rifiuti radioattivi

LA SCORIA SIAMO NOI – IL GOVERNO INDIVIDUA AREE IDONEE ALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI NUCLEARI IN 7 REGIONI: GOVERNATORI E SINDACI SI RIBELLANO AL PIANO DELLA SOGIN (LA SOCIETÀ PUBBLICA DI GESTIONE DEL NUCLEARE) - QUASI UN TERZO DELLE DESTINAZIONI (22) SI TROVA NELLA TUSCIA. E C'E' CHI COME IL MINISTRO SPERANZA, NATO A POTENZA, INTERVIENE PER ESCLUDERE L'IDONEITA' DELLA "SUA" BASILICATA...

Cristiana Mangani per “il Messaggero”

 

rifiuti radioattivi

È riapparso dopo quasi sei anni di silenzio, da quel luglio del 2015, quando l'Ispra aveva appena consegnato al Governo la proposta di carta dei siti per il deposito nucleare e si aspettava il via libera a giorni. Da quel momento non si è saputo più nulla e, in un'Italia dove le Regioni ora sono caratterizzare dai colori giallo, arancione o rosso dell'epidemia da Covid, ieri la mappa d'Italia si è fatta verde.

 

Varie sfumature di verde, adeguate al livello di idoneità delle possibili localizzazioni. E come previsto, non appena i siti individuati per accogliere i rifiuti nucleari sono stati resi noti, sono scoppiate le polemiche: dal Piemonte al Lazio, e in particolare alla zona del viterbese, dove sono 22 i potenziali luoghi individuati per la costruzione del Deposito, in una zona notoriamente sismica.

 

L'ELENCO

rifiuti radioattivi

 A pubblicare l'elenco è stata la Sogin (società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari): si tratta di 67 zone che soddisfano i 25 criteri stabiliti sei anni fa e riportati nella Cnapi, la carta delle aree potenzialmente idonee. È stata pubblicata anche una mappa, che si trova sul sito Depositonazionale.it, per rendere ancora più chiare quali saranno le 8 grandi aree possibili e le provincie interessate.

 

Dalla Sardegna alla Basilicata, dalla Puglia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, buona parte delle Regioni sono presenti con località considerate idonee, anche se il finale sembra già scritto, perché la fascia più verde della classifica, quella più smeraldo, è concentrata in due territori in particolare: Piemonte e Lazio. Il primo con 2 siti in provincia di Torino, 5 in provincia di Asti. Il secondo con 5 siti in provincia di Viterbo, e con almeno 22 località considerate adatte al progetto: Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Vignanello, Corchiano, Soriano nel Cimino, e diverse altre. Se si valuta poi che la maggior parte delle scorie nucleari esistenti è in provincia di Vercelli, dal punto di vista logistico la candidatura del Piemonte sembra potenzialmente molto forte.

 

rifiuti radioattivi

La decisione finale avrà ancora bisogno di tempo e di altrettante valutazioni e verifiche. Davanti alle proteste generali, ieri il ministro dell'Ambiente Sergio Costa e il sottosegretario con delega alle politiche nucleari, Roberto Morassut, sono intervenuti per cercare di fare chiarezza: «Con la pubblicazione della Cnapi - hanno spiegato -, parte una storica fase di partecipazione e coinvolgimento di cittadine e cittadini.

 

Adesso si avvia il confronto che durerà alcuni mesi, con un percorso articolato e stabilito per legge, con enti locali, associazioni di categoria, università, sindacati. Inutile - hanno aggiunto - nascondersi dietro un dito: per anni i governi precedenti hanno eluso il problema, rinviando la soluzione, che evidentemente non porta voti né consensi. Adesso il Paese conosce i 67 siti potenzialmente idonei. Ribadiamo: potenzialmente: questo non significa che sia stata assunta alcuna decisione alle spalle delle comunità locali, come qualcuno in malafede sta sostenendo in queste ore».

 

scorie nucleari

«ZONA SISMICA»

Le proteste, comunque, non accennano a diminuire. E c'è chi come il ministro della Salute, Roberto Speranza, nato a Potenza, interviene per escludere l'idoneità della sua Basilicata. «Sono siti a bassa idoneità e quindi da escludersi in vista della valutazione definitiva - ha dichiarato - La ragione principale è che le aree individuate sono in zona sismica 2. Va altresì valutato che la grande parte dei rifiuti nucleari è già collocata in aree del Paese distanti dalla Basilicata». Il deposito dovrebbe entrare in funzione nel 2029 e durare 40 anni.

 

Ospiterà 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività (oggi vengono chiamati a bassissima e bassa attività perché sono stati riclassificati) e circa 17 mila metri cubi ad alta attività. Una parte di questi materiali verrà dalla fine del decommissioning delle centrali e una piccola parte tornerà dagli impianti in Francia e Gran Bretagna che hanno riprocessato le barre esauste di combustibile.

roberto speranza meme

 

Quello che verrà realizzato è un deposito, con parco tecnologico, su un'area di 150 ettari (110 deposito e 40 parco). Sarà a matrioska: all'interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale per contenere i rifiuti radioattivi. Custodirà i rifiuti per 300 anni. In un'apposita area del deposito saranno stoccati anche 17.000 metri cubi di rifiuti a media e alta attività, quelli che rimangono radioattivi per migliaia di anni. Questi dovranno poi essere sistemati definitivamente in un deposito sotterraneo ancora da individuare, probabilmente a livello europeo.

 

L'impianto costerà 900 milioni di euro, finanziati con la quota delle bollette elettriche destinata allo smantellamento degli impianti nucleari. «Si stima che la costruzione - ha dichiarato Sogin - genererà oltre 4.000 posti di lavoro l'anno per 4 anni di cantiere».

 

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...