gabriele d'annunzio vittoriale giordano bruno guerri

MA LA SERA A CASA DEL VATE – GIORDANO BRUNO GUERRI, CHE SI DEFINISCE “TECNICAMENTE LA VEDOVA DI D'ANNUNZIO”, NEL SUO NUOVO LIBRO SVELA TUTTI I SEGRETI DEL VITTORIALE, LA MITOLOGICA DIMORA COSTRUITA A GARDONE RIVIERA NEL 1921 – UN TOUR TRA LE FOTO DELLE DECINE DI AMANTI, SU TUTTE ELEONORA DUSE (“CHE NON MERITAI”), IL GUARDAROBA STERMINATO, I PROFUMI DI CUI IL POETA FU TESTIMONIAL, LE LETTERE – E POI IL CONFLITTUALE RAPPORTO CON MUSSOLINI E L'ODIO PER HITLER, “ATTILA IMBIANCHINO”

Estratto dell'articolo di Alessandra Necci per “Il Messaggero”

 

il vittoriale degli italiani

«Con D'Annunzio ci parlo ogni giorno, e non sono matto. È che mi occupo della sua incarnazione di pietra. Tecnicamente sono la sua vedova». Così Giordano Bruno Guerri descrive il rapporto, il dialogo con il Vate. Che non è fine a sé stesso, bensì ha uno scopo preciso. «Adattare il presente alle sue volontà».

 

Ed è con queste dichiarazioni di intenti che si apre il libro D'Annunzio. La vita come opera d'arte, edito da Rizzoli.

 

[…] Potrebbe sembrare una narrazione volutamente "letteraria", quasi onirica, se non fosse che a tenerne le fila, a fare da sfondo e da mastice sta appunto un luogo solido, concreto: il Vittoriale, «libro di pietre vive». L'insieme di edifici, strade, giardini e altro ancora, che fu costruito a Gardone Riviera nel 1921.

 

giordano bruno guerri d annunzio cover

[…] Giordano Bruno Guerri - scrittore, autore di diversi profili storici, direttore di giornali, presidente della Fondazione il Vittoriale degli Italiani - […] si muove infatti nelle medesime stanze che aveva abitato D'Annunzio. Può vedere, in lontananza, quel bel lago di Garda che aveva visto il poeta abruzzese.

 

Camminando per il Vittoriale, attraverso gli infiniti oggetti che lo gremiscono, se ne sente vivida e persino incombente la presenza.

 

[…]

 

Emerge il Gabriele istrionico e quello libertino, il poeta e il padre, il politico e il rivoluzionario, l'ecologista e il vanesio seduttore, il capitano di ventura e l'uomo inseguito dai creditori. Il punto di partenza è quel voler «fare della propria vita un'opera d'arte» che D'Annunzio attribuisce a Andrea Sperelli ne Il Piacere, ma che riassume lui stesso.

 

il vittoriale degli italiani

Da lì la biografia si snoda in capitoli cronologicamente ordinati, scanditi da citazioni e da definizioni, inframezzati da fotografie. Foto di familiari e amici, di luoghi, cani e cavalli, di auto e aerei, di profumi a cui il Vate fa da testimonial, di manoscritti e lettere, di un guardaroba quasi femmineo nella sua vastità. E foto delle amanti che hanno costellato il cammino di un uomo deciso a sedurre non solo loro, bensì la Storia.

 

Fra cui spicca Eleonora Duse, la Ghisola «che non meritai», come si duole con qualche compiacimento lui alla sua morte. E anche donne meno note. Quasi sempre destinate a triste vecchiaia. Ci sono i grandi accadimenti, fra cui l'impresa di Fiume, e i personaggi come Guglielmo Marconi, «mago degli spazi», dal cui yacht Elettra D'Annunzio lanciò un messaggio al mondo.

 

Si esamina il difficile e talvolta conflittuale rapporto con Mussolini - «Il Vate non fu mai fascista» - e l'avversione dichiarata per Hitler, definito da D'Annunzio «Attila imbianchino», «ridicolo Nibelungo truccato alla Charlot».

 

giordano bruno guerri

Ma c'è anche l'air du temps, le smanie interventiste all'alba del Novecento, il timore della pace e dell'inazione, il rapporto con i futuristi, la passione per la velocità, le moltissime opere letterarie e le loro fortune. E il declino, poi la fine. «Tutto è presente. Il passato è presente. Il futuro è presente», aveva dichiarato il poeta abruzzese. Che, in questa intuizione, supera il proprio tempo e diviene nostro contemporaneo.

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