“SI È LANCIATA IN MARE” – PER IL TECNICO INCARICATO DI ESAMINARE IL TELEFONINO DI GIULIA RANDAZZO NON CI SONO DUBBI: LA 20ENNE SCOMPARSA SUL TRAGHETTO DELLA GNV PARTITO DA GENOVA E DIRETTO IN SICILIA SI È SUICIDATA – LA CONCLUSIONE SI BASA SU ALCUNI VIDEO GIRATI DALLA RAGAZZA IN CUI SI COMPRENDE LA VOLONTÀ DELLA RAGAZZA DI UCCIDERSI DOPO LA ROTTURA CON IL FIDANZATO – I GENITORI HANNO SEMPRE CONTESTATO L’IPOTESI DEL SUICIDIO, MA…
Francesca Morandi per www.corriere.it
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È stata depositata dalla Procura di Palermo la consulenza sul cellulare di Gaia Randazzo, la ragazza di 20 anni residente con i genitori ad Acqualunga Badona, frazione di Paderno Ponchielli, nel Cremonese, scomparsa la notte tra il 10 e l’11 novembre scorso sul traghetto della GNV partito da Genova e diretto in Sicilia.
Il tecnico incaricato dai pm di Palermo non ha dubbi: Gaia si sarebbe suicidata lanciandosi in mare. La conclusione, ora messa a disposizione anche dei legali di papà Rocco e mamma Angela, si basa su alcuni video girati dalla ventenne in cui si comprende chiaramente la sua volontà di farla finita probabilmente per la rottura del rapporto con il fidanzato. I video che la giovane ha fatto da sola non sono mai stati inviati e sono rimasti sul cellulare. I genitori di Gaia, che stava andando in Sicilia da alcuni parenti, hanno sempre contestato l’ipotesi del suicidio ritenendo che la ragazza non avesse motivi per togliersi la vita e hanno più volte sollecitato ulteriori indagini.
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La mattina di venerdì 11 novembre, gli altoparlanti della nave salpata la sera prima da Genova e diretta al porto di Palermo, avevano diffuso ripetutamente il nome di Gaia Randazzo affinché la ragazza contattasse il personale di bordo. Ma tutti gli appelli erano caduti nel vuoto. I genitori si erano precipitati a Palermo presentando la denuncia di scomparsa. Proprio con il fratello, la sera del 10 novembre, a Genova Gaia era salita sulla Superba, traghetto dell’armatore Gnv salpato alle 23. Andavano a trovare i nonni che abitano in un comune della costa occidentale della provincia di Palermo.
La nave era giunta a destinazione alle 20 di venerdì, ma di Gaia non si avevano tracce già dalle 7.30 della mattina, quando il fratello non l’aveva trovata più in cabina. Prima di lanciare l’allarme, aveva aspettato due ore, convinto che Gaia si fosse già alzata per fare un giro sul traghetto. Le ricerche erano scattate immediatamente, purtroppo senza esito. Il personale aveva controllato tutte le vetture e tutte le cabine. I cani esperti nella ricerca dei dispersi dopo aver annusato un indumento della giovane, avevano fiutato ovunque, ma invano. Gli investigatori avevano ascoltato il fratello in un ambiente protetto, il quale, comprensibilmente confuso, aveva provato a ricostruire le ultime ore trascorse con la sorella prima di ritirarsi a dormire per la notte. Al suo risveglio, Gaia era sparita.
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Le ricerche erano proseguite fino all’arrivo a Palermo, dove la nave aveva attraccato senza fare tappe intermedie. Sulla banchina erano già stati attivati i marinai della Guardia costiera, la polizia del mare, i vigili del fuoco, i cinofili con i cani molecolari e il personale medico. Con la collaborazione del comandante della nave, gli inquirenti avevano ricostruito gli ultimi spostamenti. «La stanno cercando dappertutto», aveva detto mamma Angela arrivata nel capoluogo siciliano.
Una decina di anni fa i Randazzo avevano lasciato Codogno per Acqualunga Badona. Sono i custodi del vecchio castello. Pagano l’affitto della loro abitazione. Famiglia per bene, riservata, i Randazzo. Gaia un anno fa aveva preso il diploma da estetista e si era concessa «un anno sabbatico», aveva spiegato l madre. «Mia figlia frequentava un ragazzo di Pavia». Ma la relazione sentimentale era finita e forse Gaia non ha retto al dolore, lanciandosi in mare.
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