007, COMPLOTTI INTERNAZIONALI, L'OMICIDIO DI ILARIA ALPI, LA MORTE SOSPETTA DI DUE MILITARI E PRESUNTI INSABBIAMENTI: IL LIBRO BOMBASTICO DELL'EX PARA' MASSIMILIANO FESTA, "PIOGGIA SALATA": "LORENZO D'AURIA, RAPITO DAI TALEBANI NEL 2007 IN AFGHANISTAN, È MORTO IN CIRCOSTANZE MISTERIOSE. DALL'AUTOPSIA RISULTA UCCISO DA PROIETTILI DELLE FORZE SPECIALI INGLESI. LA MORTE DI D'AURIA È COLLEGATA A QUELLA DI MARCO MANDOLINI E ILARIA ALPI. IL FILO ROSSO? LA SOMALIA, CON I SUOI LOSCHI RETROSCENA" - DUE UOMINI HANNO PROVATO A FAR FUORI FESTA DANDO FUOCO ALLA SUA MACCHINA E GETTANDOLO TRA LE FIAMME: "MI HANNO DETTO 'LO DEVI PROPRIO PUBBLICARE IL LIBRO?’ - LA PRESUNTA FIGLIA SEGRETA DI PUTIN...
MASSIMILIANO FESTA, IL “VANNACCI AL CONTRARIO” CHE INDAGA SUI MISTERI DELLE FORZE ARMATE
Estratto dell'articolo di Pino Nicotri per "Il Venerdì – La Repubblica"
Pioggia salata è il titolo del romanzo di 576 pagine che il ministero della Difesa non voleva venisse pubblicato perché destinato a mettere in imbarazzo, se non a far tremare, la politica e più d'una intelligence.
Diventato rapidamente un best seller di Amazon, nei bookstore della Mondadori lo affiancano ai premi Strega, a John Grisham, a Ken Follet, e si profila all'orizzonte la realizzazione di un film destinato a fare rumore. L'autore di questo thriller mozzafiato dal ritmo incalzante è Massimiliano Festa, ex parà e tiratore scelto della Folgore.
Il suo romanzo è stato rifiutato da varie case editrici preoccupate per il contenuto e infine ha deciso di autopubblicarselo. Di che parla per suscitare così tanti timori?
«Degli omicidi di Ilaria Alpi, dei parà Lorenzo D'Auria e Marco Mandolini, dei vertici della Cia e del Kgb e di un politico di caratura internazionale».
Putin?
«Passiamo alla prossima domanda».
La sua amica Ilaria Alpi era una giornalista ed è stata uccisa in Somalia nel 1994, non si sa ancora da chi e perché. Gli altri due chi erano?
«Erano miei colleghi alla Folgore. Marco Mandolini in Somalia ha ricoperto un incarico delicatissimo: capo scorta sia di Ilaria Alpi sia del generale Bruno Loi (comandante del contingente italiano). Lo hanno ucciso nel 1995 a Livorno. Nel 2023 Il Giornale pubblica un articolo nel quale si sostiene che la Cia il giorno prima aveva saputo che sarebbe stato ucciso».
E Lorenzo D'Auria?
«Lorenzo è stato rapito dai talebani nel 2007 in Afghanistan ed è morto in circostante misteriose. Aveva compiti di intelligence per conto dei servizi segreti militari».
Perché Mario D'Auria, il padre di Lorenzo, non ha mai creduto alla versione ufficiale sulla morte del figlio? Il giornale Modena in diretta ha scritto che ha passato anni a cercare di scoprire la verità. E nel 2019 a quel giornale Mario D'Auria ha detto: «Ancora non so come è morto Lorenzo».
«Perché dall'autopsia risulta ucciso da proiettili Nato, quindi fuoco amico dei SAS, le forze speciali inglesi».
Nel 2021, dopo il repentino abbandono dell'Afghanistan da parte degli Usa e della Nato, Mario D'Auria allo stesso giornale ha chiesto: «Mio figlio morto in Afghanistan, a che è servito?». Lo chiedo a lei: a cosa è servito?
«A nulla. Siamo solo pedine, spostate sulla scacchiera per fini meschini: affari di Stato mascherati da strategie geopolitiche».
Chi è il «politico di caratura internazionale» che preoccupava le case editrici? Lei nomina anche «i vertici della Cia e del Kgb». Perché?
«Cia e Kgb sono protagonisti... di una vicenda agghiacciante. Il nome del politico, attualmente leader mondiale, lo troverà nel libro». […]
Si vocifera che sarà protagonista di un docufilm prodotto e sceneggiato da personaggi di spicco.
«Soprattutto un docufilm dove si metteranno a nudo verità scottanti».
Quale sarà il suo ruolo?
«Analista di intelligence».
Per quale motivo ha deciso di scrivere il romanzo?
«Sono stato scosso da un sms inviatomi dalla vedova di Lorenzo. E per amore, un amore inquieto».
Che sms era?
«"I miei tre bambini vorrebbero tanto sentir parlare del loro papà". Parole che si sono trasformate in un detonatore, facendo esplodere la sete di giustizia per le morti di Ilaria, Marco e Lorenzo».
C'è un nesso?
