"L’HO UCCISA PER FARLE UN FAVORE. HA SMESSO DI SOFFRIRE: AVEVA MAL DI TESTA" - LE SCUSE TIRATE FUORI DALL’83ENNE CARMINE ALFANO, CHE VENERDÌ MATTINA HA UCCISO LA MOGLIE 75ENNE LUCIA FELICI A CASTELNUOVO DI PORTO, POCO DISTANTE DA ROMA - L’UOMO, DOPO L’OMICIDIO, LE HA MESSO IN MANO UN COLTELLO PER DEPISTARE LE INDAGINI: ALFANO HA FORNITO ALMENO 4 VERSIONI DIVERSE SULLA MORTE DELLA MOGLIE - LUCIA FELICI HA PROVATO A DIFENDERSI FINO ALLA FINE. SULLA SCHIENA DEL MARITO SONO STATI TROVATI I GRAFFI DELLA DONNA…

Estratto dell’articolo di Marco Carta per www.repubblica.it

 

lucia felici carmine alfano

«L’ho uccisa per farle un favore. L’ho liberata. Ha smesso di soffrire». Mille versioni tutte deliranti: «L’ho fatto perché aveva il mal di testa». E un tentativo di depistaggio. Carmine Alfano, che venerdì mattina ha ucciso la moglie Lucia Felici a Castelnuovo di Porto, avrebbe addirittura messo un coltellino in mano alla donna appena morta per simulare un’aggressione subita. È quanto emerge nell’ordinanza del gip Sabina Lercioni, che non ha convalidato il fermo dell’83enne, disponendone però la custodia cautelare in carcere.

 

Nessun dubbio sulle responsabilità dell’uomo, impiegato in pensione. Ma nel corso delle indagini, coordinate dalla procura di Tivoli, diretta da Francesco Menditto, Carmine Alfano ha fornito almeno 4 versioni diverse del femminicidio. Addirittura, quando i carabinieri la mattina del 9 agosto sono entrati nella sua abitazione in via Bellavista, l’uomo avrebbe cercato di simulare un incidente domestico: «Chiedeva aiuto, io volevo sollevarla da terra dopo che era caduta e l’ho presa per il collo, facendola morire».

lucia felici

 

Poche ore dopo un’altra versione. Interrogato dal pm, Frank, come tutti a Castelnuovo di Porto chiamavano Alfano, aveva infatti confessato l’omicidio. «Ho avuto un raptus» ha detto l’83enne, che poi ha fornito questa giustificazione: «Lucia urlava perché le faceva male la testa. Per farla smettere le ho fatto dei massaggi alla testa e poi l’ho stretta con la mano alla gola fino a quando non ha perso conoscenza» […]

 

Lucia Felici ha provato a difendersi fino alla fine. Sulla schiena del marito, infatti, sono stati trovati i graffi della donna, che avrebbe cercato di fermarlo. Nella mano sinistra la 75enne aveva anche un piccolo coltellino. «Lo portava sempre perché aveva paura di me» ha detto inizialmente Alfano.

 

La sua versione, però, è stata presto smentita dall’evidenza.dei fatti: la donna era destrimana, un particolare che ha portato l’83enne a ritrattare: «Ce l’ho messo io, ma non ricordo quando. Lei aveva un carattere difficile. Voleva comandare e io dovevo stare zitto».

 

carmine alfano 1

Per incastrare l’uomo è stata decisiva anche la testimonianza della vicina che ha sentito Lucia Felici urlare «vattene, vattene», probabilmente riferendosi ad Alfano. Loretta Di Gianfrancesco prima ha bussato alla porta. Poi, vedendo che nessuno rispondeva, ha allertato le forze dell’ordine, che hanno fatto irruzione nell’appartamento con i vigili del fuoco trovando Lucia Felici sdraiata in terra e i piedi appoggiati sul letto e Alfano seduto in cucina.  […]

lucia felici 1lucia felici carmine alfano 1

 

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI, AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALIPER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)