mohamed al fayed lady diana dodi

MA SE TUTTI SAPEVANO, PERCHÉ NON SI È FATTO NULLA PER FERMARE MOHAMMED AL FAYED? SONO 150 LE TESTIMONIANZE DI DONNE CHE RACCONTANO DI ESSERE STATE MOLESTATE DALL’EX PADRONE DEI MAGAZZINI DI LUSSO HARRODS DI LONDRA: MOLTE HANNO RIVELATO DI ESSERE STATE MINACCIATE SE AVESSERO APERTO BOCCA, MA QUALCUNO DEVE AVER PARLATO VISTO CHE, QUANDO DIANA INIZIÒ A FREQUENTARE DODI AL FAYED, LA FAMIGLIA REALE ERA TERRORIZZATA: NON SOLO PER DANNO DI IMMAGINE DI APPARENTARSI CON UN PRESUNTO STUPRATORE, MA ANCHE PERCHÉ…

1 - “UNO STUPRATORE SERIALE” SALITE A 150 LE DENUNCE CONTRO AL FAYED SENIOR

Estratto dell'articolo di Antonello Guerrera per “la Repubblica”

 

Mohamed Al Fayed

[…] a sentire il drammatico fiume di testimonianze delle vittime, siamo di fronte a uno dei più spietati e crudeli stupratori seriali della storia recente. Ovvero Mohammed Al Fayed.

 

L’ex padrone dei magazzini di lusso Harrods a Londra (ceduti nel 2010) e del Ritz di Parigi, è morto l’anno scorso a 94 anni. Ma ora stanno emergendo pesantissime accuse di stupri e violenza sessuale contro di lui. Il vaso di pandora lo ha scoperchiato un documentario della Bbc la settimana scorsa, in cui almeno 20 donne, tutte ex lavoratrici di Harrods, accusano Al Fayed di averle violentate e/o molestate […]

 

Subito dopo, si sono fatte avanti altre decine di donne ed ex dipendenti di Al Fayed, per un totale di 150. […] Al Fayed sceglieva quasi ogni giorno la sua vittima tra lavoratrici e assistenti, o persino ragazze in strada appena licenziate. Le preferiva giovani e bionde.

 

mohamed al fayed con la regina elisabetta nel 1997

Le costringeva a fare sesso con lui, in ogni circostanza. E poi comprava il silenzio delle sue prede seminando terrore («qui ci sono cimici e telecamere ovunque, se parli lo saprò»), minacciando licenziamenti, oppure con accordi privati.

 

Eppure, molti sapevano. Tanto che, come ha rivelato lui stesso a Sky , persino l’ex capo della sicurezza reale Dai Davies mise in guardia la Royal Family quando Lady Diana si fidanzò con Dodi, il figlio di Mohammed Al Fayed. Non era solo un potenziale - ed enorme - danno di immagine per la famiglia reale. Ma anche per il controllo orwelliano di Al Fayed del suo regno, con cimici e telecamere di sorveglianza installate in ogni angolo delle sue magioni e di quelle del figlio.

mohamed al fayed 3

 

Insomma, a insaputa della principessa, la sua relazione con Dodi poteva spiattellare informazioni segretissime della Royal Family ad Al Fayed senior.

Ma Al Fayed l’aveva fatta sempre franca. Henry Porter, ex responsabile britannico di Vanity Fair , ha raccontato sull’ Observer perché: minacce del grande capo di stile mafioso, suoi energumeni che seguivano o perseguitavano le donne che volevano denunciare, cause milionari a Porter e altri colleghi che si permettevano di fare un’inchiesta, continui e preziosissimi regali a giornalisti e poteri forti.

 

Mentre ieri si è scoperto che il Crown Prosecutor Service, ossia il corpo dei procuratori del Paese, per due volte ha rinunciato a incriminare Al Fayed, nonostante la denuncia di stupro di una 15enne, cestinata perché l’adolescente non ricordava il giorno preciso della violenza. «Ho lottato tutta la mia carriera per far emergere queste accuse. Poi, quando morirono Diana e Dodi, tutti si autocensurarono “per non infliggere altro dolore ad Al Fayed”. Uno scandalo». E forse siamo solo all’inizio.

