NON ME LO RICORDO - LA STORIA DEL 26ENNE CHEN, LA CUI MEMORIA DURA 10 MINUTI - IL RAGAZZO TAIWANESE DEVE ANNOTARE SU UN TACCUINO TUTTO CIO’ CHE FA, CHIUNQUE INCONTRI E OGNI PENSIERO GLI PASSI PER LA TESTA - A 17 ANNI UN INCIDENTE STRADALE GLI DANNEGGIÒ GRAVEMENTE IL CERVELLO - UN INTERVENTO LO RIPORTÒ IN VITA, SENZA RECUPERARE UNA PARTE DEI LOBI TEMPORALI DOVE HANNO SEDE GLI IPPOCAMPI, QUELLE “CENTRALINE” CAPACI DI FISSARE LE ESPERIENZE A LUNGO TERMINE
Michele Farina per il “Corriere della Sera”
I vicini lo chiamano «il ragazzo con il taccuino». Ogni giorno, ogni volta che fa qualcosa, ogni sera prima di andare a letto, Chen Hong-zhi aggiorna il diario. Notizie di cronaca, più che pensieri. Chen annota quello che ha fatto nel campo, quante zucche ha venduto, chi ha incontrato al mercato.
Questo ragazzo di Taiwan, di anni ventisei, è uno strano grafomane. Scrive rapidi appunti, prima di riportare tutto sul grande quaderno che tiene a casa. Seduto al tavolo, con una penna dall' inchiostro azzurro, a volte con l' aiuto di mamma Miao-chong. La sua scrittura è personale, difficile da decifrare. Negli ultimi nove anni Chen ha accumulato un armadio di quaderni così. Sono la sua vita, la sua «memoria esterna», l' unica che gli è rimasta.
Quella «interna» si esaurisce nel giro di 5-10 minuti. Il tempo di aprire un file , senza poter mai fare «save». A 17 anni un incidente stradale danneggiò gravemente il cervello di Chen. Un intervento chirurgico lo riportò in vita, senza riuscire a recuperare una parte cospicua dei lobi temporali dove hanno sede gli ippocampi, quelle «centraline» capaci di fissare le esperienze in ricordi a lungo termine che smettono di funzionare anche nei malati di Alzheimer. Il cervello di Chen ha perso questa possibilità, e ogni dieci minuti la sua vita in un certo senso ricomincia da capo.
L' ha raccontato alla Reuters il dottor Lin Ming-teng, il medico del Taipei Veterans General Hospital che ha in cura il giovane e la sua mamma. Il ragazzo che non ricorda e la donna che vorrebbe dimenticare vivono nel villaggio agricolo di Beipu. Si mantengono grazie all' assistenza dello Stato e ai soldi racimolati vendendo verdura. Prima che morisse suo padre quattro anni fa, Chen lavorava con lui raccogliendo bottiglie di plastica vuote. Sulla strada qualcuno fu colpito dalla sua storia e la raccontò su Facebook.
«Il ragazzo con il taccuino» divenne famoso in Cina. Molta gente offrì aiuti in denaro, lui ringraziò con ironia: «Non mandatemi troppi soldi perché poi mi scorderei dove li ho messi». Miao-chong, seconda moglie e ora vedova del papà di Chen, vorrebbe tornare nel suo Paese, in Indonesia, ma teme per il destino del giovane: «Se me ne vado chi si curerà di lui?».
Ogni mattina, è lei a ricordargli il suo posto nel mondo. La madre e gli appunti da sfogliare. Un giorno a caso: «2 luglio, pioggia, ho tagliato 18 bambù per cucinare,strappato 5.898 erbacce, venduto zucche con zio Liao, alle 22.08 zzz», a letto. La memoria «procedurale», la capacità di portare a termine semplici lavori, in Chen non è compromessa. Il diario è una boa, una prova che ogni giorno lui non comincia da zero: «26 ottobre, cercato dappertutto il telefonino, andato alla Chiesa Cattolica, alle 22.38 zzzz».
La storia di Chen non è unica. Il caso più famoso è quello di Henry Molaison, un giovane che nel 1953 perse la capacità di acquisire nuovi ricordi per la perdita di entrambi i lobi temporali in seguito a un intervento. Fino al 2008, anno della morte, H.M. fu oggetto di infiniti studi. Si devono proprio ai suoi ippocampi mancanti le scoperte forse più rivoluzionarie sui meccanismi della memoria. «Il ragazzo con il taccuino» e mamma Miao-chong non passeranno alla storia della scienza. Ma quelle pagine fitte di appunti sono un canto alla testardaggine della vita.