AC-COSTA CONCORDIA - MENTRE INIZIANO I LAVORI PER SMANTELLARE IL RELITTO, PARLA CAPITAN SCOGLIONE SCHETTINO: “LA NAVE SALVA? MERITO MIO. GIUSTA LA DECISIONE DI LASCIARLA ADAGIARE SUL BASSO FONDALE” - “I 33 MORTI? CI SONO STATE DELLE CONCAUSE”

Raoul de Forcade per il “Sole 24 Ore
 

capitan schettino a ischia capitan schettino a ischia

Il giorno dopo l'arrivo di Costa Concordia nel porto di Genova, avvenuto domenica con un'operazione che resterà nella storia della marineria, sul relitto ormeggiato alla diga foranea di Pra' fervono già i lavori propedeutici ai primi interventi di smantellamento di arredi e suppellettili della nave. Ieri, infatti, i sommozzatori hanno cominciato a stendere panne da 26 metri per contenere eventuali sversamenti, in profondità, di tipo chimico batteriologico o solido. 


E se il presidente dell'Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo , si appresta a firmare l'autorizzazione per consentire ai camalli della Culmv di lavorare sul relitto, sull'operazione di recupero sente il bisogno di pronunciarsi anche l'ex comandante di Concordia, Francesco Schettino, artefice del naufragio della nave che ha causato 33 morti (32 persone a bordo e un sommozzatore durante le fasi di recupero).


«L'esito positivo ed encomiabile della complessa operazione che ha consentito di recuperare la Concordia senza creare danni ambientali - si legge in una nota scritta da Schettino - ha rafforzato la mia convinzione di avere compiuto la giusta decisione, nel lasciarla adagiare sul basso fondale anziché correre il rischio che potesse inabissarsi».

SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE


Poi l'ex comandante, che nelle ore della partenza della nave dal Giglio si era fatto fotografare sorridente a un festa ad Ischia, parla di «inaspettato e repentino abbattimento su di un lato della nave», e di «concause» che «hanno purtroppo contribuito alla dolorosa perdita di vite umane».


Il relitto domenica è passato dalla proprietà di Costa Crociere a quella del consorzio Saipem - San Giorgio , che si è aggiudicato la demolizione e l'ha acquistato per la somma simbolica di un euro, accollandosi, dal momento della firma del contratto (avvenuta alle 15,40), tutte le responsabilità, anche assicurative per eventuali danni a terzi, relative alla gestione di quel che resta di Concordia. Al di là del simbolico euro, Costa (e quindi il club P&I che la assicura) paga agli smantellatori circa 100 milioni di euro. E il consorzio Saipem - San Giorgio dovrebbe avere un altro introito di 7-8 milioni dalla vendita della carpenteria metallica della nave, che sarà ceduta, a quanto risulta, alla Duferco.

SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE


Il punto, nel porto di Pra', dove è stata ormeggiata Concordia ha un pescaggio di 22-23 metri. La nave, spiega Andrea Pieracci, direttore tecnico dell'Autorità portuale di Genova, «pesca 19 metri a poppa e 18 metri a prua. Le panne in fase di posizionamento si aggiungono a quelle leggere, da un metro, che servono a circoscrivere eventuali versamenti di idrocarburi in superficie.

 

Le barriere da 26 metri, invece, realizzate in neoprene e pvc, sono frutto della tecnologia sviluppata da Saipem per le operazioni di bonifica». Saranno in parte adagiate sul fondale, preparato ad hoc con corpi morti collegati con catenarie, e in parte in galleggiamento, formando una sorta di sacca che avvolge lo scafo sommerso della nave. 

SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE


«Ci vorrà una settimana - prosegue Pieracci - per completare le azioni di distesa. In contemporanea, per i primi 10 giorni dopo l'ormeggio, proseguiranno le ispezioni dei sommozzatori dentro lo scafo per la ricerca del corpo di Russel Rebello, membro dell'equipaggio disperso dal giorno del naufragio». Ieri il prefetto Franco Gabrielli ha incaricato il direttore marittimo della Liguria, ammiraglio Vincenzo Melone, di coordinare le ricerche di Rebello. Sempre in questi giorni, saranno terminate le operazioni per completare le dotazioni antincendio e di pronto soccorso sia sulla diga foranea, sia sul VI modulo del terminal Vte, spazio sul quale saranno trasportati i pezzi via via smontati dalla Concordia.

 

Franco GabrielliFranco Gabrielli

Una volta approntato tutto l'occorrente, inizieranno i veri e propri lavori di "alleggerimento" della nave che è tenuta a distanza di 9 metri dalla diga con speciali distanziatori. I materiali che saranno tolti dalla nave, nell'arco di 5 mesi, con l'obiettivo di diminuirne pescaggio a 15 metri, verranno movimentati con alcuni montacarichi industriali che saranno montati, in questi giorni, sulla murata del relitto rivolta verso il Vte. 


Tramite i montacarichi, i materiali saranno depositati sulle chiatte adibite a fare la spola tra il relitto e il terminal. Lì saranno divisi seguendo le normative ambientali, quindi trasportati altrove per lo smaltimento. Dopo la fase di alleggerimento presso la diga di Pra', la nave sarà portata nella parte di Levante dello scalo di Genova.

 

Franco GabrielliFranco Gabrielli

Prima sosterà nel molo "ex superbacino" dove verrà privata dei ponti e portata a un pescaggio di 10 metri, quindi nel bacino di carenaggio numero 4 del porto, per la demolizione finale. Quest'ultima operazione sarà fatta in secca, mentre tutte le acque inquinanti ancora contenute nello scafo saranno pompate nel bacino numero 5 , passando prima attraverso l'impianto di depurazione attivo dal 2000 in quell'area.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…