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UNA SPARATORIA PER UNA CATENINA - ''AIUTO, CI SPARANO, C'È SANGUE SUL PONTE''. IL RACCONTO DELL'ASSALTO DEI PIRATI ALLA NAVE ITALIANA REMAS, NEL GOLFO DEL MESSICO. IL TUTTO PER UNA COLLANINA E UNO SMARTPHONE - NON È LA PRIMA VOLTA CHE UN' IMBARCAZIONE DELLA MICOPERI VIENE PRESA DI MIRA: NEL 2009 AL LARGO DELLA SOMALIA 16 MEMBRI DELL'EQUIPAGGIO FURONO PRESI IN OSTAGGIO PER 4 MESI
Guido Olimpio e Marta Serafini per il “Corriere della sera”
«Ha una pallottola conficcata nel femore. Ma è sveglio e vigile. Spero lo trasferiscano presto in Italia». Marcella Di Salvo risponde al telefono.
Suo marito Andrea Di Palma, 42 anni, ravennate, è uno dei due marinai italiani rimasti feriti a bordo della Remas, nave di rifornimento per le piattaforme petrolifere offshore battente bandiera italiana presa d' assalto ieri al largo di Ciudad del Carmen, nelle acque del Golfo del Messico.
Con lui, Vincenzo Grosso, 57 anni, di Molfetta, preso a bastonate alla testa. «Ci abbiamo parlato quasi subito. Ora stanno riposando».
Dieci minuti in tutto. Un gruppo di 7-8 pirati sale a bordo della Remas. Forse il loro obiettivo è rubare petrolio. Da tempo nel Golfo del Messico agiscono piccoli predoni del mare, ma anche bande specializzate negli attacchi alle piattaforme o alle petroliere.
Quando i predoni aprono il fuoco contro l' equipaggio (35 persone, quasi tutti italiani e 3 messicani). Partono due colpi. Il primo proiettile manca Di Palma che si trova dietro ad una porta, il secondo va a segno. Grosso è già stato colpito con un bastone. Poi, i pirati, dopo aver rubato un telefono e una catenina, fuggono lasciandosi dietro i due feriti.
«Non c' erano bende così ho cercato di fermare l' emorragia con i fili del caricabatterie, ho cercato ghiaccio in cucina per metterlo sulle ferite - racconterà Alessandro Fiorenza, primo ufficiale della nave.
Dall' Italia intanto Silvio Bartolotti, a.d. della ravennate Micoperi, proprietaria della Remas e responsabile del raddrizzamento della Costa Concordia all' Isola del Giglio, viene messo al corrente. «Mio figlio che vive a Città del Messico è partito immediatamente per andare in ospedale a Ciudad del Carmen dai nostri ragazzi».
Non è la prima volta che un' imbarcazione dell' armatore viene presa di mira da gruppi armati: nell' aprile del 2009 era toccato alla «Buccaneer», nel Golfo di Aden, al largo della Somalia, quando 16 membri dell' equipaggio furono presi in ostaggio per 4 mesi. «Ovviamente siamo sconvolti e abbiamo tutti pensato a quel precedente da incubo». La Guardia costiera messicana interviene a supporto della Remas. «E dopo due ore dall' accaduto avevamo già i referti dei feriti».
Mentre la Farnesina in raccordo con l' ambasciata d' Italia a Città del Messico segue il caso e la procura di Roma apre un' inchiesta per «pirateria», tornano alla mente le parole del presidente messicano Obrador che ha definito la guerra ai «ladri di benzina» un impegno prioritario mentre le organizzazioni continuano a colpire, soprattutto davanti alle coste degli stati di Campeche e Tabasco. Un danno da 3.5 miliardi di dollari nel 2018 per il settore degli idrocarburi messicano. Con uomini armati, a bordo di barchini, che salgono di notte sulle piattaforme, intercettano navi e si muovono con rapidità. Nei primi assalti erano armi di piccolo calibro. Ora sono comparsi i fucili.