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“LO SLOGAN 'STO A CASA' È SEMPLIFICATORIO, SI PUO' STARE ALL'ARIA APERTA O FARE UNA CORSETTA AL PARCO RISPETTANDO LA DISTANZA DI SICUREZZA” - GIOVANNI REZZA, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO MALATTIE INFETTIVE DELL’ISS: “LA COSA PEGGIORE CHE POSSIAMO FARE È IGNORARE QUELLO CHE È SUCCESSO IN LOMBARDIA E VIVERE NEL RESTO D’ITALA COME SE NULLA FOSSE. BISOGNA ALZARE IL LIVELLO DI GUARDIA…”

Da “Circo Massimo - Radio Capital”

 

GIOVANNI REZZA

Italia zona protetta. Una misura necessaria anche per il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza: "Bisognava proteggere l’intero territorio nazionale, perché se in questo momento l’epicentro dell’epidemia è nella bassa Lombardia, ma è chiaro che c’è un aumento di casi al centro e anche il Sud non è immune - spiega a Circo Massimo di Radio Capital, intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino - e sappiamo che il virus può correre molto veloce. Quindi la cosa peggiore che possiamo fare è ignorare quello che è successo in Lombardia e vivere nel resto d’Itala come se nulla fosse. Bisogna alzare il livello di guardia per evitare che si diffonda al Sud, che tra l’altro ha anche un’organizzazione sanitaria più critica".

 

DECRETO DEL GOVERNO CHE HA CHIUSO LA LOMBARDIA

Sulla diffusione del virus, Rezza sottolinea a Radio Capital che "c'è una piccola diminuzione del tasso netto di riproduzione nelle ex zone rosse, e fa bene sperare che queste misure di distanziamento sociale siano efficaci. È importante rallentarne la velocità di diffusione perché possiamo anche affrontarlo e i casi gravi per fortuna sono una minoranza, a se arrivano tutti insieme dopo le strutture sanitarie non reggono l’urto".

 

Sulla situazione nella ex zona rossa, il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Iss ravvisa che “la Lombardia ha retto abbastanza bene all’urto. È stato difficile confrontarsi con l’emergenza che si aggiunge con la routine, non esiste solo il coronavirus, esistono anche altre patologie.  Se adesso si rallenta la velocità del virus e le altre regioni possono dare una mano, tutto si semplifica”.

 

fuga da milano dopo il decreto che ha chiuso la lombardia

Rezza ha chiarito i movimenti che si possono fare in questo periodo: “Lo slogan 'sto a casa' è un po’ semplificatorio: stare all’aria aperta a un metro di distanza, farsi una corsetta, sono tutte cose che si possono fare. Non è il coprifuoco”. Sulla polemica riguardo i giovani poco responsabili, "è difficile tenerli a casa, ma bisogna cercare di convincerli - aggiunge Rezza a Radio Capital -  loro stessi sono a rischio infezione, anche se hanno un rischio di malattia grave molto basso rispetto agli anziani. Avranno genitori e nonni da proteggere. Quindi bisogna che stiano attenti". "E poi non vogliamo vedere più scene come quelle dell’assalto ai treni. Una scena veramente indecente - conclude Rezza - speriamo di vederne più".

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