TUTTO QUELLO CHE NON TORNA NEL CASO NELLO TROCCHIA-SARA GIUDICE DENUNCIATI PER VIOLENZA – SELVAGGIA LUCARELLI: “TRA LE PERSONE ASCOLTATE, NESSUNO HA VISTO OFFRIRE IL BICCHIERE ALLA PRESUNTA VITTIMA (QUELLO IN CUI POTEVA ESSERE NASCOSTA LA DROGA) E NESSUNO SOSTIENE CHE DOPO MEZZANOTTE LEI FOSSE IN UNO STATO CONFUSIONALE. ANZI, AL CONTRARIO, UNA DELLE PRESENTI HA DICHIARATO CHE LA DONNA AVREBBE DETTO “CI STAREBBE BENE UN PO’ DI MDMA!”. UNA SORTA DI BATTUTA AUTO-AVVERANTE, SECONDO LA SUCCESSIVA IPOTESI DELLA “DROGA NEL BICCHIERE” – LA TESTIMONIANZA DI FORMIGLI E LA CONSULENZA DEL TOSSICOLOGO CHE NON RITIENE IL COMPORTAMENTO DELLA PRESUNTA VITTIMA COMPATIBILE CON...
Selvaggia Lucarelli per il Fatto Quotidiano - Estratti
Il 2 febbraio 2023 la giornalista Sara Giudice e suo marito, il collega Nello Trocchia, sono stati denunciati per violenza sessuale.
Anche la denunciante (che chiameremo Laura) è una giornalista e li accusa di aver approfittato di lei raccontando una storia inquietante: la sera del 29 gennaio era il compleanno di Sara, la festeggiata aveva invitato Laura e altri colleghi in un pub di Trastevere. Laura aveva raggiunto il luogo della festa proprio con Nello Trocchia e Sara Giudice, a bordo di un taxi. Lì, ad attenderli, una cinquantina di colleghi di varie redazioni.
Laura, secondo la sua versione dei fatti, fino alle 22:30 beve due gin tonic e una birra.
Poi dopo mezzanotte, rimasta alla festa con poche persone, qualcuno di cui non ricorda l’identità le offre un altro drink.
Da quel momento si sente insolitamente spossata e confusa.
Inizia a darsi dei baci con Sara Giudice fuori dal locale. Poi sale in taxi con Trocchia e sua moglie per tornare a casa e qui, stretta in mezzo ai due coniugi sul sedile posteriore, continuano le effusioni che questa volta coinvolgono anche Trocchia il quale la bacia. Lei, sostiene nella denuncia, non è consenziente ma la mancanza di lucidità le impedisce di ribellarsi. I tre scendono dal taxi, per un attimo sembra che il tutto debba continuare nell’appartamento di Trocchia e Giudice, ma alla fine Laura risale in taxi e va a casa. Il giorno dopo si reca in un laboratorio per far analizzare le urine.
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Emerge la presenza di Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, ma è un falso positivo. Le successive controanalisi della procura, affidate all’Istituto superiore di Sanità, infatti, stabiliscono invece che non c’è presenza di Ghb, detto questo le urine erano state raccolte tardivamente, dopo 18 ore.
Laura sporge denuncia, ad agosto dello scorso anno viene chiesta l’archiviazione “perché il fatto non sussiste”, ma la denunciante – assistita dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri – si oppone. Il 10 dicembre si è svolta l’udienza dopo la quale il gip di Roma deciderà se accogliere o meno la richiesta di archiviazione. Un’udienza in cui Laura ha ribadito le accuse e la sua incapacità di autodeterminarsi, quella sera.
Dopo che questa storia è uscita sui giornali con un particolare accanimento dei quotidiani di destra (Trocchia lavora per Domani, Sara Giudice è stata inviata di Piazzapulita), a Giudice è saltato il nuovo impegno lavorativo in Rai (il programma di Antonino Monteleone).
I volti dei due giornalisti, dopo la prima richiesta di archiviazione, sono stati associati a titoli di prima pagina quali “Scandalo a sinistra, stupro di gruppo”.
Naturalmente la materia del consenso e della percezione è soggettiva e non è facile definirne i confini, ma nella memoria difensiva dell’avvocata di Trocchia e Giudice (Grazia Volo), depositata anche in procura, sono contenute le testimonianze di diversi giornalisti presenti alla festa.
Intanto, tra le persone ascoltate, nessuno ha visto offrire il famoso bicchiere a Laura (quello in cui poteva essere nascosta la droga) e nessuno sostiene che dopo mezzanotte Laura fosse in uno stato confusionale. Anzi, al contrario, una delle presenti ha dichiarato “Laura non era ubriaca quanto noi”. Lo conferma anche un’altra collega, mentre una terza giornalista dice: “Laura non mi sembrava alterata sennò mi avrebbe colpito. Io ero lucida, dovevo guidare”.
C’è poi la testimonianza di un altro cronista che contiene un passaggio molto strano: “Stavamo chiacchierando, a un certo punto Laura ha fatto riferimento all’MD (l’Mdma, una droga sintetica, ndr), dicendo una frase del tipo “ci starebbe bene un po’ di MD!”. Io l’ho presa come una battuta e ci siamo messi a ridere”. Una sorta di battuta auto-avverante, secondo la successiva ipotesi della “droga nel bicchiere”.
Ma è un’altra la testimonianza più bizzarra. Il conduttore Corrado Formigli ha raccontato che due giorni dopo la festa (e dunque dopo la presunta violenza sessuale), la stessa denunciante gli ha inviato un messaggio whatsapp in cui gli chiedeva di incontrarsi:
“Ho immaginato da quel messaggio che, come in precedenza, volesse informarsi su una possibilità di venire a lavorare da noi a Piazzapulita, anche perché non avevamo rapporti di confidenza” (Laura aveva già fatto un colloquio lavorativo col conduttore nel 2022). L’elemento strano di questa testimonianza è che in quel momento Sara Giudice – ovvero colei che Laura ritiene la sua abuser – lavora proprio a Piazzapulita.
(…)
C’è poi la consulenza del professor Franco Tagliaro, luminare nella medicina legale e tossicologia forense, il quale ritiene che il comportamento di Laura non sia compatibile con l’assunzione della droga dello stupro. Laura infatti ricorda i nomi delle persone rimaste alla festa fino a tardi, alcuni episodi specifici, poi sale sul taxi per pochi minuti dove perderebbe completamente la capacità di autodeterminarsi (e quindi subirebbe la violenza sessuale), salvo poi recuperarla subito dopo, quando rimane sola col tassista.
Infatti, come poi riferirà quest’ultimo (che nega di aver percepito un clima di violenza in macchina), Laura appare presente a se stessa, fumano insieme una sigaretta sotto casa di lei, chiama il fidanzato al telefono, si fa addirittura dare il suo numero di cellulare.
Insomma, l’unica tossicità certa è quella di questa brutta vicenda in cui non sono mancate strumentalizzazioni politiche e persino l’intervento di Nordio in Senato che è arrivato ad accusare la procura di non aver applicato il codice rosso (in realtà Laura era stata ascoltata approfonditamente dalla polizia giudiziaria).
Il commento dell’avvocato della denunciante, l’avvocato Gentiloni Silveri, è lapidario: “Non vogliamo dire nulla, il giudice ha riservato la sua decisione ed è doveroso che in questa fase non ci sia alcuna dinamica esterna”. Sarebbe stato doveroso anche nelle fasi precedenti, ma è andata diversamente, purtroppo.
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