pensionati spiaggia

IL PARADISO (FISCALE) ALL’IMPROVVISO – SEMPRE PIÙ PENSIONATI ITALIANI DECIDONO DI EMIGRARE DOVE SI PAGANO MENO TASSE: NEL 2018 L’INPS HA PAGATO ASSEGNI 400MILA PERSONE ALL’ESTERO – PORTOGALLO, CIPRO, EMIRATI ARABI: ECCO I PAESI MIGLIORI

Federica Pezzatti per www.ilsole24ore.com

 

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

Andare in pensione dove si pagano meno tasse. Una moda che i nostri connazionali seguono da tempo. Secondo i dati Inps, le pensioni pagate all’estero nel 2018 costano oltre un miliardo di euro e sono state erogate a circa 400mila persone in 160 Paesi, con vitalizi record a chi si è trasferito a Cipro e negli Emirati Arabi, ma anche in Portogallo. A favorire l’emigrazione ci sono il minor costo della vita, in particolare nei Paesi dell’Est Europa, e le politiche di defiscalizzazione o esenzione dei redditi da pensione nel Paese estero.

 

Ma quali sono i regimi più convenienti per chi vuole valutare l’espatrio?  E soprattutto quali sono i rischi insiti nella normativa fiscale italiana di questa nuova tendenza? Come fare per evitare contestazioni da parte dell’erario? Proprio nei giorni scorsi infatti una sentenza della Commissione tributaria provinciale di Genova ha disposto che la pensione erogata dall'Inps a un contribuente residente in Francia deve essere tassato in Italia.

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

 

Questo per effetto dell'applicazione e della corretta interpretazione della Convenzione contro le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio stretta tra Italia e Francia. E dunque per decidere quale aereo prendere bisogna anche analizzare molti aspetti e diventa centrale in particolare passare in rassegna le convenzioni tra singoli paesi.

Per rispondere alla prima domanda si può guardare la mappa in pagina dove sono indicate agevolazioni e minor costo della vita. Merita un approfondimento tuttavia il discorso della compliance alle regole.

 

portogallo

«La possibilità di ottenere un beneficio fiscale dipende, in primis, dalla possibilità di perdere la residenza fiscale italiana – precisano Federico Balbiano e Luca Valdameri, fiscalisti dello studio Pirola, Pennuto, Zei e associati –. Se il pensionato si trasferisce all’estero ma mantiene la residenza in Italia non ha diritto ad alcuna agevolazione». Dal 2006, peraltro, i Comuni con l’azione congiunta dell’Agenzia delle Entrate effettuano specifici controlli sui trasferimenti di residenza all’estero.

 

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

Per poter lasciare la residenza fiscale italiana occorre rispettare le seguenti regole (art. 2, co.2 del Dpr 917/86) spiegano i fiscalisti: 1) cancellarsi dall’Anagrafe della popolazione residente e iscriversi all’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero). La mera dimenticanza comporta una presunzione di residenza in Italia difficile da vincere; 2) soggiornare in Italia meno di 183 giorni. È opportuno che il pensionato mantenga un “diario” per dimostrare agevolmente la propria residenza estera ed evitare contestazioni; 3) non mantenere in Italia il proprio “centro di interessi vitali”. «Questo è il criterio più importante in quanto viene spesso utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per contestare la residenza in Italia – spiegano Balbiano e Valdameri –. Per esempio non si dovrebbero mantenere in Italia immobili, rapporti con intermediari finanziari e neanche lo stesso conto corrente su cui è accreditata la pensione».

pensionati estero

 

Questo specifico criterio prevede infatti che il pensionato “ricostruisca” i propri legami personali nel Paese estero, ad esempio richiedendo il passaporto estero, iscrivendosi a club o circoli, utilizzando immobili o autoveicoli esteri. Inoltre, ai fini del conseguimento di un risparmio fiscale, anche la scelta del Paese estero di residenza è importante, in quanto lo stesso deve aver stipulato una convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia e tale convenzione deve prevedere la tassazione esclusiva nel Paese della residenza (Circolare Inps 176/1999). Inoltre è fondamentale, come già detto, tenere in considerazione che alcune Convenzioni stipulate dall'Italia prevedono il diritto dell'Italia a tassare le pensioni “pagate in applicazione della legislazione sulla sicurezza sociale”, tra cui quelle erogate dall'Inps come affermato dalla recente sentenza (Ctp di Genova n° 1233/2018, in materia di Convenzione con la Francia già citata a inizio dell’articolo).

I PAESI CON IL FISCO LIGHT PER I PENSIONATI

 

PENSIONATI ESTERO1

«Si precisa che il principio appena esposto (tassazione esclusiva nel Paese di residenza), comprende solamente le pensioni della gestione previdenziale dei lavoratori privati (Inps), escludendo pertanto le pensioni corrisposte direttamente dallo Stato o da una sua divisione (per esempio gli insegnanti)», spiegano gli esperti. Inoltre, si ricorda che per ottenere la detassazione della pensione dall’Italia è necessario produrre all’Inps un certificato di residenza del Paese estero.

PENSIONATI ESTERI2

 

Da tenere in considerazione anche che, qualora lo Stato estero di residenza preveda particolari regimi agevolativi con i quali sia possibile ottenere un’esenzione totale dei redditi di fonte estera (come per esempio avviene in Portogallo), il fisco italiano potrebbe contestare l’applicabilità della convenzione contro le doppie imposizioni (o meglio contro le doppie non imposizioni).

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…