SOSPESE LE RICERCHE DEL BOEING: IN QUELLA REMOTA PORZIONE DI OCEANO INDIANO È CALATA LA NOTTE, E LE CONDIZIONI METEO SONO SFAVOREVOLI: RICOMINCERANNO DOMANI - LE AUTORITÀ AVVERTONO: GLI OGGETTI AVVISTATI POTREBBERO ESSERE CONTAINER SMARRITI

1. SOSPESE LE RICERCHE DEI RESTI DEL BOEING
DAGONOTA - Le ricerche dei resti del Boeing 777 sono state interrotte: in quella porzione remota dell'Oceano Indiano è ormai notte, e sia gli aerei australiani, neozelandesi e americani, che la nave norvegese che stanno compiendo la ricognizione nell'area segnalata dai satelliti australiani, ricominceranno domani. Anche le condizioni metereologi che sono avverse al momento. Prima ancora di sospendere le ricerche, le autorità australiane hanno precisato che i due oggetti identificati dai satelliti potrebbero non essere i resti dell'aereo, ma dei container persi da navi cargo.


2. MALAYSIA, NAVE NORVEGESE IN ZONA "OGGETTI" RILEVATI DA SATELLITE
(TMNews) - Una nave norvegese, la St Petersburg, è arrivata nella zona dell'oceano Indiano dove i satelliti hanno rilevato la presenza di due "oggetti" che potrebbero appartenere al Boeing 777 della della Malaysia Airlines, scomparso 12 giorni fa. Lo ha annunciato l'armatore, Hoegh Autoliners. "La nave è arrivata sul posto per partecipare alle ricerche", ha dichiarato all'Afp Cecilie Moe, portavoce della compagnia norvegese.

In mattinata il Primo ministro australiano aveva annunciato la presenza di due oggetti nell'oceano Indiano forse legati al jet svanito nel nulla. I due oggetti, uno dei quali della lunghezza di 24 metri, "sono probabilmente la migliore pista che abbiamo", avevano commentato le autorità australiane, aggiungendo con prudenza che occorre però "recarsi sul posto" per effettuare tutte le verifiche del caso. L'Australia dirige le ricerche nell'oceano Indiano. (con fonte Afp)


3. AEREO FANTASMA, NEI RADAR IL MISTERO DEL SECONDO JET
Giampaolo Visetti per ‘La Repubblica'

Sei minuti dopo che il copilota del Boeing 777 augurò «buona notte» al mondo, staccando i dispositivi di trasmissione dati, un aereo non identificato fu intercettato poco distante da un radar dell'aviazione thailandese. Il velivolo fantasma cambiò più volte quota e direzione, dirigendosi quindi verso sud-ovest e puntando lo stretto di Malacca.

L'imbarazzante rivelazione, a tredici giorni dall'ultimo contatto, è stata fatta ieri dalle autorità di Bangkok, che hanno ammesso di aver ignorato i tracciati radar. «Quell'aereo - si è scusata l'aeronautica militare - non rappresentava una minaccia per il nostro Paese». La presenza di un secondo apparecchio non identificato nei pressi della rotta Kuala Lumpur-Pechino, seguita per quasi un'ora dal volo MH370 con 239 persone a bordo, è la prima prova di un movimento nella zona grigia al confine degli spazi aerei di Malesia e Vietnam all'alba dell'8 marzo.

Da ieri gli inquirenti si concentrano così su due scenari: il dirottamento del Boeing, intercettato poi dai radar militari malesi alle 02.14 proprio all'estremità nord dello stretto di Malacca, e un suo abbattimento in volo, con un missile esploso dall'aereo misterioso che lo avrebbe scortato nella notte.

I satelliti hanno captato il segnale di un jet sconosciuto anche alle 08.11, quasi sette ore dopo il decollo del Boeing, in un'area compresa tra l'Australia e l'Asia centrale. Fonti di intelligence, alla luce della rivelazione thailandese, hanno fatto sapere che «quella presenza in cielo potrebbe segnalare il volo MH370, ma pure un altro velivolo resosi invisibile ». Sopra il Mar cinese meridionale, secondo gli investigatori, avrebbero potuto volare due apparecchi simili, rilevati come fossero lo stesso.

