ines geipel

“SONO STATA MUTILATA PERCHÉ VOLEVO SCAPPARE” – LA STORIA DI INES GEIPEL, VELOCISTA DELL’EX GERMANIA EST, CHE VENNE “PUNITA” QUANDO SI INNAMORÒ DI UN ATLETA MESSICANO E TENTÒ LA FUGA A OVEST, LA STASI INTERVENNE SOTTOPONENDOLA A UNA PRESUNTA APPENDICECTOMIA DURANTE LA QUALE LE VENNERO INFERTE GRAVI LESIONI ALL’ADDOME - SOPRAVVISSE PER MIRACOLO, MA DOVETTE LASCIARE LO SPORT E RASSEGNARSI ALL’IDEA DI NON AVERE FIGLI…

Gloria Remenyi pe"www.ilsole24ore.com"

 

ines geipel 7

Consultando i record sportivi della ex Germania Est, il nome di Ines Geipel (allora Ines Schmidt) non compare da nessuna parte. Eppure nel 1984 fu lei, insieme alle altre staffettiste della SC Motor Jena, a fermare il cronometro a 42,20 secondi sulla 4×100, stabilendo un incredibile record del mondo di società. Oggi accanto a quel risultato si leggono soltanto tre nomi (Bärbel Wöckel, Ingrid Auerswald e Marlies Göhr) e un asterisco. Quell’asterisco è Ines Geipel.

 

ines geipel 6

Oggi affermata scrittrice, nonché docente presso la Scuola di Arte Drammatica Ernst Busch di Berlino, Geipel è stata un’atleta di punta della DDR: «Ho iniziato a correre per sopravvivere, per dimenticare e per scappare dal dolore» racconta. Nel 1977 la giovane Ines trovò nello sport una via d’uscita dalla famiglia opprimente in cui era cresciuta, con un padre che lavorava come agente della Stasi, la polizia segreta della Germania Est. Ma la fuga fu soltanto illusoria.

 

Già nel 1974 il regime aveva approvato il Piano di Stato 14.25, che prevedeva la somministrazione forzata di steroidi anabolizzanti, ormoni e anfetamine agli atleti al fine di gonfiarne le prestazioni, incurante dei disastrosi effetti di queste sostanze, eufemisticamente definite “mezzi di supporto”. L’obiettivo ultimo era dimostrare la superiorità del socialismo e per conseguirlo ogni mezzo era considerato lecito. Così iniziò la parabola di una piccola nazione che diventò quasi invincibile in tutte le discipline sportive. Si diceva che gli atleti della DDR fossero «diplomatici in tuta», anche se Geipel preferisce definirli «un esercito di soldati civili».

ines geipel 4

 

Secondo le stime più recenti le vittime del doping di Stato della DDR furono 15.000, di cui circa 10.000 donne. Tra di loro anche Ines Geipel. Per questo nel 2005, dopo il processo di Berlino e il riconoscimento formale come “vittima del doping di Stato”, la ex velocista pretese che il suo nome accanto al record venisse rimpiazzato da un asterisco.

 

«Si preferiva dopare le donne perché su di loro l’effetto virilizzante degli ormoni maschili è nettamente più forte» racconta Geipel, che oggi a Berlino dirige l’Associazione per le vittime del doping da lei stessa fondata nel 2013. Ci parla di migliaia di atlete, in gran parte minorenni, che nella DDR vennero virilizzate chimicamente e sacrificate alla nazione a loro insaputa, rese invincibili sul campo e annientate nella vita.

 

ines geipel 5

Le atlete della DDR conquistarono circa il 40% di tutti i titoli europei e mondiali vinti dal piccolo Stato e stabilirono record destinati a durare, di cui alcuni risultano ancora oggi imbattuti, per esempio quello di Marita Koch sui 400 metri piani (47,60 secondi; 1985) e quello di Gabriele Reinsch nel lancio del disco (76,80 metri; 1988). I loro strabilianti risultati non significavano soltanto prestigio politico per il Paese, ma valevano anche come prova lampante dell’emancipazione della donna nella Germania Est.

ines geipel 3

 

Per tutto questo le atlete hanno pagato un prezzo altissimo. Una su tutte la pesista Heidi Krieger che a fine carriera, dopo anni di depressione e crisi, fu costretta a cambiare sesso per aver assunto lo steroide anabolizzante Oral Turinabol in quantità doppie rispetto a quelle di Ben Johnson a Seul 1988. Oggi si chiama Andreas Krieger. Sebbene la DDR sia oggi storia, non lo sono le esistenze devastate di queste atlete, le #donnedisport che raccontiamo in questo post.

ines geipel 2

 

Nel 2000 Geipel si costituì parte civile contro i responsabili del doping di Stato della DDR al processo di Berlino, a seguito del quale il medico Manfred Höppner e il ministro dello sport Manfred Ewald furono condannati in quanto ideatori del sistema. Per Geipel e altre venti donne quello fu l’inizio dello svelamento: «Solo allora iniziammo a comprendere quello che ci avevano fatto e fu uno shock. Gli anni ’80 furono il periodo più spietato per lo sport e la violenza andava ben oltre il doping» così Geipel.

