SCACCO AL DRAGONE! - AI MONDIALI DI SCACCHI DI SINGAPORE, IL 18ENNE INDIANO GUKESH DOMMARAJU BATTE IL CINESE DING LIREN E DIVENTA PIÙ GIOVANE CAMPIONE DEL MONDO DI SCACCHI DELLA STORIA - E' L'ENNESIMO PASSAGGIO DI CONSEGNE: DOPO LO STRADOMINIO SOVIETICO E L'ERA DEL NORVEGESE MAGNUS CARLSEN, ERA ARRIVATO IL PRIMO CAMPIONE CINESE (CHE NON HA RETTO LA PRESSIONE) E ORA LO SCETTRO PASSA ALL'INDIA, CHE HA GIA' VINTO LE OLIMPIADI DEGLI SCACCHI...
Estratto dell'articolo di Massimo Adinolfi per "La Repubblica"
Quattordicesima e ultima partita del match mondiale. Siamo oltre le quattro ore di gioco. Sulla scacchiera, la posizione è pari. […] Il Nero, l’indiano Gukesh Dommaraju, che vincendo diventerebbe il più giovane campione del mondo di scacchi della storia, ha un pedone in più, ma è insufficiente per vincere. Il campione del mondo, il cinese Ding Liren, […] è nervoso […] ma sa bene, lo sa lui, lo so io, lo sanno tutti, che non può perdere: non c’è modo. A meno che… A meno cosa? Vediamo.
Ding Liren è il primo cinese a detenere il titolo mondiale: per Pechino, avere nel pugno la corona mondiale, nel gioco che per decenni ha celebrato la grandezza della scuola di Mosca, vale più di un semplice passaggio di consegne. […] È in ballo anche la supremazia nell’area asiatica, visto che dinanzi a Ding siede un giovanissimo ragazzo indiano.
L’India, l’altra grande potenza continentale, è in forte ascesa: ha appena vinto l’Olimpiade e ha ben sei giocatori tra i primi venticinque al mondo. È uno scontro tra potenze, come fu il match del secolo fra l’americano Bobby Fischer e il russo Boris Spassky, nel 1972. […]
Al tavolo da gioco, Fischer dimostrò una superiorità schiacciante mentre, dietro le quinte, si muovevano tenenti colonnelli e prostitute, servizi segreti e funzionari di partito, ex preti e uomini d’affari, diplomatici e guardie del corpo. Questa volta non c’è la stessa, spasmodica attesa. Ma questo è vero solo in questa parte del mondo, ed è difficile, purtroppo, non cedere alla tentazione di vedervi un segno del declino dell’Occidente.
Negli scacchi, la filosofia della storia non conosce solo il movimento che per Hegel sorgeva a Oriente per culminare in Occidente: tutte le cose ritornano e il pendolo torna a battere a Est, dove il gioco è nato millenni fa. Nessuna meraviglia, dunque, se nell’India del nazionalista Modi […] si farà festa per giorni.
[…] Ma, appunto: è solo un gioco. Un’arte, certo, e anche uno sport, ma nulla che possa essere preso davvero sul serio, si dice. Come se il gioco, l’arte e lo sport non fossero faccende tremendamente serie, per le risorse che mobilitano, per l’impegno fisico e intellettuale che richiedono, ma anche per il significato che estraggono dagli uomini che vi si consacrano. […]
Tutto quello che manca, insomma, al nuovo compagno di giochi che occupa la scena: il motore scacchistico. Il quale calcola, elabora, sforna varianti e indica sistematicamente le mosse migliori. Ma non esita, non dubita, non si abbatte quando perde (non perde) né si esalta quando vince (perché vince). […]
E può, l’essere umano, non solo perdere, ma perdersi, quando deve portare il peso enorme e a volte intollerabile della condizione di campione. Non saprei, del resto, dare un’altra spiegazione dello schianto di Ding. Il match è finito: si va agli spareggi, dove Ding non parte affatto sfavorito. Bisogna che Gukesh faccia qualche altra mossa, prima che si rassegni alla patta. Ma non c’è modo di cavare sangue dalle rape, né una vittoria dai pochi pezzi rimasti.
A meno che Ding non voglia fuggire via dal mondo, via dagli scacchi, via dal suo destino di campione mondiale. Ding lo è divenuto, peraltro, in maniera rocambolesca: classificandosi per il torneo dei candidati solo grazie all’esclusione del russo Karjakin (uno che indossa orgoglioso le magliette del team Putin: ancora geopolitica) e alla rinuncia del più forte di tutti, Magnus Carlsen, a difendere il titolo.
Vinto il match mondiale, Ding è finito in depressione, precipitando di una ventina di posizioni nel ranking . Infine, è arrivato a Singapore senza più il ruolo di favorito. […] Ding esce di scena, Gukesh è campione del mondo, e piange come un bambino. Una nuova era, e una nuova età nella storia del mondo, è cominciata.