Dirottamento e abbattimento non sono dunque incompatibili, ma restano da chiarire le cause dell'ipotizzata battaglia aerea, che fonti cinesi non escludono «sia stata scatenata proprio dall'improvvisa virata fuori rotta del Boeing». Monta così ancora l'ira di Pechino contro chi ha condotto le indagini nelle prime ore, tra caos, errori e false informazioni. Tra i rimproveri, oltre alla perdita di tempo prezioso per salvare la vita dei passeggeri, anche lo spreco di risorse: milioni di euro spesi per setacciare inutilmente immensi tratti di oceano.

L'ossessione della task force dei soccorritori di 26 Paesi resta individuare l'aereo: a quasi due settimane dall'ultimo contatto, mai era accaduto che un jet civile sparisse senza un
allarme e senza lasciare traccia. Accertato il dirottamento volontario dei piloti, viene considerato essenziale capire cosa sia successo a meno di un'ora dal decollo. Dal simulatore di volo sequestrato in casa del comandante, risultano cancellati alcuni file.

Sono stati cestinati il 6 febbraio e tecnici Usa dell'Fbi cercano di recuperarli, anche perché hanno scoperto che al simulatore il pilota aveva provato atterraggi d'emergenza su piste corte alle Maldive, a Sri Lanka e in India. Gli abitanti di un atollo maldiviano hanno assicurato di aver avvistato un Boeing simile a quello scomparso, mentre volava a bassa quota la mattina dell'8 maggio.

L'aviazione militare ha definito la notizia «falsa», garantendo che nessun jet risulta intercettato dai radar sopra l'arcipelago.
Dirottato, esploso, nascosto, o precipitato: giallo senza precedenti, ma a far impazzire parenti dei dispersi e governi è il non avere la minima idea di dove sia finito il volo MH370, ormai entrato nella leggenda.


4. AEREO SCOMPARSO MALAYSIA, AUTORITÀ MALDIVE SMENTISCONO AVVISTAMENTO
Da www.ilmessaggero.it

Gli abitanti di un remoto atollo delle Maldive videro passare «a bassa quota» e «con un rumore fortissimo» lo scorso 8 marzo un aereo di tipo simile al Boeing 777 scomparso della Malaysian Airlines mentre viaggiava fra Kuala Lumpur e Pechino. Lo scrive oggi il quotidiano di Male, Haveeru. L'avvistamento, precisa il giornale sulla base di testimoni oculari, è avvenuto dall'isola Kuda Huvadhoo alle 6,15 locali e riguardava un aereo bianco con una striscia rossa lungo la fusoliera. Gli intervistati concordano che il velivolo volava da nord verso sud-est in direzione dell'isola di Addu. Il sindaco dell'isola, Mohamed Zaheem, ha confermato la versione fornita da vari residenti che «sono usciti dalle loro case per vedere cosa produceva un rumore tanto forte».

Intanto, la polizia delle Maldive ha avviato un'inchiesta sulle notizie del presunto avvistamento dell'aereo: il capo del comando per la sicurezza aerea, il colonnello Mohamed Ziyad, ha detto che il jumbo jet avvistato era bianco con strisce rosse, come appunto gli aerei della flotta della Malaysia Airlines. I testimoni confermano che l'aereo stava volando da nord verso sud est e ricordano il fortissimo rumore dei motori durante il sorvolo dell'atollo. Anche lo Sri Lanka ha aperto il proprio spazio aereo alle ricerche del velivolo scomparso. Mentre le autorità indiane hanno espresso scetticismo di fronte all'idea che l'aereo possa essere entrato nel loro spazio aereo, definendo improbabile che possa avere usato piste di atterraggio nelle isole Nicobare o Andamane. «Oggi siamo venuti a conoscenza di notizie che nelle isole vi sono delle piste dove un grande Boeing 777 sarebbe potuto atterrare, entrambe le piste sono considerate molto importanti e ben protette», ha detto un ufficiale indiano.

Nessuna traccia del volo MH370 della Malaysia Airlines è stata rilevata dai radar delle Maldive, dove le autorità continuano a verificare testimonianze che suggeriscono il passaggio di un jumbo jet a bassa quota il giorno della scomparsa del Boeing: lo hanno indicato oggi le Forze Armate delle Maldive.

 

 

 

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