 

Lei stessa fu “eliminata strategicamente” quando il regime ritenne che costituisse un pericolo per lo Stato, ovvero quando si innamorò di un atleta messicano e tentò senza successo di fuggire a Ovest. La Stasi intervenne, Geipel fu sottoposta a una presunta appendicectomia con cui le vennero inferte gravi lesioni all’addome; sopravvisse per miracolo, dovette lasciare lo sport e rassegnarsi all’idea di non avere figli. Solo tempo dopo seppe cosa le era accaduto. Nel 1989 riuscì a fuggire dalla Germania orientale attraverso il confine tra Ungheria e Austria.

ines geipel 1

 

Con il team dell’Associazione, Geipel fornisce oggi assistenza a circa 2.000 ex atleti colpiti: «A distanza di 40 anni le vittime escono ancora allo scoperto. Spesso i corpi dopati necessitano di molto tempo per crollare, abituati come sono alla logica della prestazione. In più il timore e la vergogna scoraggiano molte vittime dal ricercare aiuto, specialmente quando si tratta di atleti che non si sono emancipati dal contesto in cui vivevano allora, caratterizzato ancora oggi da un’omertà diffusa che riguarda la stampa locale, i medici e i cittadini stessi» spiega la direttrice.

 

caduta del muro di berlino 3

Su 2.000 ex atleti assistiti, ben 1.500 sono donne. Dalle loro testimonianze emerge un complesso quadro di violenza strutturale: «Era un sistema patriarcale: in politica dominavano gli uomini, in ambito sportivo le allenatrici erano rare e molte donne medico si ritirarono strada facendo per ragioni etiche. L’ambiente divenne sempre più maschile e quello delle atlete invincibili si consolidò come un mito perverso. Lo sport era retto da dinamiche di pressione, sadismo e abuso.

caduta del muro di berlino 2

 

Migliaia di ragazze, in molti casi bambine sotto i 10 anni, vennero ingannate e depredate del loro sesso. Le atlete si fidavano di allenatori e medici che spacciavano pillole variopinte per vitamine e integratori. Oggi vengono al consultorio e scoppiano in lacrime. Soffrono di problemi psichici come depressione, psicosi e bulimia. La loro ossatura è distrutta per il sovraccarico degli allenamenti.

 

manfred ewald

In molti casi hanno subito un’interruzione dello sviluppo, il che significa ovaie atrofizzate e sterilità. Se rimangono incinte, sono soggette ad aborti spontanei. Quando partoriscono c’è la possibilità che i figli siano disabili. Per via degli ormoni alcune presentano irsutismo, altre invece perdono completamente peli e capelli. C’è chi non ha sviluppato il seno. In queste condizioni la vita diventa per le vittime un inverosimile atto di forza».

 

Finora l’Associazione diretta da Geipel è riuscita a ottenere due leggi che riconoscono un’indennità alle vittime del doping di Stato della DDR. La prima legge riguardava 200 atleti, la seconda 1.000. Il prossimo obiettivo è ottenere una pensione politica anche per i bambini colpiti nella seconda generazione, ad oggi già 300: «L’indennità significa molto perché è una forma di riconoscimento di cui le vittime hanno estremamente bisogno» commenta Geipel.

 

caduta del muro di berlino 1

All’Associazione gli ex atleti ricevono molteplice assistenza (psichiatrica, giuridica, burocratica ecc.). Presto verranno attivati dei gruppi di autoaiuto e si potrà contare su una rete di medici specializzati. Geipel è inoltre impegnata nella ricerca di un finanziamento stabile: «La politica fa soltanto lo stretto necessario. Lo sport non ne vuole sapere: molti dei tecnici attivi durante la DDR sono stati integrati nel nuovo sistema. Negli uffici pubblici c’è chi ancora disconosce il doping di Stato».

 

donne ddr

Oggi Ines Geipel va a correre ogni volta che può: «Questa passione non se n’è mai andata» dice sorridendo, «ma non provo più gioia né entusiasmo per le manifestazioni sportive internazionali. Nei corpi degli atleti e nelle loro prestazioni intravedo la lunga catena di interessi che regola la chimicizzazione dello sport. Tutti ne sono responsabili, dal medico all’allenatore passando per la politica e i fan, invece è quasi sempre l’atleta il capro espiatorio, anche quando il doping è il risultato di una cospirazione.

donne ddr1

 

Temo che oggi in Russia molti atleti ignorino di cosa sono vittime. Per una medaglia d’oro della DDR sono stati “bruciati” 80 bambini. La lista dei morti conta circa 500 persone, più di quanti ne abbia causati il Muro di Berlino. Lo sport esisterà sempre, ma dobbiamo porre fine a questo massacro».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…