sole solar orbiter

IL SOLE COME NON L'AVETE MAI VISTO - LE IMMAGINI MOZZAFIATO DELLA SONDA "SOLAR ORBITER", DELL'AGENZIA SPAZIALE EUROPEA, DEL TUTTO INEDITE ANCHE PER I RICERCATORI - GLI SCIENZIATI HANNO SCOPERTO L'ESISTENZA DI UN "RICCIO SOLARE", UN GETTO DI GAS CHE SI ESTENDE PER 25.000 CHILOMETRI (IL DOPPIO DEL DIAMETRO DELLA TERRA) CARATTERIZZATO DA PICCHI CALDI E FREDDI... - VIDEO E FOTO

 

Da fanpage.it

 

Il sole ripreso dalla sonda Solar Orbiter

La sonda Solar Orbiter dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della NASA ha catturato le immagini più straordinarie e ravvicinate del Sole, la nostra stella. Molti dei dati raccolti dagli strumenti del satellite sono del tutto inediti per i ricercatori – come una misteriosa formazione soprannominata “riccio solare” – e ci vorranno anni per analizzarli e decifrarli tutti; ciò che è certo è che si tratta di materiale estremamente prezioso (oltre che visivamente eccezionale) per comprendere il comportamento e l'attività del Sole, in grado di influenzare sensibilmente anche la Terra.

 

Il sole ripreso dalla sonda Solar Orbiter 2

Proprio in questa fase ci stiamo dirigendo verso il massimo solare del ciclo undecennale della stella, previsto per il luglio 2025. È un periodo di grande attività magnetica, come dimostrano le numerose tempeste geomagnetiche registrate dall'inizio dell'anno.

 

L'obiettivo principale della missione Solar Orbiter è studiare l'atmosfera esterna della stella (corona solare) e le dinamiche dell'eliosfera, l'insieme di particelle cariche proiettate dal Sole attraverso il Sistema solare durante brillamenti, espulsioni di massa coronale e altri fenomeni.

 

Il sole ripreso dalla sonda Solar Orbiter 3

È il cosiddetto “vento solare”, responsabile delle aurore polari ma anche delle sopracitate tempeste geomagnetiche, potenzialmente in grado di danneggiare comunicazioni, rete elettrica, navigazione GPS, satelliti e attività astronautiche.

 

Le immagini che vedete sono state catturate dalla Solar Orbiter alla fine di marzo di quest'anno, durante il suo primo perielio, ovvero il passaggio orbitale più ravvicinato alla stella. Il 26 marzo la sonda si è trovata all'interno dell'orbita di Mercurio – il pianeta più vicino al Sole – a poco meno di 50 milioni di chilometri, circa un terzo della distanza che separa la Terra dal Sole (una Unità Astronomica o UA è pari a circa 150 milioni di chilometri). Da qui ha avuto un punto di vista privilegiato sulla stella, mostrandoci l'attività dell'atmosfera con un dettaglio senza precedenti.

 

Il sole ripreso dalla sonda Solar Orbiter 4

Per “sopravvivere” a un ambiente così estremo la sonda Solar Orbiter è dotata di uno scudo termico (rivolto sempre verso la stella) sviluppato dalla joint venture italofrancese Thales Alenia Space; durante il perielio ha sopportato una temperatura di 500° C, mentre il veicolo alle sue spalle ha mantenuto una temperatura di esercizio di – 180° C grazie a un sofisticato sistema di raffreddamento.

 

I video e gli altri dati sono stati raccolti dai dieci strumenti della sonda, la prima a studiare nel dettaglio le regioni polari grazie alla peculiare orbita inclinata. Tra gli strumenti attivi figura anche il coronografo italiano METIS, messo a punto in collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), il CNR, università e società specializzate nel settore aerospaziale. Lo strumento è progettato per analizzare la corona solare sia nella banda visibile che in quella ultravioletta contemporaneamente, raccogliendo così dati inediti. È in grado anche di analizzare la luce polarizzata attraverso un polarimetro a cristalli liquidi.

 

Il bagliore solare ripreso dalla sonda Solar Orbiter 3

Tra i dettagli più intriganti catturati dalla Solar Probe vi è il cosiddetto “riccio solare”, un getto di gas che si estende per 25.000 chilometri – il doppio del diametro della Terra – caratterizzato da picchi caldi (1 milione di gradie) e freddi. Gli scienziati devono ancora capire bene di cosa si tratti e da dove origina.

 

«Le immagini sono davvero mozzafiato», ha affermato in un comunicato stampa dell'ESA il dottor David Berghmans, un fisico solare dell'Osservatorio reale del Belgio e a capo dello strumento Extreme Ultraviolet Imager (EUI) montato sulla sonda. «Anche se Solar Obiter smettesse di acquisire dati domani, sarei impegnato per anni a cercare di capire tutte queste cose», ha aggiunto con genuino entusiasmo l'esperto, rimasto letteralmente ammaliato dalla qualità dei video raccolti durante il passaggio al perielio.

Il bagliore solare ripreso dalla sonda Solar OrbiterIl bagliore solare ripreso dalla sonda Solar Orbiter 2

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