paradisi fiscali paradiso fiscale

PARADISI PERDUTI - SEYCHELLES, ANTIGUA E REPUBBLICA DOMINICANA ESCONO DALLA “BLACK LIST” DEI PARADISI FISCALI DOPO IL CASO PANDORA PAPERS – LA DECISIONE CREA UN CASO PERCHÉ ARRIVA NEL PIENO DELLO SCANDALO - AL VOTO PER LA REVISIONE HA PARTECIPATO ANCHE, IL MINISTRO OLANDESE DELLE FINANZE WOPKE HOEKSTRA IL CUI NOME COMPARE NEI DOCUMENTI PUBBLICATI – LA CRITICA DELL’EUROPARLAMENTARE FRANCESE MANON AUBRY: “QUALCUNO CHE ELUDE LE TASSE SPIEGA ALLA POVERA GENTE CHE DEVONO PAGARE LORO LA CRISI…”

G.Pao. per "la Stampa"

 

PANDORA PAPERS

La prima reazione formale dell'Ue al caso Pandora Papers è l'uscita delle Seychelles - uno dei Paesi al centro del caso per la facilità di domiciliazione di scatole societarie a fini fiscali - dalla Black list europea dei paradisi fiscali.

 

La decisione era nell'aria da tempo e il passaggio di ieri- il via libera dei ministri Ue delle Finanze - è solo il «timbro» formale arrivato al termine di un processo di analisi portato avanti dalle strutture della Commissione, che hanno escluso dalla lista anche Antigua e Dominica mentre hanno respinto le richieste di Panama. 

 

PANDORA PAPERS

I tre paesi passano adesso nella cosiddetta Grey list, che prevede minori restrizioni. Ma la decisione crea comunque un caso perché arriva nel pieno della tempesta dei Pandora Papers e solo un giorno dopo l'impegno dell'Ue di una nuova normativa per fronteggiare gli abusi delle società di comodo. Al voto per la revisione della Black list ha partecipato anche Wopke Hoekstra, il ministro olandese delle Finanze il cui nome compare anche nei Pandora Papers per un investimento fatto tramite una società delle Isole vergini britanniche. 

 

WOPKE HOEKSTRA 1

Particolare questo che ha aumentato le polemiche del Parlamento, soprattutto da parte della sinistra. Secondo Paul Tang, europarlamentare olandese che presiede il subcomitato sugli affari fiscali, «la lista nera è una vergogna». Mentre Manon Aubry (sinistra francese) ha attaccato duramente Hoekstra per aver preso parte al meeting dei ministri: «Qualcuno che elude le tasse spiega alla povera gente che devono pagare loro la crisi». 

 

paradiso fiscale

Le rivelazioni dell'inchiesta che ha coinvolto 600 giornalisti e 150 testate di vari Paesi non è destinata però a fermarsi. Ieri l'Espresso ha pubblicato le attività offshore di Enrico Crasso, il finanziere sotto processo per lo scandalo dei fondi vaticani che ha travolto il cardinale Becciu. 

 

L'uomo d'affari ha tre società alle Isole vergini, utilizzate per comprere immobili a Miami. Sempre ieri sono emersi i nomi del premio Nobel spagnolo Mario Vargas Llosa e dell'ex commissario Ue alla Salute, il maltese John Dalli, che nel 2012 era stato destituito dall'allora presidente Barroso per il suo coinvolgimento in un tentativo di corruzione da 60 milioni di dollari. 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?