“SONO STATA SEQUESTRATA DA UN MANIACO. QUANDO DENUNCIAI, UN POLIZIOTTO VOLEVA VIOLENTARMI” - DALILA DI LAZZARO, OSPITE DI SILVIA TOFFANIN A “VERISSIMO”, RACCONTA ANCHE QUANDO DA BAMBINA HA SUBITO VIOLENZE: “C’ERANO DUE RAGAZZI UNO DI 15 E L’ALTRO DI 20 E HANNO ABUSATO DI ME IN UNA CASA DI CAMPAGNA. MA PER DUE MESI. PER ME È STATO UN TRAUMA, MI SVEGLIAVANO ALLE QUATTRO DI NOTTE, CON UN GRANDE CANE NERO, E MI DICEVANO DI STARE ZITTA PERCHÉ ALTRIMENTI…”
Estratto dell'articolo da www.fanpage.it
Ospite della puntata di domenica 19 novembre di Verissimo è stata Dalila Di Lazzaro, che ha raccontato in un'intensa intervista i dolori e i soprusi che fin da bambina ha dovuto sopportare. La violenza è stata una costante della sua vita, che si è ripresentata in più occasioni, ma è riuscita anche a godere di un amore puro e incondizionato, nonostante l'incredibile sofferenza che ha dovuto affrontare.
Nei suoi libri, Dalila Di Lazzaro ha sempre affrontato con grande coraggio tutto quello che ha dovuto sopportare sin dalla prima infanzia. Ha conosciuto la violenza da piccola, quando ancora bambina ha subito i soprusi di ragazzi più grandi di lei e per lungo tempo non ne ha parlato con i suoi genitori:
La violenza è una cosa orrenda, parlo agli uomini che sono colpevoli di tutto questo, non ho potuto avere al mio fianco, mia mamma o il mio babbo per raccontarglielo, perché non erano molto presenti. Io avevo una tata con lei ho parlato e lei deve averglielo detto a mia madre.
Questi terribili episodi si sono verificati quando, in estate, era stata affidata ad una donna che viveva lontano dalla città e lì trascorse il suo tempo, mentre i suoi genitori lavoravano:
Mi misero in una casa in campagna, pensavano che li sarei stata bene, c’erano due ragazzi uno di 15 e l’altro di 20 e hanno abusato di me. Ma per due mesi, fino a che la signora si è accorta, che c’era qualcosa che non andava, da lì, li ha picchiati di brutto, poi mi ha fatto dormire sempre con lei. Per me è stato un trauma, mi svegliano alle quattro di notte, con un grande cane nero, e mi dicevano di stare zitta perché altrimenti il cane mi sbranava.
Silvia Toffanin, quindi, chiede alla sua ospite quali siano state le ripercussioni di così tanta violenza su una bambina, che poi in età adolescenziale ha dovuto fare i conti con nuove forme di abusi:
Ho sofferto molto quando sono arrivata a Roma, verso i 20 anni che dovevo comunque espormi, fare i provini, i miei primi passi, la pubblicità mi prendeva una sorta di affanno che poi erano gli attacchi di panico. Lì ho incontrato un professore, invitato al Costanzo Show perché era uno psichiatra per i bambini, e gli dissi che mi sentivo di morire, che non ce l'avrei fatta ad andare avanti così. Lui mi fece andare a Padova e da lì abbiamo iniziato un percorso, mi ha aiutato tantissimo.
Da ragazzina, infatti, Dalila Di Lazzaro ha vissuto delle vicende terribili che racconta con grande sofferenza, ricordando quei momenti difficili che l'hanno segnata per sempre. Sposatasi giovanissima, dopo aver avuto un figlio nemmeno maggiorenne, iniziò a lavorare come modella grazie alla sua bellezza e alla sua grazia:
Mi sono sposata a 15 anni, mio marito non trovava lavoro, io facevo la modella, lì vedevo un uomo che mi guardava, mi dava fastidio, sui 30-40 anni e lo dicevo alla mie colleghe più adulte, sono andata al bar in una sosta, mi disse sono di una grande azienda, mi disse è l’unica che vorrei avere come modella. Io lavoravo per mio figlio e la mia famiglia, mi disse che mi avrebbe dato 25 mila lire, io non pensavo.
Il racconto prosegue con dei dettagli ancor più terribili: "Questo era un maniaco, scappato da un manicomio criminale, era un personaggio serio, negli occhi si vedeva qualcosa di folle. Mi ha portato per quattro giorni. È stata un’avventura allucinante e ho avuto veramente lì la paura di morire, perché aveva trovato una casa, mi ha tagliato dappertutto, mi ha picchiato". Quando si presentò alla polizia per denunciare accadde qualcosa che la lasciò ancor più sgomenta:
Il capo della polizia mi voleva violentare nello studio, la polizia. C’era questo capo della Polizia con un’agenda molto così. Ha cominciato a farmi delle avance, io gli ho dato uno schiaffo.
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