STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE, NUOVE REGOLE – PER RISOLVERE IL PASTICCIO DELLE CONCESSIONI BALNEARI, SU CUI È INTERVENUTO MATTARELLA, PALAZZO CHIGI PENSA A UN DECRETO LEGGE. MA QUESTA VOLTA IL GOVERNO DOVRÀ METTERE A PUNTO IL TESTO INSIEME AL QUIRINALE E A BRUXELLES – L’IPOTESI È QUELLA DI DARE IL VIA LIBERA IMMEDIATO ALLE GARE, COME IMPONGONO LE NORMATIVE EUROPEE, MA CON TUTELE (ANCHE ECONOMICHE) PER GLI ATTUALI GESTORI – BISOGNERA’ VEDERE SE LA “CASTA” DEI BALNEARI, SPALLEGGIATA IN QUESTI MESI DA LEGA E FORZA ITALIA, ACCETTERA’ UN COMPROMESSO…
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
L’unico compromesso possibile a questo punto è un decreto legge. A Palazzo Chigi lo ritengono inevitabile. Un intervento normativo non immediato perché dovrà essere il frutto di un’interlocuzione con almeno tre attori: la Commissione europea, il Quirinale che ha sollevato i rilievi e infine la categoria dei titolari di concessioni balneari, i cui interessi Giorgia Meloni continua a voler proteggere, ma non più a tutti i costi, bensì nel perimetro di un accordo difficile che contemperi diversi interessi in campo, economici, giuridici e istituzionali.
sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione
Fonti di governo per questo motivo raccontano che occorreranno diverse settimane, se non mesi, per arrivare a un intervento normativo che sani il vulnus giuridico introdotto dalle norme contenute nel Milleproroghe, norme che la prima carica dello Stato ha chiesto di correggere. Quelle disposizioni prorogano ancora una volta di un anno, e in alcuni casi di due anni, le gare sulle concessioni balneari. Gare che per l’Unione Europea invece vanno fatte, in base al principio della concorrenza.
[…] È chiaro al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che in queste ore si è raccordato con gli uffici legislativi del Quirinale, che a questo punto l’intervento dovrà avere diversi obiettivi: intanto risolvere la contraddizione di avere due leggi diverse, le norme del Milleproroghe e la riforma Draghi sulla concorrenza.
alfredo mantovano giorgia meloni
Poi però dovrà anche risolvere il pasticcio che il Colle ha messo sotto la sua lente: al momento una sentenza a sezione unite del Consiglio di Stato dà ragione al diritto europeo e dunque già dai prossimi mesi qualsiasi sindaco, magari di sinistra, può mettere a gara le concessioni balneari dal 2024 e trovare un giudice che gli dia ragione. Il concessionario infatti quasi sicuramente perderebbe la causa, in base al diritto europeo, alla giurisprudenza italiana e a un contesto normativo che è confuso e contraddittorio.
Per raggiungere questi diversi, intrecciati e molteplici obiettivi a questo punto occorre, secondo fonti di governo, che nuove norme vengano studiate in base ad un negoziato che includa la Commissione europea, cercando quanto più possibile di ottemperare alla direttiva Bolkestein, e contemporaneamente rassicuri quello che è un bacino elettorale storico del centrodestra. […]
Già nella riforma Draghi, votata l’anno scorso sia dalla Lega che da Forza Italia, che ora invece l’hanno messa in discussione, erano contenute delle leggere forme di garanzia per la categoria, per esempio prendendo in esame gli investimenti fatti dai concessionari. Ora si discute di una formula, che andrà comunque discussa anche con la Commissione europea, a Bruxelles, che per ragioni di semplificazione va sotto il nome di «bandi concordati». Si riaprono le gare, i balneari accettano il principio, ma con una tutela rafforzata che ne enfatizzi il ruolo avuto, in primo luogo economico, negli anni di titolarità.
URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI
Bisognerà vedere se i balneari accetteranno un compromesso o piuttosto tireranno dritto con la rivendicazione di una proroga infinita delle gare. Bisognerà anche vedere sino a che punto Meloni vorrà scontrarsi con Lega e Forza Italia, che nella gestazione del Milleproroghe non hanno voluto sentire ragioni, ignorando sia i suggerimenti che arrivavano dal Quirinale sia il tentativo di mediazione che il ministro Raffaele Fitto ha esperito.
In questo quadro aleggia comunque una prossima condanna all’Italia della Corte di giustizia europea. La Corte si è rifiutata di ascoltare in udienza le ragioni dei concessionari italiani. Una sua sentenza, che appare scontata, aprirebbe le porte a una nuova procedura di infrazione contro Roma. Ma è in fondo l’ultimo dei mali, visto che ne abbiamo 82 aperte. L’obiettivo più urgente del governo a questo punto è risolvere un groviglio giuridico che può deflagrare in centinaia di cause, senza un intervento.
concessioni balneari concessioni balneari
GIORGIA MELONI ALFREDO MANTOVANOalfredo mantovano giorgia meloni