rifugio alto adige

SPICCIOLI AI RIFUGI ALPINI PUBBLICI E MILIONI AGLI “AMIKETTEN” PRIVATI - IN ALTO ADIGE SCOPPIA IL CASO DEL GIRO D’AFFARI MILIONARIO DEI “RICOVERI DELUXE” AD ALTA QUOTA CON I SOLDI DELLA PROVINCIA - STANZIATI 1,2 MILIONI PER UN SOLO SUPER RESORT (NON NECESSARIO): PER I 25 RICOVERI PUBBLICI INVECE LA PROVINCIA HA SCUCITO SOLO 700MILA EURO – LE CONTESTAZIONI DELLA CORTE DEI CONTI E LA SCELTA DEL SUDTIROLO DI PUNTARE SU…

Gian Antonio Stella per corriere.it - Estratti

 

rifugio alto adige

«Mutterprovinz», la Mamma Chioccia dei sudtirolesi, ama tutti i suoi pulcini. Diversamente, però. Esempio? Spiccioli ai rifugi alpini pubblici e milioni agli «amiketten» privati. Certo, nessuno usa il tedesco maccheronico per ironizzare sulle regalie finite ai padroni di «ricoveri deluxe» in alta quota.

 

La filosofia nell’uso dei pubblici denari, però, dopo la rimonta sulla secolare povertà montana grazie all’immensa autonomia strappata da Silvius Magnago, non è così diversa dall’«amichettismo» sotto accusa nel resto d’Italia. Anzi.

 

 

(..)  Per i 25 ricoveri pubblici dalla costosissima manutenzione e dai magri guadagni, denunciano Carlo Alberto Zanella del Cai (che ne gestisce 14) e Georg Simoni di Alpenverein Südtirol (11 più un albergo in quota), Mamma Provincia ha scucito l’anno scorso 700 mila euro: 28 mila, in media, a testa. Il costo d’un solo posto letto al villaggio temporaneo che sarà fatto a Cortina per le Olimpiadi 2026. 

 

 

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(...) Invece, oplà, nel 2018 un investitore salta fuori. È Stefan Perathoner e, ricorderà il Corriere dell’Alto Adige, era rappresentante dei rifugisti privati all’interno dell’associazione albergatori (Hgv) e consigliere comunale della Svp nel municipio di Castelrotto dove lavorava anni fa come capo dell’ufficio legale il quasi compaesano Arno Kompatscher, Presidente oggi dell’opulenta Provincia. Fiducioso nell’avvenire (e nelle prebende pubbliche) l’imprenditore chiede anzi di ingrandire il rifugio.

 

Quanto? Più possibile. Al punto che, scriverà Riccardo Bruno sul Corriere della Sera, sarà tirata su infine «una piramide a tre piani, al posto di una casupola che quasi scompariva alla vista». Così impattante con le sue superfici metalliche tipo astronave tra le guglie («Certi architetti vogliono metterci il marchio», accusa Georg Simoni) da esser bocciata da Cai e Alpenverein non una ma due volte fino a passare la terza volta, dai e dai, solo in assenza loro e della «commissione paritetica». Risultato: una moltiplicazione «da 319 metri cubi a 2.708 metri cubi»: oltre otto volte la cubatura originale. In un’area tutelata, in teoria, dall’Unesco. Uno sgorbio tale da spingere Legambiente a bollare il neo-rifugio con la bandiera nera: obbrobrio paesaggistico.

 

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Quanto è costato? Un elicottero «da cantiere» — e lassù era indispensabile per quel gigante edilizio — porta dagli 8 ai 9 quintali e costa da 27 ai 35 euro al minuto: da 1.620 a 2.100 l’ora. Tariffe da far accapponare la pelle a un privato senza «aiutini». Da sommare ai costi dei materiali e di una manodopera che a 2734 metri d’altezza sono stratosferici come lo smaltimento di macerie e rifiuti, in un caso perfino persi (parzialmente) nel trasporto.

 

Totale? Girano cifre folli: non ci avventuriamo. Certo è che finora, per il consigliere provinciale di «Team K» Paul Köllensperger che ha sventagliato interrogazioni sul tema, Mamma Chioccia ha aiutato l’amico albergatore con «almeno un milione e 200mila euro». Per un rifugio secondo Legambiente «non necessario dati i parecchi rifugi nelle vicinanze». E nato per offrire trattamenti esclusivi a prezzi esclusivi: 110 euro a notte mezza pensione in camerata, 130 nelle stanze fino a tre. Una tombola, per gli alpinisti.

 

 

Il tutto in linea con la scelta del SudTirolo di puntare su un turismo sempre più deluxe dove, tra le ire degli scalatori devoti all’antica rude purezza, i rifugi ospitano passerelle di Lamborghini issate mesi fa fino al Comici dedicato al più celebre dei nostri scalatori, apericena sulle vette comodamente raggiunte con funivie chiuse solo a mezzanotte, cene grand gourmet con ostriche di Normandia e gamberi freschi di Mazara.

 

rifugio alto adige

È questo il futuro? Magari col rilancio di progetti per ora accantonati quali la torre di cristallo di 18 metri (un condominio di 6 piani) alle Coronelle, come denunciò Valentino Liberto su salto.bz, per «una spesa totale di 16 milioni e 773 mila euro di cui 5,82 milioni finanziati dalla Provincia, che continuerebbe a sostenerne le spese di gestione, stanziando 555 mila euro ogni anno per i prossimi 35 anni»? E magari con la cessione dei terreni demaniali dolomitici? Perché questo è accaduto, al Santner. Anziché darlo in concessione, la Provincia ha svenduto il terreno, che apparteneva ai cittadini italiani, come «edificabile». A 30,5 euro al metro.

 

GIAN ANTONIO STELLA

 

Una pipa di tabacco. Offensiva anche agli occhi della Corte dei Conti che, ha scritto Chiara Currò Dossi sul Corriere dell’Alto Adige, ha contestato 600mila euro di danni a due dirigenti provinciali rei d’aver «accettato intenzionalmente di vendere un bene del patrimonio indisponibile a un prezzo di gran lunga inferiore al suo valore reale, omettendo di chiedere un’ulteriore stima adeguata alla natura del terreno oggetto di alienazione». Un danno erariale per il quale i due funzionari difesi (ovvio) dai vertici politici svp, potrebbero addirittura non pagare pegno.

 

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