«Sì, la Somalia, con i suoi loschi retroscena». […]
Un altro parà, il generale Vannacci, ha scritto e si è autopubblicato un libro. Si intitola Il mondo al contrario. Il suo invece che mondo è?
«È un mondo inclusivo, non divisivo. L'Italia ha superato con enorme fatica la tragedia che ha visto contrapposti fascisti e partigiani. È una ferita non rimarginata del tutto, e le ferite non vanno curate con il sale».
Lei il libro di Vannacci lo ha letto?
«No. Preferisco Dostoevskij».
Nella sua quarta di copertina c'è scritto: «2024 Decido di combattere impugnando un'arma micidiale: l'inchiostro». Lei quindi ha scritto il romanzo per combattere? Per cosa? E perché lo ha deciso quest'anno?
«Combatto per chi è stato dimenticato dallo Stato. E per Zoya che è ancora in vita, e non so se lo sarà ancora per molto. Per scriverlo ho aspettato che i miei figli fossero grandicelli. Ho atteso il loro nullaosta. Il libro avrebbe potuto comprometterli».
Comprometterli?
«Il libro è scomodo. Mi hanno chiesto di non pubblicarlo. E non lo hanno chiesto gentilmente».
Perché ha deciso di fare il tiratore scelto e il paracadutista?
«Casualità. La mia domanda come obiettore di coscienza era stata inoltrata in ritardo dal distretto militare».
Due scelte estreme.
«A quanto pare gli estremi mi attraggono».
[…] L'esperienza più positiva e quella più negativa maturata nella Folgore?
«La fratellanza e l'omertà sull'assassinio di Marco… ma se aprono quella tomba ci saranno sorprese».
Marco è stato un parà alle dipendenze di Vannacci, come mai il generale non ha mai menzionato questo omicidio irrisolto?
«Va chiesto a lui, credo che risponderebbe in politichese, per lui il cameratismo ha un significato diverso da quello riportato dai dizionari». […]
Saremo trascinati in guerra contro la Russia?
«Contractor e forze speciali di Paesi Nato sono già in Ucraina. Quindi: siamo già in guerra».
BRUCIATA L’AUTO DELL’EX PARÀ HA SCRITTO UN LIBRO ANTI-USA
Alessandro Mantovani per “Il Fatto Quotidiano”
Il relitto è nel fango, c’era la neve e si è sciolta: un pickup Mitsubishi L200 completamente bruciato, su una collina dell’Irpinia profonda, davanti alla casa isolata di Massimiliano Festa, 49 anni, paracadutista della Folgore in gioventù.
“È successo mercoledì 15, verso le 18. Erano in due. Ho sentito dei rumori – racconta –, ho fatto per aprire e mi hanno spinto dentro, c'è stato un parapiglia. Mi hanno preso uno per gli avambracci e l'altro per le caviglie, mi hanno portato fuori. Volevano buttarmi sulla macchina che bruciava. Ma c'è stata una fiammata, quello davanti ha mollato, forse perché si è scottato. Ha detto ‘porco zio’ o ‘porco d...’, con accento romano.
COPERTINA DI PIOGGIA SALATA - MASSIMILIANO FESTA
Mi sono divincolato, ho scalciato e sono scappato”. Ha ustioni non gravi alla gamba sinistra, una distorsione alla caviglia, contusioni e piccole ferite: 7 giorni di prognosi al Pronto soccorso di Sant’Angelo dei Lombardi. “Avevano cappelli, forse cappucci – dice –. Ma il romano l’ho riconosciuto, era già venuto a giugno e mi aveva detto: ‘Lo devi proprio pubblicare il libro?’. Nessuna minaccia, ma sai...”.
Il libro di Festa, che in copertina è Massimiliano F., si chiama Pioggia salata, autopubblicato con Amazon, circa 5 mila copie vendute da fine luglio, primo fra i “Thriller su assassinio”, recensioni entusiaste sul web. È un tomo di 576 pagine, un po’ faticoso ma avvincente.
Racconta in forma di romanzo la sua vita nei paracadutisti, le missioni in Kuwait e in Iraq alla fine degli anni 90, i civili ammazzati dagli americani, la storia che ritiene veritiera di una figlia segreta di Vladimir Putin, l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e quelli di due parà: Lorenzo D’Auria che lavorava anche per il Sismi, ucciso in Afghanistan nel 2007 e Marco Mandolini, massacrato nel 1995 a Livorno.
Dietro quelle morti Festa vede interessi Usa, prove zero ma ipotesi circostanziate che girano da anni, a partire da misteri e da indizi che nel caso di Mandolini hanno portato anche a tentativi fin qui falliti di riaprire le indagini ancora nel 2023. “Alla Folgore comanda lo zio Sam – dice Festa –, il ministero della Difesa molto meno”. Nell’ambiente non è un punto di vista isolato.
[…] Sui fatti di mercoledì indagano i carabinieri, anche se Festa non ha sporto formale denuncia: “Ero sotto choc, la denuncia la posso sempre fare”. Festa potrebbe avere altri nemici, di recente ha fatto arrestare uno stalker e l’episodio non sembra opera di professionisti. “Ma come no? – dice lui – Mi hanno immobilizzato, erano addestrati. Non sempre le ciambelle riescono col buco”.