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STENDIAMO UN VELO PIETOSO SU KABUL - DOPO ESSERSI RIMANGIATI LA PAROLA SULL'ISTRUZIONE FEMMINILE, I TALEBANI LO FANNO PURE SUL BURQA - IL MINISTRO PER LA PREVENZIONE DEL VIZIO: "VOGLIAMO CHE LE NOSTRE SORELLE VIVANO CON DIGNITA' E IN SICUREZZA" - INDOSSARE IL VELO INTEGRALE, DEFINITO DAL LEADER SUPREMO TALEBANO "TRADIZIONALE E RISPETTOSO", SIGNIFICA AUTOMATICAMENTE ESSERE MESSI AI MARGINI DELLA SOCIETA'...

Michela Marzano per repubblica.it
 

donna con il burqa in mezzo ai talebani che bloccano le strade per l aeroporto di kabul

Hanno mentito anche sul velo, i talebani. Dopo essersi rimangiati la parola sull’istruzione femminile, adesso lo fanno pure sul burqa. «Vogliamo che le nostre sorelle vivano con dignità e in sicurezza», ha dichiarato il Ministro per la Prevenzione del vizio e la promozione della virtù, Khalid Hanafi, illustrando il decreto voluto dal leader del Governo e spiegando che, se una donna non dovesse rispettare l’obbligo, si ritroverebbe con molta probabilità in carcere.
 
Esattamente com’è cambiata la politica sulla scuola per le ragazze, nonostante fosse l’unico diritto che tante di loro speravano di conservare, così è successo con il velo: in pubblico, d’ora in poi, le donne dovranno indossarne uno che copre interamente capo e corpo, lasciando solo una fessura all’altezza degli occhi.
 

Donne con il burqa

Ma c’è davvero chi pensava che i talebani avrebbero lasciato alle donne la possibilità di studiare o di indossare un semplice hijab? C’è veramente chi ha creduto alle rassicurazioni date dal Governo, nonostante la realtà ci abbia più volte sbattuto in faccia le immagini delle donne umiliate e sottomesse durante il regime che i talebani avevano instaurato tra il 1996 e il 2001?
 
Si sapeva perfettamente che, in quegli anni, nessuna donna poteva uscire di casa senza essere accompagnata né poteva praticare alcuno sport; si era al corrente del fatto che le donne non avessero il diritto di studiare né quello di non indossare il burqa. L’Occidente, però, i conti con la storia non li vuole fare. Oppure li fa, ma poi si volta dall’altra parte, dimenticando molto velocemente tutto ciò che osserva o ascolta.
 

in afghanistan torna il burqa

E oggi, dopo l’enorme commozione di fronte alle immagini dello scorso agosto quando, con la partenza frettolosa degli americani e degli europei, a Kabul si era scatenato il panico, rare sono le persone che si interessano ancora alla sorte delle donne e delle ragazze afghane.
 
Certo, c’è la terribile guerra in Ucraina e ci sono i milioni di profughi, c’è la propaganda di Putin e c’è l’inflazione galoppante. Ma è mai possibile abbandonare così un intero Paese e accontentarsi di promesse che, a conti fatti, non vengono mai mantenute?
 
Indossare un velo integrale come il burqa, definito dal leader supremo talebano Hibatullah Akhundzada “tradizionale e rispettoso”, significa automaticamente essere messi ai margini della società. A differenza dell’hijab che, utilizzato per distogliere lo sguardo, riesce poi anche contemporaneamente a mostrare, il burqa è come un sudario che non lascia intravedere nulla: né una caviglia, né una ciocca di capelli, né gli occhi. È come una macchia cieca che, anonimizzando ogni donna, ne cancella l’identità.
 

burqa

Sarà pure “tradizionale”, come pretende il leader supremo talebano sulla base di un’interpretazione radicale della Sharia, ma è comunque tutt’altro che “rispettoso”. Chi (o cosa), d’altronde, rispetterebbe esattamente il burqa? In realtà, il velo integrale non rispetta nessuno, né chi lo indossa, e viene quindi cancellata, né chi le è accanto, visto che il rispetto nasce sempre e solo nel faccia-a-faccia, ossia quando ci si riconosce reciprocamente l’una nello sguardo dell’altro.
 

donne con burqa

Ma le donne, per i talebani, non meritano alcuna considerazione: nonostante non facciano altro che riempirsi la bocca di virtù da promuovere e vizi da prevenire, sono loro, i talebani, che calpestano la dignità femminile e diffondono odio; sono loro che pretendono che le donne provocano e che farebbero meglio a “restare a casa”.
 
Dopo vent’anni durante i quali sono cresciute riempendosi gli occhi e le orecchie della libertà e dell’uguaglianza occidentali, tante bambine, adesso, vedono i propri diritti soppressi. E noi occidentali non possiamo lavarcene la coscienza. C’è stato chi ha pensato seriamente a quello che sarebbe successo alle donne una volta lasciato l’Afghanistan in mano ai talebani?
 

dietro al velo 9

Non possiamo sempre limitarci a designare gli altri come colpevoli, scandalizzandoci o commovendoci a seconda della nostra sensibilità, prima di scaricare ogni responsabilità. Non è giusto. Non è degno. Non è morale.

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