putin gazprom

LE SANZIONI DELL’OCCIDENTE HANNO AZZOPPATO PUTIN: LE GRANDI IMPRESE RUSSE BOCCHEGGIANO - IL GIGANTE DEL METANO GAZPROM È COLLASSATO DEL 36%, LA MAJOR PETROLIFERA STATALE ROSNEFT REGISTRA MENO 8%, LUKOIL SCENDE DEL 12%, LA SOCIETÀ ELETTRICA INTER RAO DEL 43%, IL GIGANTE DEI FERTILIZZANTI AKRON È A MENO 34% - LE SPESE MILITARI, QUELLE PER LA SICUREZZA E QUELLE LEGATE ALLA GUERRA IN MANIERA MENO DIRETTA ARRIVANO AL 40% DEL PIL RUSSO - L'INVASIONE DELL'UCRAINA HA RISOLLEVATO INDUSTRIE PESANTI OBSOLETE, RINVIGORITE DA COMMESSE STATALI, ED È LA GUERRA A SPINGERE IN BASSO LA DISOCCUPAZIONE E IN ALTO I SALARI PERCHE'…

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”

 

PUTIN GAZPROM

Vladimir Putin ha appena annunciato la vittoria della economia russa sull'«attacco di sanzioni lanciato dall'Occidente» […] L'annuncio della ricandidatura del leader russo per un quinto mandato di sei anni al Cremlino […] ha dato il via a una serie di iniziative dai toni trionfalistici. L'esercito di Mosca sta lanciando un contrattacco nel Donbass, con l'evidente obiettivo di annunciare la "conquista" di qualche città Ucraina ormai rasa al suolo in tempo per il 14 dicembre, quanto il presidente tornerà a rispondere alle domande dei russi in diretta televisiva, dopo due anni di silenzio.

lukoil 1

 

[…] In questo sfoggio di sicurezza neoimperiale[…] tra la miriade di dati statistici di fine anno, si nascondono però alcune notizie come quelle riportare dal giornale russo Izvestia, che si basa su un rapporto della agenzia delle entrate russa: i ricavi delle grandi società russe nei primi sei mesi del 2023 si sono ridotti quasi della metà, da 694 a 342 trilioni di rubli. La Banca centrale russa contestualmente nota la riduzione dei ricavi dei maggiori esportatori russi del 41%.

 

ROSNEFT

Izvestia ha approfondito la situazione con i dati società per società nei primi nove mesi dell'anno: il gigante del metano Gazprom è collassato del 36%, la major petrolifera statale Rosneft si è accontentata del meno 8%, Lukoil del 12%, la società elettrica Inter RAO del 43%, il gigante dei fertilizzanti Akron è a meno 34%. Izvestia è un quotidiano allineato al regime, e gli esperti che sono stati interrogati sul fenomeno usano spiegazioni arrotondate come «congiuntura internazionale», «riduzione dei prezzi sull'energia», «interruzione delle catene logistiche», «ristrutturazione dei processi produttivi» e «riduzione del potere d'acquisto».

 

PUTIN GAZPROM

Tutte queste spiegazioni si possono riassumere con una sola parola, guerra, e l'unico ad ammetterlo è il consorzio dell'alluminio RusAl, che giustifica il suo meno 16,9 % con le sanzioni internazionali, e i nuovi dazi introdotti dal Cremlino, per definire la situazione del settore come «grave». […] sostiene l'economista d'opposizione Sergey Aleksashenko, le entrate russe continuano a venire finanziate per un terzo dalle esportazioni di petrolio e gas, e se la loro quota nella formazione della ricchezza si è ridotta è il risultato delle sanzioni, più che dello sviluppo industriale.

 

rubli in fiamme

La flotta di petroliere fantasma che ha venduto quantità record di greggio soprattutto a Cina e India (da cui il crollo delle entrate di Gazprom, legata molto di più ai gasdotti dei consumatori europei) ha riempito i forzieri di Putin, aggirando le sanzioni. E questi soldi sono stati investiti nella guerra. Secondo le stime degli analisti raccolte dalla testata indipendente Meduza, le spese militari russe hanno raggiunto il numero record del 4% del Pil, e nel 2024 saliranno al 6%.

 

lukoil

Sommando le spese per la sicurezza, e quelle legate alla guerra in maniera meno diretta - dagli investimenti nell'edilizia dei territori ucraini occupati al pagamento dei risarcimenti alle famiglie dei militari uccisi - si arriva quasi al 40% della spesa pubblica. E stata l'invasione dell'Ucraina a risollevare le sorti di industrie pesanti obsolete, rinvigorite da commesse statali, ed è la guerra a spingere in basso la disoccupazione e in alto i salari: l'85% delle aziende russe soffre di forte carenza di personale. Almeno un milione e mezzo di russi sono spariti dal mercato del lavoro - chi è stato chiamato al fronte, chi è fuggito all'estero - e un altro dato record è negativo: il -4,1% di produttività, dovuto all'emigrazione dei quadri più qualificati.

 

putin on fire

Chi resta si vede aumentare i salari, ma crescono anche i prezzi: l'inflazione è al 7,5, quasi il doppio dell'obiettivo del 4% posto dalla Banca centrale, che per contrastarla ha aumentato di nuovo i tassi. Il dollaro torna a sfiorare quota 100 rubli, e un altro dato mostra quanto i russi si fidino poco dell'ottimismo del governo: a novembre, la popolazione ha speso 160 miliardi rubli per acquistare dollari ed euro in contanti, una somma record pari soltanto a quella del febbraio 2022. Secondo la Banca centrale, i russi possiedono attualmente quasi 100 miliardi di dollari in contanti: nonostante la guerra contro l'Occidente, preferiscono tenere i loro risparmi in moneta europea e americana.

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…