 

2 - «DA HARRODS 13 MESI DI INFERNO» IN UN DIARIO LE MOLESTIE DI AL FAYED

Estratto dell’articolo di Paola De Carolis per il “Corriere della Sera”

mohamed al fayed con il figlio dodi

Un «molestatore seriale paragonabile a Harvey Weinstein e Jeffrey Epstein». Sono circa 150 le donne che dopo il documentario della Bbc su Mohamed Al Fayed si sono fatte avanti per denunciare le molestie subite e per raccontare la loro storia.

 

Circa 40 sarebbero vittime, le altre testimoni. Nei confronti dei grandi magazzini di Harrods e del ricchissimo imprenditore egiziano

[…] è in preparazione un’azione legale, mentre cresce in Gran Bretagna lo sconcerto di fronte ai racconti delle vittime.

 

mohamed al fayed 4

Di giorno in giorno emergono casi nuovi. Kate, ad esempio, fu «scoperta» nel 2009 mentre aspettava l’autobus: una dipendente di Al Fayed l’avvicinò, si complimentò con lei per il suo stile e le promise una carriera da Harrods. Quando Kate si presentò al colloquio ai grandi magazzini, le venne detto che avrebbe lavorato nell’ufficio del presidente. Iniziarono 13 mesi «d’inferno»: Al Fayed allungava le mani e chiedeva prestazioni sessuali di continuo, minacciando il licenziamento. Kate riuscì ad andarsene, firmando un accordo di riservatezza e intascando 60.000 sterline, circa 71.400 euro, in risarcimenti. Tenne un diario in cui elencò ogni molestia (il Sunday Times ieri ne ha pubblicato un estratto).

mohamed al fayed con carlo e diana a una gara di polo nel 1988

 

Altre donne furono meno fortunate: la più giovane aveva appena 15 anni quando fu stuprata mentre lavorava da Harrods durante le vacanze scolastiche. Gemma fu violentata invece a Villa Windsor, la dimora in Francia che fu di Edoardo VIII e Wallis Simpson, Sophia venne molestata varie volte tra Londra e Parigi. Tutte raccontano la stessa dinamica: un uomo potente circondato da guardie del corpo amiche pronte a chiudere un occhio sui soprusi e a minacciare le vittime, nonché una squadra di medici e infermieri che sottoponevano le giovani a esami ginecologici e del sangue.

 

mohamed al fayed con la statua di diana e dodi da harrrods

[…] È emerso che Harrods ha cominciato a risarcire alcune donne già l’anno scorso. «Oggi siamo un’impresa completamente diversa», precisano con un comunicato i grandi magazzini di Knightsbridge acquistati nel 2010 dalla famiglia reale del Qatar.

 

[…] Le assistenti erano scelte per un motivo preciso, hanno raccontato Catherine e Natacha.

«Avevamo 19 anni quando siamo state assunte, venivamo dalla campagna, il nostro mondo era fatto di passeggiate con i cani e gite a cavallo», hanno spiegato al Telegraph , aggiungendo che Al Fayed aveva individuato in entrambe un punto debole: non avevano alle spalle famiglie benestanti, una di loro aveva perso il padre.

 

mohamed al fayed con lady d

«All’inizio si mostrò amico, ci disse di chiamarlo papà». Catherine fu invitata nella villa di campagna dove Al Fayed abitava con la moglie e i figli. «La scusa erano le lezioni di pianoforte della figlia Camilla». Fu palpeggiata, sostiene, di fronte ai bambini e rispedita a Londra la mattina dopo, quando rifiutò il rapporto sessuale. Entrambe per anni hanno avuto paura di essere raggiunte dall’entourage di Al Fayed e per un lungo periodo hanno vissuto all’estero.

lady diana con william nel 1988 (sullo sfondo dodi e mohamed al fayed)dodi al fayed dodi e mohamed al fayed lady diana e dodi al fayedlady diana dodi al fayed 2lady diana e dodi al fayed 1lady diana dodi al fayed 5mohamed al fayedal fayed 61lady diana sullo yacht di dodi al fayedmohamed al fayed

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...