quale tenta di prendere le distanze dal malinconico epigono di Ru Paul. 

 

sam brinton 8

«La sua mancanza di trasparenza crea problemi a un'amministrazione che persegue l'eccellenza in ogni suo dipartimento. Non è possibile» si legge, «rappresentare i valori americani e al tempo stesso violare le leggi del Paese». In attesa di comprendere quali valori non negoziabili rappresenti mister Brinton, è interessante notare come la condanna sia felpata, quasi indolore, per non scatenare la reazione isterica della comunità woke, perennemente pronta ad accusare di discriminazione sessuale chiunque intenda far rispettare la legge.

 

Nonostante sia un ingegnere nucleare, la drag queen Nuclear Nerd (sui social si fa chiamare così) ha capito in fretta che nella società dell'immagine schiava delle minoranze le abilità - o skill come vuole il mainstream provinciale de noantri - devono essere altre. Così per lui l'esperienza alla Casa Bianca si è trasformata in un allegro e interminabile gay pride. La colpa non è del tutto sua ma di Biden, che lo ha voluto mettere sul palcoscenico per ingraziarsi il mondo transgender e far confluire facilmente voti verso i democratici. 

 

sam brinton 6

Ora i guai giudiziari del suo queer preferito potrebbero aiutare il presidente a «risolvere» il problema. Nato a Perry nell'Iowa 36 anni fa e contrario alla terapia di conversione (la paragona alla tortura), Brinton chiede agli interlocutori di farsi dare «del loro», ammette di fare sesso con gli animali e non ha alcun problema nello scandalizzare i colleghi d'ufficio postando immagini che lo ritraggono in atteggiamenti fetish con il partner a quattro zampe, travestito da cane e tenuto al guinzaglio (la pratica è denominata amichevolmente puppy play). L'ultimo exploit è un set di foto in cui mostra agli adepti le posizioni più cool, legato come un salume nella nobile arte del bondage e ovviamente nudo. Dopo la pubblicazione dell'intero servizio autoprodotto ha limitato l'accesso dell'account Instagram. 

 

sam brinton 7

Nel frattempo non si conoscono decisivi interventi su quello che i repubblicani definiscono «il suo hobby», vale a dire il dossier nucleare. In confronto al delirio yankee, il monopattino di Danilo Toninelli, lo schwa di Laura Boldrini, la targhetta sulla porta dell'assessora milanese, le calze arcobaleno di Beppe Sala, i gay pride di Pierfrancesco Majorino e Roberto Gualtieri sono assimilabili a giochi per bambini. Brinton è oltre l'orizzonte, oltre le accuse, oltre le valigie. È l'istituzione che ridicolizza se stessa. È un simbolo della nuova America, che ha dimenticato la frontiera della Storia per tuffarsi nella piscina con le palline colorate.

sam brinton 9sam brinton 1sam brinton 2

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…