RILEY BENE CHI RIDE ULTIMO – RILEY JUNE WILLIAMS, LA SCIROCCATA DI 22 ANNI CHE VOLEVA VENDERE IL LAPTOP DI NANCY PELOSI AI RUSSI DOPO L’ASSALTO AL CONGRESSO È STATA ARRESTATA. IL COMPUTER DELLA SPEAKER DELLA CAMERA È STATO EFFETTIVAMENTE RUBATO, MA NON SI SA SE SIA QUELLO EFFETTIVAMENTE NELLE SUE MANI. COSA CONTENEVA QUEL PC? I REPARTI IT DEL GOVERNO AMERICANO SONO MOLTO PREOCCUPATI PER LA RIVOLTA DEL CAMPIDOGLIO. LE SOTTRAZIONI O LE MANOMISSIONI SONO CONSIDERATE UNO SCENARIO DA INCUBO…
The FBI has charged Riley June Williams in connection to the Capitol riot, saying she told an ex "romantic partner" she intended to ship a computer device from Pelosi's office "to a friend in Russia, who then planned to sell [it] to SVR, Russia’s foreign intelligence service."
— Geoff Bennett (@GeoffRBennett) January 18, 2021
Well, I totally captured Riley June Williams fleeing the #CapitolRiot with Pelosi's laptop/hard drive. Huh. pic.twitter.com/v5a3x4ExhN
— Raven Geary (@dudgedudy) January 18, 2021
Happy ? Tuesday! Top Stories..
— Jessie McDonough (@JessieCBS21) January 19, 2021
-PA woman arrested for allegedly stealing Nancy Pelosi’s computer
-Today is President Trump’s final day in office
-Tomorrow is Inauguration Day for Joe Biden#Cbs21NewsThisMorning ? is on NOW! pic.twitter.com/3UTUtx07no
Riley June Williams era tra i rivoltosi che, lo scorso 6 gennaio, ha fatto irruzione nel Campidoglio, per “manifestare” a favore di Donald Trump e contro l’insediamento del presidente eletto Joe Biden. Ora si trova in custodia presso la Dauphin County Jail di Harrisburg, capitale dello Stato della Pennsylvania.
Già avevamo scritto come, tra le varie attività messe in atto presso Capitol Hill, una doveva essere presa in considerazione: la possibilità che i sistemi informatici del palazzo dovessero essere rivisti, dato che molti PC e notebook erano rimasti accesi, per la fretta dei politici e staff di mettersi al sicuro.
La donna della Pennsylvania, come riporta NBC News, è accusata di aver pianificato di rubare un computer portatile dall'ufficio della presidente della Camera, Nancy Pelosi e venderlo all'intelligence russa. Williams si è arresa alle autorità del suo stato d'origine, convinta dall’ex fidanzato. Quest’ultimo, ha chiamato l'FBI riferendo che la Williams “intendeva inviare il dispositivo informatico a un amico in Russia, che aveva già pianificato di venderlo al SVR, il servizio di intelligence internazionale del Cremlino”.
Cosa dice il documento dell'FBI
Secondo “W1”, il testimone uno, un video del circuito interno del Campidoglio mostra Riley June Williams mentre preleva un computer portatile (o forse un disco rigido, le immagini non sono chiare) dall'ufficio di Pelosi. Il trasferimento effettivo del dispositivo informatico in Russia è fallito per ragioni sconosciute. Al momento, la donna non ha consegnato alcun notebook all’FBI, con la possibilità che sia stato distrutto.
Di seguito, un video ripreso dal giornalista Raven Geary, in cui si vede la giovane scappare con una borsa in cui dovrebbe essere conservato il notebook o l'hard disk di cui parla il testimone 1.
riley june williams con un fucile
La Reuters ha già riferito che uno dei laptop presenti nell’ufficio di Pelosi è stato rubato ma si attendono conferme sul fatto che sia o meno quello nelle mani di June Williams. Secondo un assistente, il laptop nella stanza del team principale del Presidente della Camera dei rappresentanti era utilizzato solo per le presentazioni, ma non è da escludere che al suo interno vi fossero anche delle comunicazioni riservate.
Preoccupazione IT
Il furto di dispositivi è una preoccupazione significativa per i reparti IT del governo americano, dopo la rivolta del Campidoglio, tanto da mettere in discussione le procedure di sicurezza di vecchia data degli uffici del Congresso. L’eventualità di sottrazioni o manomissioni è considerata come uno "scenario da incubo" dagli esperti, che si sono fatti sentire anche su Twitter.
Williams è stata dunque arrestata anche se le indagini sono ancora in corso, ma all'accusa di furto si è aggiunta quella di intrusione negli uffici pubblici. Prima del fermo e della custodia presso la Dauphin County Jail, aveva disattivato il suo numero di telefono e cancellato gli account social di Facebook, Instagram, Twitter, Reddit, Telegram e, guarda un po’, Parler.
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